escocat ha scritto:
Nel superapo abbiamo un campionamento di circa 2"/px e quasi 1° di campo. La galassia è "spalmata" in un'area di 30 px di lato. Supponiamo di fare una posa di 10m per avere un certo segnale. Ora facciamo sempre 10m di posa per la stessa galassia col 200: questa volta il campionamento sarà 1"/px e la galassia sarà spalmata su 60 px quadri. Nei due casi la galassia apparirà con la stessa quantità di segnale, ma attenzione: col 200 sarà dettagliata con una precisione doppia a causa del campionamento più profondo.
Caro amico messinese (mia madre è di Porto Empedocle!), è vero quel che dici, tuttavia ti faccio notare che il campionamento di 1"/px è il massimo fruibile in condizioni di seeing quasi eccellenti, ahimé non certo frequenti da queste parti (anche in Sicilia

).
Se tu lavorassi con uno strumento di diametro ancora maggiore di 20cm - poniamo 40 - a parità di relazione di apertura, il fatto inequivocabile che l'energia luminosa in tal caso verrebbe distribuita su 120 px quadri non produrrebbe
se ipso sulla tua immagine un dimezzamento del dettaglio minimo, giusto per effetto del doppio campionamento.
Ciò che invece viene a determinarsi è - al contrario ed in maniera apparentemente paradossale - un peggioramento della risoluzione.
Bisogna infatti tenere presente che - nelle condizioni reali di utilizzo dello strumento - il "fluttuare" dell'immagine legato alla micro turbolenza atmosferica cresce in maniera lineare con l'aumentare del diametro dell'obbiettivo.
In altre parole, finisce che "il gioco non vale la candela".
Questo succede però nell'ambito DS, perché in HiRes è tutta un'altra storia.
La qualità dell'immagine è comunque "time limited" e, nel caso della ripresa planetaria, la ridotta durata delle singole esposizioni permette anch'essa, a parità (ed anche meglio) di altri fattori, di "spuntare" un miglior dettaglio d'immagine. La selezione attenta dei subframes, inoltre, fa il resto.
Beppe