Fabiomassimo Castelluzzo ha scritto:
Ora che ho visto i temi di posa e confrontando il campo con quello parimenti meraviglioso di gimmi, una cosa mi sorprende: hai tirato fuori tutto cio' in circa 9 ore totali (se ho fatto bene i conti) con un rifrattore da 106 mm, mentre gimmi ha usatoentrambi gli strumenti dell'osservatorio con circa 25 ore di posa. Davvero eccezionale. Queste sono le cose che mi piacciono troppo, dal lato puramente tecnico, nell'astrofotografia. Sarebbe interessante capire perchè queste differenze in termini di ripresa ed elaborazione. Comunque ancora complimenti a voi"Signori delle Polveri"!
Ciao,
Fabiomax
La tua è una osservazione molto interessante e mi ha fatto riflettere un po su come illustrare questo punto. Un altro modo di formulare il tuo punto è: all'aumentare della esposizione in che modo l'immagine ne beneficia?
La risposta è che all'aumentare della integrazione le alte luci cambiano piuttosto poco. Nella ripresa di Davide e mia ed in quella Leo, le polveri più evidenti i corridoi gialli, tanto per intenderci) sono le alte luci! Le differenze vanno cercate molto più in basso.
Includo un particolare MOLTO tirato che viene dal centro del fotogramma: a dx la VdB 16 e a sinistra il core di B204. Come si vede, quello che nella ripresa nostra appare appena velato di polveri, e nero in quella di Leo, è in realta ospite di una struttura piuttosto complessa (la piccola cometa è un oggetto di Herbig Haro gia catalogato, quindi non è motivo di troppa eccitazione!). Per curiosità ho misurato la mediana della luminanza nella regione più scura di B204 e nel velo subito sovrastante.
Mediana Regione scura (rosso): 144363
Velo (giallo): 144944
Allegato:
VDB16detail.jpg [ 70.88 KiB | Osservato 578 volte ]
la differenza tra queste due regioni chiaramente distinguibili è 581 adu. Questi sono spalmate su 78 sottoesposizioni. In media quindi la differenza tra le due regioni è solo di circa 7 ADU su ogni sub (ignoro per semplicità la diversa apertura dei due strumenti che abbiamo usato a Tatti). Questo segnale cade su un fondo che è circa (valore del fondo cielo) 1800 ADU. Quindi il segnale proprio di questa struttura debolissima è solo il 0.4% del segnale di fondo cielo. Va tenuto presente che 1800 ADU di fondo cielo portano dentro un rumore (Poissoniano) che in media è la radice, ovvero 42. Quindi il rapporto segnale rumore della nostra struttura sulla singola sub è solo 0.16 quindi in pratica risulta non discernibile dal fondo.
Integrando molto le cose ovviamente migliorano in quanto il segnale si costuisce e il rumore del fondo diminuisce con la radice quadrata della integrazione. Dopo 78 sub il rapporto segnale rumore è salito a 1.53 ed è quindi ben discernibile. Avessi integrato solo 9 ore (ignorando di nuovo differenze tra gli strumenti... mi interessa solo dare l'idea dell'argomento) il rapporto segnale rumore sarebbe stato ovvero 0.91.
Il punto è che man mano che si integra poco succede in alto (migliora il noise, ma sempre meno di quello che un ottimo filtro possa fare!) ma in basso si portano strutture che NON SONO visibili sopra la soglia della visibilità. Questo ha una importante conseguenza pratica: poniamo di prendere due immagini dello stesso soggetto ma con diversi temi di integrazione e strecciamole in modo assolutamente identico: in basso una mostrerà strutture che l'altra non rivela perchè sommerse nel noise. Quando poi applichiamo una curva di trasferimento ad "s", che è ciò che facciamo tutti per rendere il fondo più nero e per aiutare a nascondere il noise, il piede della immagine diventa tanto piu nero tanto minore era il rapporto segnale rumore. E quindi diventa nero ciò che non è nero da cui l'impressione di maggior contrasto che può (e questo è un criterio assolutamente estetico e personale) apparire come forzato.
Bho, spero di essermi spiegato, ciao, gi.