1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: venerdì 15 luglio 2011, 13:41 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:40
Messaggi: 5906
Località: Magenta (MI)
Eccome, Renzo, eccome se hai ovviato, credo però che fosse in ballo di più il punto 2, rispetto al quale poco puoi ! :lol:

Riguardo le "stellone" che perdono colore saturando, anche visualmente la troppa luce ammazza i colori, tanto che gli ammassi sono molto più scenografici in rifrattori medi (pur perdendo stelline di campo finissime) che in grandi Dobson (necessari comunque ed ovviamente per osservare bene gli ammassi di stelle più deboli).
In tal senso che tipo di foto preferisci ? Una che altera i rapporti luminosi o una che li "mantiene", magari con tempi di esposizione inferiori o altro che ignoro, evitando la saturazione ma perdendo le stelle più deboli ? (anche se credo che la tua risposta contenga già la tua preferenza)

Grazie anche agli altri, e ad Andrea e Leonardo chiedo : non pensate che la corretta intensità luminosa, più o meno fedelmente rappresentata, sia parte anch'essa dell'estetica generale ? Personalmente trovo esteticamente molto gradevoli le rappresentazioni con colori poco accesi, al limite del bianco e nero, penso che il motivo sia da ricercare nel mio "occhio da visualista" che non ha mai visto colori stellari tanto sgargianti come quelli che si trovano in tante astrofoto, casi particolari a parte (ed escludendo il cuore di M42... ma qui si sconfina nelle nebulose ! :wink: ).

Fabiomassimo, non avevo capito appieno la tua risposta, pensavo tu trattassi di astrofotografia "di tendenza", in termini generali insomma, invece parlavi di te ! Bastava un pronome in più, o forse c'era e me lo sono perso !!! :wink:

Cieli sereni !

Alessandro Re

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Sono socio del GAR http://www.astrofilirozzano.it
2 Dobson ARIETE: 14" +16"exmdl f/4,5
Celestron C8 , Newton 8" SW e Vixen 120S-NA su Vixen Sphinx SXW ; Tecnosky Apo 65, Celestron C80ED/OmniXLT100ED e C5 su CG5-GT/Vixen Porta
Torrette Baader Maxbright + Denkmeier DualArm PxS NPack + 2Antares 19mm 70°, Televue Nagler zoom 3-6mm, 7mm T1, 13mm T2 e T6, Pan 24mm.
Binocolo Steiner Rallye 20x80 e 28x110 su pantografo G. Fiorini normale e Maxi


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MessaggioInviato: venerdì 15 luglio 2011, 14:03 
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Iscritto il: lunedì 13 febbraio 2006, 9:53
Messaggi: 14851
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
se ci fai caso anche io preferisco i colori poco accesi. Purtroppo, a meno di non effettuare elaborazioni separate delle stelle, che preferisco non fare, è impossibile elaborare in maniera complessivamente decente un'immagine preservando il rapporto di luminosità fra le stelle.
Un inciso: mi pare di aver capito che si stia affermando che utilizzando una curva logaritmica si preserverebbe la luminosità relativa delle stelle, ma sicuramente sto capendo male :shock:

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MessaggioInviato: venerdì 15 luglio 2011, 14:41 
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Iscritto il: mercoledì 22 aprile 2009, 16:21
Messaggi: 1914
Località: Moncalieri
Alessandro, se ho capito la domanda cambiare la linearità degli oggetti in scale apposite non lineari non vanifica le differenze ma le amplifica (in termini stellari) in quanto la luminosità si lega al diametro stellare sulla foto in maniera biunivoca ( questo se non si tiene conto delle distanze relative), di solito si rispetta questa differenza a meno che come t'ha detto Renzo se danno troppo fastidio in caso di soggetti da evidenziare si "segano" un pochino e anche di più di un pochino.

Partiamo da due punti di vista troppo diversi per trovare similitudini la discussione diventa poi faziosa IMHO

Leo

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Cieli sereni.
Astrofotografo per Passione ...


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MessaggioInviato: venerdì 15 luglio 2011, 15:16 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
Messaggi: 16957
Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Alessandro. In effetti la mia risposta l'hai correttamente interpretata così come la mia preferenza.
Credo di parlare anche a nome di molti altri astrofotografi:
Di regola chi fa foto prettamente estetiche (fatto salvo che i raw grezzi vengono mantenuti in caso di controlli "scientifici") cerca di arrivare più in profondità possibile.
Non tanto per una sorta di battaglia (termine volutamente forzato) nei confronti degli altri astrofotografi quanto per spingere al limite la propria strumentazione. In tale ricerca del limite è normale che si esponga per più tempo possibile e si cerchi di evidenziare più stelle possibile. Di conseguenza le stelle più luminose non potrebbero essere mantenute con la stessa scala visuale.
Sono molto rari i casi in cui si potrebbe optare per una linearità e cioè, per esempio, in assenza di stelle molto luminose e riprese effettuate su nebulose oscure della via lattea.
Poi ovviamente vi sono anche astrofotografi che preferiscono riprendere e mantenere la linearità di immagine a tutti i costi a prescindere dell'oggetto ripreso. Ma ne conosco molto pochi

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Cieli sereni da Renzo
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MessaggioInviato: venerdì 15 luglio 2011, 15:20 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 19:58
Messaggi: 8098
Località: Cesena (Fc)
Comunque, Renzo, nella foto che hai fatto al tuo pianetino personale, hai scritto la magnitudine.
Io credevo parlaste di questo. Che mi basta e avanza. :D
Se avessi voglia controllerei le mie foto con gli atlanti per vedere che mag abbia raggiunto..

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MessaggioInviato: venerdì 15 luglio 2011, 22:27 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:40
Messaggi: 5906
Località: Magenta (MI)
E' impossibile che la discussione diventi faziosa, Leonardo, dato che i soli due Fazio che conosco mi stanno entrambi antipatici, farei di tutto per evitarlo ! :lol:

Tornando serio, questa non è mica una tenzone, ma una pacifica discussione su alcuni aspetti della fotografia, ed il punto di vista è il medesimo : un pianetino vagante nella Galassia assieme al suo sistema solare, dove abitano degli strambi tizi che spendono le notti a star svegli anzichè sanamente dormire !

Trovo alcuni dibattiti sui colori sin troppo esasperati, e capita anche in presenza di lievissime differenze d'interpretazione, mentre la luminosità stellare si salta talmente a piè pari da non trattarla nemmeno, o addirittura la si lascia quasi come libera variabile in molti casi (quel che viene viene).

Ci sono tante foto in cui questo modo di agire serve ad uno scopo, nulla da dire in merito, anzi, come ben sai le apprezzo moltissimo !!!

Cieli sereni !

Alessandro Re

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MessaggioInviato: sabato 16 luglio 2011, 12:42 
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Iscritto il: venerdì 3 luglio 2009, 11:02
Messaggi: 2026
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Veramente ho capito poco, se vado fuori tema chiedo scusa, se dico cose sbagliate invoco il diritto di neofita eterno :mrgreen: .
Ho un dubbio che forse e' simile a quello esposto: ho notato, ad esempio, l'apparenza visiva dei globulari visti in strumenti di diametro "normale" e posso dire che l'estensione del soggetto mi ricordava quello delle mie patetiche foto: un nucleo visibile e poi le stelle "scemano" veloci e sembra molto piu' "spelacchiato" che come te lo aspetti. Nelle foto dei piu' bravi invece tali oggetti appaiono molto piu' estesi, con un chiaro stacco tra il fitto dell'oggetto e le stelle attorno.
E se ho capito bene, la domanda anzi le domande sono:
-le luminosita' sono proporzionali a quelle reali?
-le luminosita' sono proporzionali a quello che l'occhio registrerebbe (dato che non funziona linearmente)?

Ho avuto la fortuna di guardare in una buona notte scura da un 25'', M13. In un altro post avevo riportato la dinamica delle luci ma oltre a questo, posso riportare che anche le dimensioni dell'oggetto erano simili alle foto dei piu' bravi. C'era un discreto stacco tra la fine dell'oggetto e le stelle attorno.
Questo mi farebbe pensare che quindi la sensazione di "dove finisce l'oggetto", molto netta nelle foto, e' comunque simile all'esperienza visiva, abbondando col diametro.
Poi, come avevo gia' scritto in un altro post, trovo che invece le dinamiche siano nettamente piu' belle e... reali :shock: :mrgreen: dal vero rispetto alle foto, non c'e' alcun paragone...
Ma con una matita in mano, troverei simile bordeggiare M13 visto nel 25'' o M13 fatto dai bravissimi fotografi.
Sempre che tutto cio' c'entri qualcosa con la discussione....

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Telescopio e montatura: Meade ACF LXD 75 (SC 8'') - Riduttore: Baader Alan Gee Mark II (attualmente: Feq 1090, f5.4)

CCD Deep: Orion DSCI II (color ICX429AKL 752*582 8.6nm*8.3nm) - Guida: OAG tramite Meade DSI Pro
CCD HiRes: Philips SPC900NC
Filtri: Hutec IDAS LPS-P2

SW di acquisizione ed elaborazione (su Vista32 e XP): MaxIm DL EE, Registax - SW di guida: PhD e ASCOM 5.5 Pulse Guide


Tra piccole iene anche il Sole sorge solo se conviene (Afterhours)


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MessaggioInviato: sabato 16 luglio 2011, 12:59 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:40
Messaggi: 5906
Località: Magenta (MI)
Sì e no, con propensione di più per il no ! :lol:

Io semplicemente chiedo, vedendo gli astrofotografi disquisire molto su sfumature di colore, se nelle loro elaborazioni tengono più o meno conto dell'aspetto "luce delle stelle", e, se possibile, mi incuriosisce sapere in che maniera se ne preoccupano quando lo fanno.

Tutti gli altri aspetti sono abbastanza secondari, menzionati a titolo di esempio, comprese le opinioni su come dovrebbero risultare gli ammassi stellari e chi per essi , non volendo dare preferenza nemmeno a "come vede l'occhio", altrimenti si diventa "faziosi" ! :wink:

Cieli sereni !

Alessandro Re

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MessaggioInviato: sabato 16 luglio 2011, 13:08 
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Iscritto il: mercoledì 22 aprile 2009, 16:21
Messaggi: 1914
Località: Moncalieri
Ciao Alessandro sei simpatico e sono contento che hai gradito il termine "faziosi".

Saluti,
Leo

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MessaggioInviato: sabato 16 luglio 2011, 13:19 
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Iscritto il: domenica 23 aprile 2006, 22:02
Messaggi: 7738
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Speravo di poter rientrare per il fine settimana ed invece sono ancora in giro. Non ho il PC con me e quindi non posso corredare le mie opinioni con immagini prese dal mio archivio, ma spero di poter chiarire comunque il mio parere su alcui punti.

king ha scritto:
Secondo voi i rapporti di luminosità che registrate sulle vostre fotografie sono equilibrati?

Se si rispettano tre condizioni i rapporti di luminosità registrati rispettano i rapporti di luminosità del cielo. La prima condizione è il sensore sia lineare, cosa di solito riservata ai sensori CCD senza antiblooming. Se il sensore ha l'antiblooming di solito ha una zona di linearità limitata alla prima metà del livello di saturazione, quindi si potrebbe usare, ma tenendo conto di questa limitazione.

La seconda condizione è che si usi un filtro V fotometrico per scongiurare la risposta differente del ccd alle varie lunghezze d'onda. Il mio ccd ad esempio è più sensibile nel rosso che nel blu e quindi due stelle di pari magnitudine, ma di diverso colore, apparirebbero di diversa luminosità.

La terza condizione è che l'immagine non venga saturate. Se una stella giunge al livello di saturazione mostrerà gli stessi adu di una stella ancora più luminosa. Saranno comunque rispettati valori di tutte le stelle di luminosità inferiore.

Un'immagine di questo tipo, con una dinamica di 50000 adu o più (indotti magari dalla somma di più riprese) conserva dei dati numerici proporzionali alla reale luminosità dei soggetti ed è perfettamente adatta a misurare la magnitudine delle stelle del campo inquadrato.

È però ovvio che limitandosi a scalare in modo linere un'immagine così ai 256 bit che limitano la visualizzazione sul web si otterrà un campo con pochissime stelle visibili. Modificando le soglie di visualizzazione come ad eempio abbassando il punto di saturazione le stelle aumenteranno, ma tutte quelle che superavano la soglia apparranno erroneamente tutte della stessa luminosità.

Venendo alle operazioni estetiche che a volte si effettuano credo che la più in voga sia l'applicare una curva logaritmica. In questo modo le stelle più deboli vengono amplificate e quelle più luminose attenuate. Questo appiattisce la dinamica dell'immagine facendo sembrare le stelle quasi tutte uguali tra loro. Se questa operazione è molto utile per evidenziare le nebulae (in senso arcaico, ovvero nebulose e galassie), a mio avviso è da usare in modo lieve sugli ammassi globulari e poco o nulla sugli ammassi aperti. È chiaro che in tutti i casi le immagini così trattate perdono qualunque significato astrometrico ed è quindi imporante tenere in archivio la versione non elaborata di ogni ripresa.


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