Visto che ti piacciono le formule:
La Focale equivalente nel sistema afocale è calcolabile così: ingrandimento prodotto dal telescopio (focale telescopio/focale oculare) x Focale (reale) obiettivo macchina fotografica.
Esempio: Sc da 203mm con focale 2000mm e oculare 20mm e digicam con obiettivo di focale 50 mm.
Ingrandimento 100x (2000/20) moltiplicato per focale obiettivo di 50 mm = 5000 mm.
Ecco la focale equivalente di questa configurazione.
Massima risoluzione teorica dello strumento circa 0,6 secondi d'arco (formuletta 120/Diametro telescopio in mm = 120/200= 0,6").
Per calcolare la Focale equivalente per ottenere la massima risoluzione:
Feq= (206265 x dimensione pixel in mm)/0,3" (dato che il particolare più piccolo risolvibile pari a 0,6" deve cadere su due pixel).
Esempio:
i pixel della EOS 300D misurano 0,0074mm, per cui:
Feq= (206265 x 0,0074)/0,3"= 5087,87 mm.
Attenzione però che la reale risoluzione ottenibile dipende dal seening (che solo in rarissime serate raggiunge 0,6").
Nelle immagini deep sky, il valore medio di risoluzione da considerare è pari a 2" o 3", dato che con l'incremento delle pose il seening produce deformazioni considerevoli.
L'esperienza insegna che per immagini planetarie è anche possibile sovracampionare, ossia usare Focali equivalenti un pò più lunghe ed ovviamente nel deep sky si cerca di avvicinarsi al valore di campionatura corretto, compatibilmente con gli strumenti a propria disposizione.
In pratica, si utilizza un riduttore di focale, e chi non possiede CCd con possibilità di modificare il binning, deve accontentarsi di lavorare con questa focale (di solito più alta di quella prevista dalla formuletta descritta prima, usando come valore di risoluzione quello del seening medio pari a 2" o 3").
Un'ultima cosa sui fittizi fattori di moltiplicazione annunciati dai volantini pubblicitari delle digicam, visto che inizialmente avevano tratto in inganno anche il sottoscritto.
Un sensore CCD di prima generazione poteva misurare anche solo 3,2 x 2,4 mm.
Nessuno però si è mai sognato di dire che produce un fattore di moltiplicazione di 10x (24 x 36mm formato pellicola / 3,2 x 2,4 dimensione sensore).
Esempio:
Ammettiamo di fotografare con lo stesso telescopio, nella stessa serata , (stesso seening) la Galassia di Andromeda, usando però prima un sensore di dimensioni fisiche 36 x 24 mm e poi uno di 3,2 x 2,4 mm (stessa dimensione fisica dei singoli pixel).
Aprendo le due immagini, esse verranno visualizzate sul monitor del Pc
La prima immagine mostrerà l'intera galassia, mentre la seconda mostrerà solo un porzione del nucleo.
A prima vista si potrebbe pensare che la seconda immagine sia 10 volte più grande della prima, giudicando dalle proporzioni.
Ora basta croppare la prima immagine, ritagliando la stessa zona centrale di Andromeda e riaprendola apparirà come per incanto un'immagine pressoché identica (tralasciamo efficenza quantica diversa dei due sensori e mutazioni di seening) all'altra che sembrava ingrandita.
Nessun miracolo: le immagini mostrano gli stessi dettagli semplicemente perché riprese con la stessa Focale equivalente ed alla stessa risoluzione (quindi con le medesime dimensione fisiche dei pixel).
Per evitare di essere tratti in inganno più che domandarsi quante volte un soggetto è ingrandito, è meglio controllare quanti pixel occupa la sua immagine e quali sono le sue dimensioni apparenti nel cielo misurate in secondi d'arco.
Spero di non aver detto qualche sciocchezza, ed eventuali correzioni sono ben accette (altrimenti uno continua dire sciocchezze senza rendersene conto!
Cieli sereni
Paolo
