Viste le limitazioni agli spostamenti in vigore in questo periodo, ho preferito per sicurezza non lavorare in remoto con l’osservatorio in montagna, nonostante alcune nottate molto trasparenti e con ottimo seeing (ovviamente...).
Approfittando tuttavia di alcune serate di buona limpidezza sui cieli di pianura, ho rispolverato il setup di casa (apo 130mm + Atik 4000): originariamente questo setup era stato pensato solo per riprese in banda stretta, visto il forte inquinamento luminoso della mia postazione urbana, ma vista l’assenza di oggetti adatti nel cielo primaverile ho provato a riprendere in RGB/LRGB con pose brevi per limitare i danni da gradienti luminosi.
Il primo soggetto che vi propongo è l’ammasso aperto M67 nel Cancro.
Apparentemente è un ammasso “anonimo” come tanti altri, con diametro apparente di 30’, poco concentrato e con alcune stelle luminose gialle in evidenza.
In realtà è un oggetto molto interessante in quanto si tratta di uno degli ammassi aperti più antichi conosciuti, con una età stimata di ben 3.2 miliardi di anni ed inoltre non è oscurato dalle polveri interstellari: per questi motivi è stato largamente studiato nel passato da vari astronomi per analizzare la sua popolazione stellare, ma da Wikipedia leggo che anche in tempi recenti (2006) è stato oggetto di studi che hanno portato alla scoperta al suo interno di varie sorgenti di raggi X.
Insomma, un oggetto poco appariscente ma che ha il suo perché.
M67Dati tecnici:
Immagini riprese il 17/18 Marzo 2020 da Rescaldina (Mi)
Rifrattore Apo Tecnosky 130/910 con spianatore TSFlat2.5
Montatura EQ8 su colonna Geoptik
CCD Atik 4000 mono con filtri Baader RGB
Esposizioni: R 18x120” + 24x60”, G 19x120” + 24x60”, B 19x120” + 24x60”, tutte in bin1 con sensore a -15C
Guida con cannocchiale guida Artesky 70/400 + Lodestar X2
Gestione della sessione di ripresa tramite Voyager
Elaborazione con Pixinsight 1.8 e Photoshop