1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2012, 9:07 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
Messaggi: 23670
e chi ha detto che non sia percorribile?
se però per dire che una strada è percorribile occorre per forza dire che è "stupido" (o ottuso, o non è coraggioso) chi non la percorre allora il discorso cambia...
la questione è sempre la stessa, i modi e i toni sono importanti ;)

p.s.: non sto dicendo che mauro o qualcun altro lo abbia scritto (che è stupido chi non percorre quella strada) ma la sensazione è quella :D probabilmente mi sbaglio ma mi sembra l'ennesima discussione in cui lo scopo sia la dimostrazione della superiorità dei dobson sui rifrattori... a prescindere...

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MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2012, 9:14 
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Iscritto il: domenica 23 aprile 2006, 22:02
Messaggi: 7738
Tipo di Astrofilo: Fotografo
kappotto ha scritto:
Però il discorso di Mauro mi sembra legittimo: c'è anche quella strada. Non sta dicendo che tutti gli astrofotografi per migliorarsi devono prendere un dobson.
Davvero? Io viceversa ho interpretato diversamente questa frase:
xenomorfo ha scritto:
Non capisco questo sforzo per cercare di negare che da una parte c'è una strada cui si è giunti al termine e dall'altra una da esplorare e che già al confronto si comporta molto bene.
Ovvero "Chi usa una montatura equatoriale per fare astrofotografia è un gran pirlone perché è una tecnologia morta mentre il futuro è fare pose non guidate col Dobson come dimostrano inequivocabilmente le stupende immagini che vi ho mostrato". Quindi a meno che io abbia sbagliato completamente nel comprendere le parole scritte da xenomorfo direi che non ci può essere un gran dialogo.

Edit: mi sono sovrapposto a Tuvok.


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MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2012, 9:36 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Secondo me un grosso Dobson va bene per fare delle "istantanee" ad oggetti che sono abbastanza luminoso da potersi fotografare con quei pochi secondi di posa che consentono di non avere il mosso. Infatti mi sembra che le foto fatte con questi strumenti siano tutte di questo tipo, e non mi riferisco solo a quelle postate da Xenomorfo, ma anche ad altre che avevo visto in passato in rete (non mi chiedete dove sono però perchè non me lo ricordo più). Se ci si deve mettere a fare somme allora finisce la comodità di quest'uso, ci saranno problemi di campo inquadrato che si sposta e mille complicazioni, se non altro bisogna stare li a pistolare, mentre un sistema equatoriale ben sistemato fa da se le pose con i vari filtri con i tempi che si sono scelti prima, i dark, i bias e quant'altro. Basta solo stare attenti alla inversione del meridiano, e se si ha una Avalon M1 non importa nemmeno a quello...

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MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2012, 9:53 
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Iscritto il: venerdì 5 giugno 2009, 15:25
Messaggi: 1130
Località: Udine
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
kappotto ha scritto:
Però il discorso di Mauro mi sembra legittimo: c'è anche quella strada. Non sta dicendo che tutti gli astrofotografi per migliorarsi devono prendere un dobson.


Beh insomma Kapp, capisco il cameratismo tra dobsoniani (ehm, tempo addietro lo fui pure io, ora che mi ci fai pensare :oops: ) ma... se Mauro, a proposito delle foto che ha linkato, dice espressamente che -"vengono meglio, più dettagliate, più grandi e in meno tempo (cioè ne fai di più in una notte)"- rispetto ai metodi tradizionali, secondo te che messaggio sta cercando di far passare :)

kappotto ha scritto:
Però il discorso di Mauro mi sembra legittimo: c'è anche quella strada. Non sta dicendo che tutti gli astrofotografi per migliorarsi devono prendere un dobson. Sta dicendo che sta nascendo un nuovo filone, che è ancora all'inizio ma che promette bene. Cosa c'è di male? Certo, porta avanti la discussione in modo appassionato, perchè credo che creda molto in quello che scrive. Però, ripeto, cosa c'è di male nell'ammettere che sia una strada percorribile?


Non me ne vogliate, ma la mia impressione, vedendo le foto acquisite con questa tecnica circolate finora, è che attualmente l'approccio sia qualcosa del genere: -"Ho un bel dobson che uso per fare belle osservazioni deep-sky, l'ho motorizzato per poter fare osservazioni ad alti ingrandimenti con maggiore comodità, e... aspetta! Già che ci sono provo ad attaccarci sopra la mia Canon e vediamo che cosa esce"-.

Come ho già detto più volte, staremo a vedere: se son rose fioriranno; personalmente per il momento vedo più spine (e da questo punto di vista, Fabio Bocci, ha sintetizzato efficacemente alcune delle problematiche maggiori presentate attualmente da questo tipo di approccio). Ovviamente sarei il rpimo a salutare con interesse un'evoluzione positiva di questa metodologia di ripresa deep-sky (ed allora mannaggia a me che ho venduto il dobson da 16" :lol: ).

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MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2012, 10:02 
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Iscritto il: lunedì 19 gennaio 2009, 21:32
Messaggi: 2885
Località: LV426/Acheron
gvnn64 ha scritto:
1) quando esegui un'immagine CCD, per registrare le sorgenti più deboli, devi superare una certa soglia critica, altrimenti i fotoni della sorgente debole si perdono nel rumore e non vengono registrati in maniera statisticamente significativa dal fotosensore. Perciò se io faccio una posa singola da 60 secondi, riesco a raggiungere un certo S/N sulle sorgenti deboli, mentre se faccio una posa più lunga, mettiamo di 10 minuti, miglioro il S/N della medesima sorgente debole in ragione di n^0.5, ovvero di un fattore 3,2 circa (trattandosi di un rumore causale). L'effetto pratico, è che per le sorgenti più deboli io potrei potenzialmente sommare n pose da 60 sec, ma non riuscire ancora a raggiungere la soglia minima di dettezzione sul fotosensore, quindi quella sorgente NON la vedo, stop.


Intanto rispondo a questo. Stai ragionando a parità di strumento. Nel tuo ragionamento in 1 posa di 60 secondi raccogli 1/10 dei fotoni raccolti in una di 10 minuti. Quindi il rapporto segnale rumore è 3.2 a favore della posa lunga.
Ma dimentichi che stiamo parlando di strumenti di apertura diversa: il 60 cm raccoglie 10 volte più fotoni per unità di tempo di un 20 cm. Quindi tu disponi di 10 pose da 1 minuto ciascuna delle quali ha raccolto lo stesso numero di fotoni della tua posa singola da 10 minuti. Ciascuna delle singole pose da 1 minuto ha dunque lo stesso segnale e meno rumore di quella di 10 minuti (per la parte di rumore che dipende dal tempo). Quando poi combini le 10 pose ne riduci il rapporto segnale rumore di un fattore radice 10. Quindi 10 pose di un minuto ciascuna delle quali ha raccolto lo stesso segnale di una singola posa di 10 minuti avranno un rapporto segnale rumore migliore di almeno un fattore radice 10 (e anche di più).


E questo che è collegato

gvnn64 ha scritto:
Mbè? Scusa, ma io continuo a non vedere la novità concettuale di cui parli. Se la MEADE ai tempi, anzichè fermarsi a 40cm di specchio, ne avesse fatto uno da 60cm, sempre in montatura computerizzata altazimutale, saremmo pari. Quindi dove stà la novità teconologica di cui parli?
Si tratta brutalmente di una questione di dimensioni, non di una rivoluzione "culturale" o tecnologica.


Non è una questione di dimensioni. Nel momento in cui c'è una sola strada percorribile per ottenere grandi aperture, diventa una questione qualtativa. Puoi ragionare suol principio che potresti ottenere una grande apertura anche in altri modi (che darebbe solo una questione di quantità), ma nel momento in cui l'unico modo fattibile è una montatura dobson computerizzata allora diventa una questione qalitativa. Cos'ì come è stato per il visuale.

gvnn64 ha scritto:
Un'ultima cosa: come ben sanno anche gli altri amici astrofotografi, fare delle pose di 15 secondi, non implica automaticamente che la medsima strumentazione ti permetta di fare pose di minuti o decine di minuti. In linea di principio non dico che non sia possibile raggiungere questo limite con un dobson, solo che allo stato attuale la vedo molto, ma molto, dura. Non mi sembra un caso, infatti, che finora le astrofotografie fatte con questa tecnica si limitino a poche decine di secondi, o qualche minutino di posa al massimo.


Sono pose di 15" NON GUIDATE. Fatte per testare la precisione di movimento del sistema di controllo/puntamento. Come è spiegato nel link è stato fatto apposta per movere il telescopio in maniera "liscia" senza perturbazioni. Puoi comunque chiedere a lui se pensa di accoppiare un sistema di guida. Vedrai che funziona. In ogni caso quel telescopio con quella apertura ha bisogno di tempi di inseguimento che si misurano in minuti, non ore.


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MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2012, 10:10 
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Iscritto il: lunedì 19 gennaio 2009, 21:32
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Località: LV426/Acheron
gvnn64 ha scritto:
Non me ne vogliate, ma la mia impressione, vedendo le foto acquisite con questa tecnica circolate finora, è che attualmente l'approccio sia qualcosa del genere: -"Ho un bel dobson che uso per fare belle osservazioni deep-sky, l'ho motorizzato per poter fare osservazioni ad alti ingrandimenti con maggiore comodità, e... aspetta! Già che ci sono provo ad attaccarci sopra la mia Canon e vediamo che cosa esce"-.


Era così nelle prime piattaffome equatoriali. Ma poichè qualcuno ha visto delle potenzialità, ha pensato bene di "ripensare" il sistema di guida. Già questo esempio è una via di mezzo: un telescopio nato per inseguire bene a cui è stat attaccata per gioco una Canon facendo un scatti di 15" senza guida e senza fronzoli. Io dico che quel telescopio con autoguida insegue con la precisione e il tempo sufficienti per saturare l sensore (minuti non ore), che nulla osta a usare sensori CCD, flat bias, e quant'altro.

Portare a casa dieci foto di qualità in una notte rispetto a due ha un valore. I tempi stanno cambiando.


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MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2012, 10:15 
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Sinceramente le foto non mi sembrano un granchè, tutto il discorso avrebbe un senso se si potesse sfruttare l'ampio diametro su pose ben maggiori, nell'ordine di 10/15 minuti ciascuna, ma 15 secondi nell'ambito del deep-sky sono insignificanti, qui non ci troviamo a fotografare pianeti, ma oggetti con un segnale debolissimo, che spesso viene sommerso dal fondo cielo. Vorrei vederlo questo dobson su alcune nebulose oscure con solo 15" cosa potrà mai tirar fuori :wink:

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Matteo Mussoni
Ho venduto tuttoooo


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MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2012, 10:34 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Infatti, il passo in avanti sarebbe fare con questi strumenti non pose da 15 secondi, ma da 15 minuti l'una...

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MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2012, 10:36 
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Iscritto il: lunedì 13 febbraio 2006, 9:53
Messaggi: 14851
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
beh, non esageriamo, secondo me già dopo un paio di minuti avrai un CCD uniformemente saturato :D

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MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2012, 10:48 
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
xenomorfo ha scritto:
Intanto rispondo a questo. Stai ragionando a parità di strumento. Nel tuo ragionamento in 1 posa di 60 secondi raccogli 1/10 dei fotoni raccolti in una di 10 minuti. Quindi il rapporto segnale rumore è 3.2 a favore della posa lunga.


Beh, si certo. Questo ragionamento era per spiegare per quale motivo una posa lunga è superiore alla somma di n-pose corte, quindi si tratta necessariamente di un discorso in termini generali. Se poi mi introduci una variabile, che è l'apertura del telescopio, è chiaro che i conti vanno rifatti in funzione del set-up specifico. Tra l'altro, a questo punto, ci sono delle ulteriori variabili da tenere presente, quali il rapporto focale e la scala dell'immagine ("/px) in funzione del seeing. Pure queste concorrono nella determinazione del S/N finale, ed in maniera non piccola. Perciò la superiorità (a priori) di uno strumento grosso, secondo me andrebbe ripensata in funzione di tutti questi parametri.

xenomorfo ha scritto:
Ma dimentichi che stiamo parlando di strumenti di apertura diversa: il 60 cm raccoglie 10 volte più fotoni per unità di tempo di un 20 cm.


Anche questo è corretto. Ma non capisco perchè dobbiamo necessariamente confrontare un 60cm altazimutale con un 20cm equatoriale. Facciamo il confronto con un equivalente 60 cm equatoriale. Dove sta il vantaggio (in termini assoluti) del 60 cm altazimutale per le riprese deep-sky? Se mi parli di costi, portatilità, semplicità e cose di questo genere, è chiaro che debbo darti ragione, ma in fatto di resa finale nelle riprese del profondo cielo, credo che sia incontestabile il fatto che il 60 cm equatoraile, costruito apposta per fare quel mestiere, sara sempre superiore all'analoga "scorciatoia" ad un dobson motorizzato di pari apertura, e non può essere diversamente.

xenomorfo ha scritto:
Non è una questione di dimensioni. Nel momento in cui c'è una sola strada percorribile per ottenere grandi aperture, diventa una questione qualtativa. Puoi ragionare suol principio che potresti ottenere una grande apertura anche in altri modi (che darebbe solo una questione di quantità), ma nel momento in cui l'unico modo fattibile è una montatura dobson computerizzata allora diventa una questione qalitativa. Cos'ì come è stato per il visuale.


E qui mi sono perso. :cry: Sì, perchè qualche riga sopra mi confronti strumenti di apertura diversa (un 60cm contro un 20cm), mentre ora mi dici che non è una questione di apertura.

xenomorfo ha scritto:
Sono pose di 15" NON GUIDATE.


Hey, nemmeno la mie sono pose guidate. Se ci attacco l'autoguida, pure io posso fare pose di decine di minuti senza problemi. :)

xenomorfo ha scritto:
Era così nelle prime piattaffome equatoriali. Ma poichè qualcuno ha visto delle potenzialità, ha pensato bene di "ripensare" il sistema di guida. Già questo esempio è una via di mezzo: un telescopio nato per inseguire bene a cui è stat attaccata per gioco una Canon facendo un scatti di 15" senza guida e senza fronzoli. Io dico che quel telescopio con autoguida insegue con la precisione e il tempo sufficienti per saturare l sensore (minuti non ore), che nulla osta a usare sensori CCD, flat bias, e quant'altro.


Per mia esperienza personale, ma temo anche di tanti altri amici astrofili che ci leggono, permettimi di dissentire su quest'ultimo commento. Fare delle pose non guidate da 15 secondi è un conto, fare pose di minuti, anche guidate, con un dobson da 60cm (con un tubone lungo 2 metri se va bene) non è assolutamente la stessa cosa. Entrano in gioco una quantità di fattori negativi che congiurano contro di te; flessioni meccaniche, vibrazioni introdotte dal vento, ecc. Passare dall'uso visuale (cosa per la quale è stato pensato un dobson portatile di quelle dimensioni) alle riprese CCD con pose dell'ordine dei minuti ti cambia completamente la vita. Guarda Mauro, secondo me potenzialmente questo sistema di cui stiamo parlando potrà avere una marcia in più quando riusciranno ad implementare un'ottica attiva, tipo quella della SBIG o della Starlight. Credo che in linea di principio la cosa sia fattibile già fin d'ora, ma se non si sono ancora visti dei risultati in questo senso, sospetto che dietro ci sia ancora qualcosa che non funzia al meglio.

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Ultima modifica di gvnn64 il giovedì 2 agosto 2012, 10:57, modificato 1 volta in totale.

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