Contrariamente all'osservazione visuale deep-sky (in particolare quella che segue la filosofia del sig. Dobson), nel caso dell'astrofotografia del cielo profondo non è affatto detto che sia vera l'affermazione "bigger is better". Ci sono una quantità di parametri che concorrono a creare una "bella foto", assai più numerosi delle variabili presenti nell'osservazione visuale deep-sky (questo lo sto imparando a mie spese). La foto da copertina (o da APOD) può essere anche quella fatta con un semplice teleobbiettivo, mentre la foto fatta con un 2m, per quanto profonda, può essere poco interessante da un punto di vista puramente estetico. Nell'astrofotografia di cui ci stiamo occupando, non è tanto importante il S/N per se ("bigger is better") ma il quadro d'insieme finale, quel risultato che ti fa esclamare -"Ohhhhh"- anche se per fare la foto è stato usato un telescopio da 10 cm di diametro...
Secondariamente, non vedo quale sia il vantaggio di fare tante più foto in una notte: le foto da fare devono essere esattamente quelle che servono per ottenere una bella ripresa di un certo soggetto del profondo cielo, che siano 5 pose fatte in una notte, oppure 50 fatte in un mese, devono essere quelle che bastano, stop. Mica fotografiamo a cottimo? Ovvio, se in una notte riesci a fare 30 esposizioni di pari durata anzichè 5 tanto di guadagnato, ma questo discorso è indipendente dal diametro dello strumento che usi (incidentalmente per la maggior parte delle riprese deep-sky è più importante il rapporto focale che il diametro dello strumento ai fini del S/N). Infine, secondo me, la soddisfazione è quella di produrre un buon risultato, indifferentemente che sia su un singolo oggetto o su tutto il catalogo NGC.
Tanto per andare sul concreto: confronta la foto di M27 fatta con il 24" che ci hai linkato, con questa fatta da Leonardo orazi con un 4":
http://www.starkeeper.it/M27.htmSecondo me, la foto di Leonardo, pur fatta con uno strumento notevolmente più piccolo, straccia quella fatta con il bestione da 24". Ovviamente la scala è minore, ma... hai più profondità d'immagine, migliore resa cromatica, maggiore puntiformità stellare, contrasto superlativo, ecc. Insomma, la foto fatta col piccolo APO da 4" è indubbiamente più bella di quella fatta col 24". Ed è normale che sia così: per dare il meglio, la strumentazione dev'essere ottimizzata per un certo tipo di impiego.
A mio parere, il punto interessante delle foto fatte con il 24" dobson che ci hai mostrato, non sta tanto nella qualità intrinseca delle immagini (tutto sommato abbastanza modeste in termini astrofotografici assoluti) ma nell'aver dimostrato che un certo tipo di strumento, progettato ed ottimizzato per un certo scopo, offre delle (per ora) limitate possibilità di aplicazione anche in un campo differente da quello per cui è stato pensato. Per il futuro si vedrà, ma personalmente continuo ritenere che ogni strumento continuerà a dare il meglio nel settore specifico per cui è stato sviluppato.
Ciao,
Giovanni