Alla resa dei conti, sul campo in condizioni reali, sono fattori "esterni" come flessioni dei tubi ottici ed attacchi non abbastanza rigidi a causare perdita di pose. Il rapporto tra il campionamento di guida e quello di ripresa è il dato più "nascosto" di cui tenere conto, e chi dice che con 240 mm di guida si può riprendere a 1500 sta solo esagerando un po': se si guida (come nel mio caso su PHD2) con una camera sensibile dotata di pixel piccoli o molto piccoli, ma si riprende a 1500 con una camera dotata di pixel grossi...il tutto *può* funzionare. I software di autoguida (PHD2 sicuramente) sono poi in grado di lavorare bene a livello di sub-pixel, e questo aiuta enormemente.
In sostanza bisogna considerare questi fattori:
- campionamento camera di ripresa
- campionamento camera di guida
- rapporto tra focale di guida e di ripresa
- risoluzione (diametro stellare minimo) che ci soddisfa, anche in funzione del cielo disponibile
Io guidavo con OAG sul 107/700, "liscio" a 700 e ridotto a 525 mm, con due camere entrambe da 3.8 micron; poi ho scoperto brutti spikes causati dal prisma e sono tornato ad un teleobiettivo 200/2.8 Canon per la guida in parallelo...e non ho perso nulla in quanto a RMS globale, che spesso si attesta a 0.6"-0.9"...che è ben al di sotto della risoluzione strumentale (1.12" a 700 mm ed 1.48" a 525 mm). Oltretutto non siamo MAI sotto un cielo con seeing TEORICO perfetto!
Ad ogni modo non proverei neanche a guidare col 200 mm il mio C9.25 ridotto a 1480 mm: sarebbe semplicemente chiedere troppo. Magari otterrei stelle tonde (flessioni a parte)...ma a quella risoluzione sarebbero dei palloni
Un tempo si guidavano ottiche da 1000 mm con tubi da 500 mm (2:1). Oggi, in caso di combinazioni fortunate, credo si possa arrivare a rapporti di 5:1

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Celestron C9.25 su Skywatcher AZ-EQ6, Sharpstar 107/700 APO, EOS 5D Mark IV, ZWO ASI 1600MM-C PRO, ZWO ASI 224mc...e svariate lenti CANON.
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