L'errore di fondo di questa comparazione è che si confrontano obiettivi che si ritengono a torto ottimi, con telescopi progettati per uno scopo specifico. Ora, sono il primo a dire che un telescopio "mediamente" offre prestazioni superiori rispetto a un teleobiettivo, ma anche qui ci sono infinite eccezioni, anche tra brand piuttosto blasonati (takahashi, Borg, vixen, giusto per citarne alcuni), ma ci sono obiettivi che possono essere utilizzati con grandissima soddisfazione sul cielo, obiettivi progettati anche oltre 40anni fa. In astronomia si vanno a cercare caratteristiche che nella fotografia "terrestre" sono invece visti come difetti e viceversa. Proprio quel 50mm che ha dato il titolo al topic, come ha già spiegato dettagliatamente Danilo, non è adattissimo per astrofotografia, sebbene fosse apprezzato per il piacevole sfocato e plasticità delle immagini che restituiva. caratteristiche rese possibili dalla presenza di residui di aberrazioni ottiche che nella giusta quantità miglioravano la resa complessiva delle foto tradizionali.
A questo si aggiunge questo concetto non formalmente corretto:
Renato C ha scritto:
... L' idea che mi sono fatto, magari sbaglio, è che con l'interposizione dell'anello adattatore necessario per poter montare i vecchi obiettivi sulle moderne DSLR, se ne modifichi la distanza del punto di fuoco di progetto e quindi la figura dello stesso sul sensore... ...Sono convinto che se si potessero montare sulle DSLR gli obiettivi alla distanza ideale di progetto questo non succederebbe. e le prestazioni dei vecchi obiettivi sarebbero pari a quelli più moderni.
Gli anelli adattatori servono proprio per ripristinare la corretta distanza di progetto tra obiettivo e sensore(pellicola), ovvero ricreano il corretto tiraggio differente in ogni brand fotografico. Proprio per questo motivo non è possibile montare un obiettivo Canon (FD o EF che sia) su un corpo Nikon, proprio perchè il tiraggio di Nikon è superiore a quello di Canon e non si riuscirebbe a mettere a fuoco all'infinito con questa combinazione, a meno di utilizzare un anello di raccordo dotato di lenti per estrarre il fuoco e ....distruggere la qualità originale del progetto ottico di quell'obiettivo. Il contrario è possibile, ed è quindi consentito montare un'ottica Leica o Nikon su un corpo Canon, mantenendo la possibilità di mettere a fuoco all'infinito. Se ci si fa caso, gli anelli per montare un'ottica Leica su Canon e quello per montare le ottiche Nikon su Canon avranno spessori leggermente diversi, proprio per ricreare la precisa distanza tra obiettivo e sensore del progetto originario. Se molti obiettivi del passato non rendono altrettanto bene oggi sul digitale è semplicemente perchè la qualità media si è alzata notevolmente e gli schemi ottici del passato vengono messi alla corda da sistemi in grado di raggiungere risoluzioni impensabili in passato. Tanto per fare un esempio, le ottiche per il formato 24x36mm erano di norma progettate per garantire una "puntiformità", ovvero un circolo di confusione, di circa 20-25um, che era una dimensione ben più piccola di quella che le pellicole erano in grado di risolvere (tranne anche qui poche eccezioni come la già citata Techincal Pan 2415 di Kodak). Oggi abbiamo sensori i cui singoli fotorecettori hanno dimensioni comprese tra 4 e 7um. Ne consegue che un obiettivo che riproduceva una stella puntiforme su pellicola, quindi di dimensioni intorno ai 20um, sui sensori digitali quella stessa immagine della stella va a cadere su ben 4 o 5 Pixel!!! tutt'altro che puntiforme! Ma l'obiettivo è lo stesso e la qualità dell'immagine che genera è ovviamente ancora identica al passato.
Detto questo, giusto per chiarire le differenti rese tra il passato e il digitale, esistono anche nel passato obiettivi in grado di risolvere "punti" più piccoli dei classici 20um che era lo standard del passato.
Ne avevo citati un paio nel post precedente, e questi, ripeto reggono tranquillamente con dei telescopi a corta focale di ottima fattura come, ad esempio, i borg ED. Ma ci sono anche altre ottiche altrettanto valide, anche dal costo piuttosto abbordabile. Saper leggere un test MTF (Modulation Transfer Function) di un obiettivo fotografico permette, ad esempio, di selezionare le ottiche più indicate per un utilizzo sul cielo.
Oggi le progettazioni ottiche e l'uso di vetri più raffinati hanno consentito di alzare il livello di risoluzione degli obiettivi, necessario per soddisfare le esigenze dei nuovi sensori ad alta risoluzione. E se un Nikon AF-S 200mm f/2 VR II può strabiliare per la qualità che offre, fin dal diaframma più aperto e su tutto il fotogramma di una full frame, non è poi così distante da alcune realizzazioni del passato, come ad esempio il Leica 180mm f/3,4 (che vignetta solo un po' di più ed è un filo meno corretto verso il violetto) ma che è un progetto degli anni '70 (!) oppure il 180mm f/2 dello stesso Brand.
Chi ha avuto modo di provare un Sigma Art 50mm f/1.4 avrà avuto modo di verificare come le prestazioni di quest'obiettivo siano di un livello decisamente superiore di qualsiasi altra realizzazione del passato di Canon, Nikon, Leica, Zeiss, Pentax e così via...
Stesso discorso per le ottiche zoom, un tempo quasi da pazzi pensare di utilizzarle sul cielo per la scarsa correzione delle aberrazioni, e oggi invece, con alcuni modelli, si ottengono prestazioni al pari delle migliori ottiche a focale fissa.
Ricapitolando, non è che le ottiche vecchie sul digitale non vanno bene, ma piuttosto le ottiche vecchie non eccellenti si nota ancor di più questi loro limiti. Ma è altrettanto vero che un eccellente obiettivo del passato manterrà inalterate le sue prestazioni...occorre solo conoscerle prima
