L'evoluzione tecnologica va verso sensori ad uso delle fotocamere e delle telecamere.
Non si investe in un sensore dedicato a poche migliaia di utenti al mondo. I costi di sviluppo sarebbero troppo alti per poterlo commercializzare in modo proficuo.
Invece sensori per fotocamere sono molto più redditizi in quanto verranno prodotti in milioni di esemplari e i costi di ricerca, spalmati su una grande numero di chip, saranno irrisori e di conseguenza anche il prezzo al consumatore finale ne risentirà favorevolmente.
In soldoni se studiare un chip nuovo costa investimenti per 1 milione di euro (per fare un esempio) il prezzo di vendita "del produttore" sarà dato, nel caso di una produzione stimata di 1000 esemplari, dai costi vivi produttivi, da 1000 euro dei costi di ricerca e dal guadagno del produttore.
Ma se il chip viene venduto in 1 milione di esemplari, il costo di ricerca, invece di 100 euro a chip, sarà di 1 euro a chip e chi compra vedrà sicuramente un prezzo più basso.
Per questo i ccd per astronomia sono molto indietro ai sensori per fotocamere.
Perché non conviene investire!
Poi magari viene richiesto un chip particolare per un osservatorio o un'università e il know how può essere trasferito sulla produzione. Ma capita raramente.
Ecco perché i sensori astronomici sono indietro di lustri nei confronti di quelli commerciali.
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