xenomorfo ha scritto:
Spiegami perchè. Perchè si usa così? Perchè "in pratica è così"? O forse magari l'esposizione lunga è necessaria solo quando si ha una apertura piccola?
Per quale ragione contare i fotoni in 10 secondi 10 volte non è lo stesso che contarli in 100 secondi? Come è che in alta risoluzione invece funziona? Finché non chiarisci queste cose mi spiace ma le tue affermazioni non hanno elementi che le supportano.
Eddai Alien, ritira la doppia fila di denti, non serve scadarsi per così poco.
Il motivo, anzi i motivi (almeno due) sono presto detti: e si tratta sempre di una questione di S/N:
1) quando esegui un'immagine CCD, per registrare le sorgenti più deboli, devi superare una certa soglia critica, altrimenti i fotoni della sorgente debole si perdono nel rumore e non vengono registrati in maniera statisticamente significativa dal fotosensore. Perciò se io faccio una posa singola da 60 secondi, riesco a raggiungere un certo S/N sulle sorgenti deboli, mentre se faccio una posa più lunga, mettiamo di 10 minuti, miglioro il S/N della medesima sorgente debole in ragione di n^0.5, ovvero di un fattore 3,2 circa (trattandosi di un rumore causale). L'effetto pratico, è che per le sorgenti più deboli io potrei potenzialmente sommare n pose da 60 sec, ma non riuscire ancora a raggiungere la soglia minima di dettezzione sul fotosensore, quindi quella sorgente NON la vedo, stop.
2) il redout noise: questo rumore è una delle sorgenti principali di rumore nelle riprese CCD. Si registra ad ogni scarico dell'immagine, ed è un rumore casuale. Ragion per cui, fare 100 pose da 60 secondi NON è affatto equivalente a farne, per esempio, 1 da 100 minuti (nel primo caso il contributo del redout noise esce 100 volte, nel secondo caso una soltanto). Perciò, da questo punto di vista, il S/N di 100 pose da 1 minuto è significativamente inferiore rispetto a quello di una singola posa di 100 minuti.
OK, adesso tocca a te spiegare perchè 100 pose da 1 minuto sarebbero equivalenti ad una singola posa da 100 minuti.
Questo per la teoria. Poi nella vita reale le cose si complicano ulteriormente: bisogna fare i conti con la trasparenza del cielo, l'inquinamento luminoso, gli effetti deleteri del seeing, la precisione di inseguimento della montatura, ecc.
Ragion per cui NON esiste una ricetta univoca, determinata a priori, di quale sia il miglior tempo di posa. Normalmente dobbiamo scendere a compromessi, ed il compromesso, solitamente determinato in maniera empirica, è di fare un buon numero di esposizioni, le più lunghe possibili (per i due motivi che ti ho esposto sopra) compatibilmente con il nostro set-up strumentale, badando bene di lavorare il più possibile entro la soglia di linearità del sensore, e senza tirare dentro troppo segnale dal fondo cielo.
xenomorfo ha scritto:
In merito alla altazimutale, quel telescopio è stato fatto per inseguire in maniera uniforme e precisa. I 15" sono una posa non guidata.
E dove stà la meraviglia? Scusa, ma pure la mia HEQ5 cinesona, comprata di seconda mano alla stratosferica cifra di 500 euro, funzia altrettanto bene, anzi meglio: con la stessa scala d'immagine faccio pose autoguidate da 60 secondi.
xenomorfo ha scritto:
La stessa differenza che esiste fra
60 cm e
20 cm. Il fattore primo, anzi unico, di qualità è il rapporto segnale rumore
http://www.cloudynights.com/item.php?item_id=1966 . Il segnale di 60 cm è 10 volte maggiore (il rumore lo stesso). Si tratta di imparare a sfruttarlo. Non capisco questo sforzo per cercare di negare che da una parte c'è una strada cui si è giunti al termine e dall'altra una da esplorare e che già al confronto si comporta molto bene.
Mbè? Scusa, ma io continuo a non vedere la novità concettuale di cui parli. Se la MEADE ai tempi, anzichè fermarsi a 40cm di specchio, ne avesse fatto uno da 60cm, sempre in montatura computerizzata altazimutale, saremmo pari. Quindi dove stà la novità teconologica di cui parli?
Si tratta brutalmente di una questione di dimensioni, non di una rivoluzione "culturale" o tecnologica. Da questo punto di vista, mi pare ben più innovativo il concetto dello specchio a tasselli con il suo ingegnoso sistema di inseguimento fotografico sviluppato da Guido Horn D'Arturo settant'anni fa; quella si che era un'idea rivoluzionaria, e pure con un'ottica di grandi dimensioni.
Un'ultima cosa: come ben sanno anche gli altri amici astrofotografi, fare delle pose di 15 secondi, non implica automaticamente che la medsima strumentazione ti permetta di fare pose di minuti o decine di minuti. In linea di principio non dico che non sia possibile raggiungere questo limite con un dobson, solo che allo stato attuale la vedo molto, ma molto, dura. Non mi sembra un caso, infatti, che finora le astrofotografie fatte con questa tecnica si limitino a poche decine di secondi, o qualche minutino di posa al massimo.