1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: giovedì 12 luglio 2012, 8:17 
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Iscritto il: venerdì 5 giugno 2009, 15:25
Messaggi: 1130
Località: Udine
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
astrodany ha scritto:
Quello che non riesco a spiegarmi (partendo dallo spettro e arrivando all'indice) è come due stelle della stessa classe spettrale presentino indici B-V molto diversi tra di loro....


Può succedere, per esempio, a causa dell'assorbimento interstellare: se prendi due stelle che, in partenza, hanno il medesimo spettro (mettiamo pure G2V) ed indice di colore, e le metti a distanze diverse da noi osservatori, la loro luce prima di raggiungerci potrebbe dover attraversare zone di spazio con diversa opacità del mezzo interstellare. Alla fine quando le vai a misurare, lo spettro sarà ancora quello, mettiamo G2V (con la differenza di qualche linea in assorbimento in più del mezzo interstellare, ma linee in emissione e massimo del contnuo identici), invece i loro indici di colore non più: la stella maggiormete "assorbita" dal mezzo interstellare mostrerà un indice di colore B-V con valore maggiore (ovvero apparirà più "rossa" dell'altra). In direzione del piano galattico questo avviene con una discreta frequenza.

_________________
http://remanzacco.blogspot.it/

Mior polente sence nuje, che nuje sence polente


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MessaggioInviato: giovedì 12 luglio 2012, 10:57 
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Iscritto il: giovedì 20 ottobre 2011, 18:09
Messaggi: 317
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
tuvok ha scritto:

Perchè complicarsi la vita? ;)


Perchè se guardo con attenzione alle stelle G2V mi accorgo che hanno indice di colore B-V (che è una misura di come è distribuita la luce sulle varie bande) che varia di molto da una all'altra.
Ciò vuol dire che le G2V non sono affatto tutte uguali e pertanto non posso prenderle come campione di 'bianco'.

Per rispondere a Ivaldo, non posso calibrare il sistema una volta per tutte (ammesso di trovare una stella bianca come il Sole) perchè lo sbilanciamento dei colori è dato anche dalle condizioni atmosferiche al momento oltre che dall'altezza sull'orizzonte.


Danilo


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MessaggioInviato: giovedì 12 luglio 2012, 11:03 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
Messaggi: 23668
astrodany ha scritto:
tuvok ha scritto:

Perchè complicarsi la vita? ;)


Perchè se guardo con attenzione alle stelle G2V mi accorgo che hanno indice di colore B-V (che è una misura di come è distribuita la luce sulle varie bande) che varia di molto da una all'altra.
Ciò vuol dire che le G2V non sono affatto tutte uguali e pertanto non posso prenderle come campione di 'bianco'.

...

Danilo


ok, ma di quanto varia il risultato finale della foto? quantitativamente, non qualitativamente, intendo?
fai qualche prova e vedi a quale conclusione arriverai.

edit: tra l'altro cosa intendi per "varia molto"? e qual è la fonte?

_________________
qa'plà!
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MessaggioInviato: giovedì 12 luglio 2012, 11:20 
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Iscritto il: giovedì 20 ottobre 2011, 18:09
Messaggi: 317
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
La fonte è il catalogo Hipparcos: da 0.899 a 0.417 !!


Danilo


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MessaggioInviato: giovedì 12 luglio 2012, 12:38 
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Iscritto il: giovedì 9 marzo 2006, 19:40
Messaggi: 987
Località: Salerno
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ciao a tutti,

questo argomento mi interessa particolarmente e vorrei dire la mia al riguardo.
Il fatto è che stiamo parlando di qualcosa che non è propriamente "oggettiva" in quanto a percezione. La fotometria è un dato quantitativo e oggettivo di un oggetto che emette "luce" ma per quanto attiene al suo colore, beh il fatto si complica. Il colore non è una proprietà fisica intrinseca di un oggetto, bensì la nostra interpretazione dello stesso. In quanto mammiferi tricromatici (ce ne sono davvero pochi al mondo), abbiamo il vantaggio di distinguere l'energia luminosa a seconda della sua posizione ed intensità nello spettro. Il concetto stesso di bianco non esiste, esiste il concetto di punto di bianco ed è relativo allo spazio colore utilizzato. Per soggetti ad emissione, lo spazio colore adatto più comunemente utilizzato è quello additivo RGB. In queste condizioni il "bianco" o anche il grigio e tutta la sua scala dalla minima alla massima intensità considerata, è identificato dalla tupla in cui i tre valori sono corrispondenti. Attenzione poichè il nostro cervello non è un sensore digitale che interpreta le varie quantità recepite dai sensori in modo lineare. Piuttosto si parla di stimolo o meglio tristimolo. I nostri ricettori (i conicelli) tra l'altro non sono asoolutamente lineari in quanto a percezione nè tantomeno per quantità e distribuzione. Il notro cervello interpreta lo stimolo reciproco ovvero, se c'è uno stimolo verso un "colore", non ci sarà per quello opposto, un pochino come la compressione losseless che scrive il primo dato e poi descrivo solo la differenza rispetto all'originale. Tra l'altro i conocelli M ed L (medium e long waveleght, approssimativamente verde e rosso) hanno una grossa sovrapposizione il cui punto di incrocio è, guardacaso, intorno ai 5600°K (temperatura media del nostro sole). Questo non è un caso poichè nella visione fotopica abbiamo la massima concentrazione di rivelatori calibrati per la luce solare che ci consente di percepire meglio eventuali pericoli (ebbene si è tutto legato alla nostra evoluzione e sopravvivenza). Tutto sto papiello per dire che, nella normale visione fotopica del mondo e la relativa percezione dei "colori" il tutto viene effettuato in una condizione che non è di emissione ma bensì di riflessione. In questo caso dovremmo utilizzare spazi colore di tipo sottrattivo anzichè additivo. Fare il punto di bianco su di un analogo solare, significa fare in modo di "vedere" un soggetto ad emissione come se fosse illuminato dal nostro sole! Suona un pochino strano ma è uno standard di tipo "fotografico" in cui non si intende mantenere le caratteristiche fotometriche di un oggetto (non avrebbe senzo visualizzare "a colori", categoria non fisica ma umana) ma piuttosto come lo percepiremmo se potessimo realmente vederlo nella vita di tutti i giorni.
Mi fermo qui ma credo e spero che sia fonte di ispirazione per continuare il discorso.

Ciao da JOE


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MessaggioInviato: giovedì 12 luglio 2012, 13:31 
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Iscritto il: domenica 23 aprile 2006, 22:02
Messaggi: 7738
Tipo di Astrofilo: Fotografo
astrodany ha scritto:
Per rispondere a Ivaldo, non posso calibrare il sistema una volta per tutte (ammesso di trovare una stella bianca come il Sole) perchè lo sbilanciamento dei colori è dato anche dalle condizioni atmosferiche al momento oltre che dall'altezza sull'orizzonte.
Hai certamente ragione. È che io sono un seguace della filosofia del "circa". Se so che il mio sensore ha bisogno di un fattore moltiplicativo di 1.00 per il rosso, 1.45 per il verde e 1.85 per il blu avrò almeno una buona base di partenza. Poi i ritocchi estetici si potranno sempre fare.


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MessaggioInviato: giovedì 12 luglio 2012, 18:54 
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Iscritto il: venerdì 3 luglio 2009, 11:02
Messaggi: 2026
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Un po' sto capendo il discorso di JOE, mi pare di poter riassumere dicendo che la calibrazione "tipica" porta a vedere R = G = B = 100 una stella G2V.
Un altro approccio e' quello di considerare che lo spettro e' quello di un corpo nero, non e' "libero", quindi dovrei cercare di avere R G B in modo da poter ricostruire appunto tale curva.
Beh ma non potrei, con approccio assolutamente scientifico, incrociare le dita :mrgreen: e sperare di ottenere identici risultati? C'e' qualche esempio di quel che verrebbe fuori? A me non dispiacerebbe per nulla comparare le 2 visioni di calibrazione.
Beccatevi il capolavoro, e' la prima calibrazione che ho fatto, qualche mese fa (ringrazio Ivaldo per la guida). E' una versione con stelle fluo ma mi piace molto, e' stato molto bello trovare una stella blu e una rossa in un quadretto del genere.
Purtroppo ho letto solo in seguito che avrei dovuto cercare piu' ADU ma non sono riuscito a ritrovare la stella, pensavo fosse nella Coma ma non l'ho piu' trovata. Poi non ho sottratto l'estinzione. Poi l'ho fatta con l'IDAS (ma questo penso sia ok, se lo uso sempre?).
Insomma l'argomento calibrazione per me e' molto attuale.


Allegati:
Deconvolved g2vstarbis2GimpMCol.jpg
Deconvolved g2vstarbis2GimpMCol.jpg [ 141.38 KiB | Osservato 753 volte ]

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Telescopio e montatura: Meade ACF LXD 75 (SC 8'') - Riduttore: Baader Alan Gee Mark II (attualmente: Feq 1090, f5.4)

CCD Deep: Orion DSCI II (color ICX429AKL 752*582 8.6nm*8.3nm) - Guida: OAG tramite Meade DSI Pro
CCD HiRes: Philips SPC900NC
Filtri: Hutec IDAS LPS-P2

SW di acquisizione ed elaborazione (su Vista32 e XP): MaxIm DL EE, Registax - SW di guida: PhD e ASCOM 5.5 Pulse Guide


Tra piccole iene anche il Sole sorge solo se conviene (Afterhours)
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MessaggioInviato: giovedì 12 luglio 2012, 19:25 
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Iscritto il: giovedì 20 ottobre 2011, 18:09
Messaggi: 317
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Il problema, Fabios, è che non tutte le G2V sono uguali (l'indice di colore diverso ne è l'evidenza) e quindi quale scegliere?
Corpo nero? magari!!! Spesso gli spettri se ne discostano troppo!!

Danilo


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MessaggioInviato: giovedì 12 luglio 2012, 19:53 
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Iscritto il: venerdì 3 luglio 2009, 11:02
Messaggi: 2026
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ah pensavo si fosse arrivati a vedere l'indice di colore come qualcosa di intrinseco alla stella, diverso da quel che ci arriva. Se questo e' vero, penso che per le foto sia giusto usare le G2V, mentre l'indice BV potrebbe forse essere piu' adatto ad uno studio della stella. Ma sono pensieri in liberta' :) .

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MessaggioInviato: venerdì 13 luglio 2012, 0:48 
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Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ciao,

il problema è che, come si diceva prima, il colore, come entità fisica, semplicemente non esiste. Gli indici di colore relativi al corpo nero, sono delle temperature vere e proprie. Se riscaldiamo il "corpo nero" a quella temperatura, fisicamente emetterà radiazione luminosa a quella data frequenza. Gli spettri sono cose ancora diverse piochè ci rivelano tutti gli elementi riscaldati che emettono energia alle loro frequenze specifiche e che, sommate in modo additivo, ci restituiscono quella temperatura di corpo nero specifica. Tutti sappiamo infatti che la luce solare non è "bianca" od univoca, ma il risultato della somma delle intensità di emissione dei singoli elementi chimici. Il problema non si pone in quanto a misurazione, possiamo sapere le intensità della radiazione ad una specifica frequenza spettrale. Quei valori, quei "numeri" sono la realtà "fotometrica". Tutto cambia quando intendiamo "vedere" queste entità. Dobbiamo passare necessariamente per il nostro sistema visivo e, soprattutto, al nostro sistema interpretativo della cosa, si scivola quindi nel non oggettivo. Se guardiamo un foglio bianco alla luce della luna, del sole o di una candela, noi lo vedremo sempre come "bianco", lo riconosceremo come tale poichè il nostro cervello si adatta. Se però lo fotografiamo con un valore preimpostato del bianco tipico di 5600°K lo vderemo blu, biaco ed arancio in una foto. Questo ci fa capire quanto sia importante stabilire il nostro punto di bianco, ovvero quel mix di radiazione che settiamo come "neutro" ovvero in cui i valori percepiti per tutte le frequenze considerate, sono uguali (scala di grigi). Adesso, se guardate questo link:

http://www.vendian.org/mncharity/dir3/starcolor/

potrete vedere, tradotta in spazio colore rgb, il colore delle stelle ricavato direttamente dalla conversione da corpo nero. Il sole G2V, ovviamente, non è bianco. Se prendete una vostra fotografia diurna "normale" e con Photoshop o simili provate a fare il punto di bianco su quel colore, vedrete la fotografia "virata" ed innaturale. Questo perchè state utilizzando il valore reale numerico tradotto in °K del sole. Ma in quanto esseri umani, il sole è il nostro sistema di riferimento per la "taratura" dei colori percepiti nella vita reale. Se abitassimo un pianeta con una stella di class B, le cose illuminate dal sole ci apparirebbero estremamente rosse.
Ecco perchè in generale è preferibile utilizzare il riferimento G2V di analogo solare per stabilire il nostro punto di partenza. E' anche possibile utilizzare stelle di campo con classi spettrali note per fare una clibrazione per differenza, ma dovremmo metter il tutto in relazione anche al sistema impiegato per la ripresa avendolo previamente caratterizzato. Ultima cosa per la calibrazione è l'airmass, bisogna sempre correggere i valori G2V per l'estinzione atmosferica alle varie declinazioni. Ma non è molto complesso in quanto tali valori sono ben noti a seconda della declinazione:

http://www.kellysky.net/artdraf7.htm (guardate a fondo pagina per la tabella)

Mi fermo qui... Per ora?

Ciao da JOE


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