Elio ha scritto:
Ciao Marco
sul dettaglio numerico hai pienamente ragione, il mio stupore risiede nel fatto che con un divario enorme d'apertura relativa, f6,4 vs f10, non si evidenzia sulla raccolta di segnale in modo fsignificativo.
Facendo gli scatti di prova col Visac non mi sarei mai immaginato di arrivare allo stesso tempo di posa che avevo raggiunto col Tec, pensavo di dovermi fermare prima, e invece...
Comunque anche fosse solo il 20% in più d'apertura, io non lo vedo...
Come ha meglio specificato Lorenzo (oops, ho corretto il mio post, la differenza di apertura effettiva e’ pari al 20%) il Visac una volta considerato il tutto si comporta come un APO da 156mm di apertura aperto ad f/8.2.
Veniamo ora a chiarire un concetto fondamentale sul rapporto di apertura o f/ tanto considerato dagli astrofotografi. Come ho detto altre volte, questo parametro preso a se stante E’ IRRILEVANTE, quello che conta e’ la superficie effettiva dello strumento comparate alla sua scala in secondi d’arco sul pixel, ovvero quanto “cielo” ogni pixel vede attraverso l’apertura.
Mi spiego con un esempio.
Immaginiamo di avere un riflettore da 20 cm di apertura f/6 ed un altro sempre da 20cm di apertura f/10. Quale dei due e’ fotograficamente piu’ luminoso? Probabilemnte la stragrande maggioranza degli astrofili direbbe quello da f/6 in quanto tradizionalmente si considera(va) che per raggiungere la saturazione della pellicola il tempo di posa era pari al quadrato dell’apertura, ovvero 36 minuti per il primo strumento e 100 minuti (3 volte tanto!) nel secondo caso.
La realta’ invece dice che dipende dal sensore. Se accoppio un CCD con un KAF8300 nel primo caso (f/6) ogni pixel (5.4um) vedra’ 0.62 secondi d’arco di cielo attraverso l’apertura del telescopio (20 cm). Se accoppio un KAF6303 al secondo telescopio (f/10) ogni pixel (9um) vedra’ esattamente la stessa porzione di cielo (0.62 arc”/px), ovvero i due strumenti accumuleranno lo stesso identico numero di fotoni in ogni singolo pixel (per semplicita’ immagino il campo in piena luce). La sola differenza a questo punto dipendera’ dall’efficienza del sensore e dalla qualita’ (aberrazioni) dell’ottica. Ovvero 10 minuti di posa produrranno lo stesso identico risultato in entrambe le configurazioni se non ci sono differenze evidenti tra le diverse efficienze. Questo e’ esattamente analogo a quando succede visualmente, dove a pari ingrandiamento un telescopio con la stessa apertura si comporta in maniera identica indipendentemente dal rapporto focale nativo (per semplificazioni, altri parametri come correzione ottica ecc entrano in gioco poi).
Torando al tuo caso, tu noti la relativa poca differenza di risultato tra i due strumenti. In entrambi i casi hai usato lo stesso sensore (canon 60D, 4.3 um pixel/colore, ovvero 8.5 um una volta considerata la risoluzione in luminanza) ma focali differenti:
Visac 200 f/6.4 = 1.39”/pixel (oppure 0.72 pixel/”arc)
TEC140 f/10 = 1.27”/pixel (oppure 0.79 pixel/”arc)
In questa situazione la differenza di apertura effettiva (20% circa) e’ amplificata dal fatto che lo strumento di apertura maggiore ha una scala minore (10% circa) e quindi la luce dell’oggetto e’ concentrata su meno pixel. Il singolo pixel nel TEC riceve il 15% in meno di fotoni a parita’ di sorgente irradiante (anche qui bisogna considerare la superficie del pixel, ovvero il quadrato della differenza).
La differenza di luminosita’ totale quindi tra i due strumenti a pari esposizione e’ di circa il 35%, con il piu’ piccolo TEC a lavorare ad una risoluzione piu’ spinta (possibilmente vanificato dal seeing). Se tu avessi usato il TEC a focale nativa (f/7.2 quando consideri il riduttore) avresti a pari esposizione e condizioni di cielo ottenuto l’immagine della crescent il 20% piu’ piccola ma il 40% piu’ luminosa che non nel Visac!
Spero di esserti stato di aiuto a dipanare ulteriormente l’argomento..
Cieli sereni
Marco