Ciao,
andiamo con ordine (è un eufemismo

)
Fabiomassimo,
Fabiomassimo Castelluzzo ha scritto:
solo una cosa, ma la probabilità di registrare la luce della stella non è funzione della posizione della stella (cioè del fatto che la stella sia inquadrata?) e basta?
magari fosse solo questo! Infatti ben sappiamo che, nelle nostre inquadrature, ci sono una infinità di altri oggetti che, seppure inquadrati, non possiamo registrare (vedi Hubble deep fields....). Adesso, proviamo a considerare solo alcuni aspetti della faccenda, quelli che più possono riguardarci ovvero: la stella non è un punto matematico (angolo 0, dimensioni 0) purtroppo ma sottende un'angolo già di persè. Non considerando ciò dobbiamo arrenderci al fatto che, le nostre ottiche, concentrano tutti i fotoni che colpiscono l'area inquadrata (area dello specchio o della lente primaria) in maniera non perfetta. Infatti generano un circoletto od una copia della forma di diffrazione che essa stessa, indipendentemente da altri fattori (anche nello spazio uno strumento non concentra la luce in un punto di dimensioni 0), ha una dimensione. Questo fattore già ci fa comprendere una differenza se consideriamo poi, il sensore. I ccd infatti hanno una data Q.E. e quindi se tutti i fotoni di raccolti dall'ottica potessero cadere su di un singolo pixel, avremmo comunque una percentuale di probabilità di registrarli pari a questa Q.E. per la lunghezza d'onda considerata. E' chiaro che, in questo caso migliore è l'ottica, maggiore sarà la sua capacità di concentrare la luce in angoli più piccoli. Un SC commerciale, in media, concentra la luce circa 4/5 volte peggio di un RC ad esempio. Ne consegue che anche con una posa inferiore, un RC ci dovrebbe consentire di registrare oggetti più deboli anche a parità di diametro. La posizione stessa della stella poi, varia nel tempo a causa degli errori di inseguimento e, soprattutto, del seeing. Con queste semplici e poche considerazioni, iniziamo forse già a comprendere come aspetti teorici ed aspetti pratici interagiscono e ci portano ad un risultato anzichè un'altro in base alle condizioni...
Fabiomassimo Castelluzzo ha scritto:
appunto, quella è solo funzione della capacità di registrare il segnale e la posizione della stella (o del sensore e stella...vabbeh a seconda del sistema ma il risultato non cambia...)
esatto, e quindi gli unici fattori in grado di modificare questa condizione sono due: l'efficienza del nostro sistema (Q.E., qualità delle ottiche, riflettività totale ecc.) e poi il diametro dell'ottica! Si inizia anche a capire perchè il rapporto f:ratio non influisce affatto sul SNR ma solo il diametro...
Fabiomassimo Castelluzzo ha scritto:
Quidni interessandoci di un rapporto e cioè S\N, la situazione flusso per angolo è definita per il rumore, mentre variando in funzione del campionamento possiamo aumentare quel rapporto sottocampionando. Quindi ci converrebbe riprendere le parti deboli di una galassia o nebulose sottocampionando e il contrario per le parti luminose....insomma bin 2 e bin 1

?
In effeti... Si, ci potrebbe convenire poichè considerando (ovvero "guardando") angoli più grandi vediamo più il flusso totale e quindi ne raccogliamo una maggior quantità efficacemente, mentre viceversa, guardando angoli più piccoli vediamo solo flussi di "singoli" oggetti che compongono il flusso totale che ci arriva da quell'angolo di cielo... Ovviamente l'ideale non sarebbe quello di fare binning ma di utilizzare un'ottica che ha il doppio del diametro!
Fabios, mi sembra che, in modo empirico e "pratico" tu abbia potuto verificare la "consistenza" di quento stiamo discutendo! Complimenti! Credo che solo effettuando prove, mentre si considera quello che stiamo tentando di comprendere, indipendentemente dal risultato "estetico", ci possiamo fare una idea più precisa...
Ciao da JOE