Per non dimenticare quelle migliaia di notti trascorse ad inseguire manualmente con l'occhio accostato (per tutta la durata dell'esposizione)
ad un oculare con reticolo debolmente illuminato con le mani sempre sulla pulsantiera della montatura ad effettuare le correzioni micrometriche
necessarie a controbilanciare l'inseguimento siderale. Inverno, estate. Freddo, caldo. Nulla c'impressionava.
Una singola posa su pellicola fotografica (in questo caso una Fujichrome 400F nel formato 120) dopo aver effettuato con meticolosa attenzione su
un soggetto invisibile, dopo aver portato manualmente il telescopio su quell'area del cielo senza l'ausilio di alcun go to, la messa a fuoco che solo
Iddio sapeva se era buona, oppure no.
Solo e soltanto dopo lo sviluppo dell'emulsione si sapeva l'esito dell'immagine, spesso occorreva attendere diversi giorni dalla prima inquadratura,
perché occorreva esporre con altri soggetti l'intero rullino fotografico, in quanto i rullini avevano un loro costo specifico.
La prima foto che allego riguarda l'ammasso globulare M5 ed è stata effettuata con la FFC della Lichtenknecker Optics, la quale ormai fa parte della
preistoria dell'astrofotografia, quella in cui occorreva essere davvero scrupolosi e meticolosi per ottenere risultati soddisfacenti e che nulla hanno da
spartire con le metodologie. sia di ripresa e sia di post produzione con quelle che vengono oggi realizzate.
L'altra foto allegata riguarda sempre l'ammasso globulare M5, ma è stata realizzata alcune serate fa.
L'unica certezza che le accomuna - probabilmente - è la passione granitica, difficile da scalfire.
Altri tempi, si dirà, eppure siamo sempre in meno a ricordarlo.
https://www.danilopivato.com/tabulae_co ... ffc_c.htmlAllegato:
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https://www.danilopivato.com/tabulae_co ... 0m_no.htmlAllegato:
m5_brc_qhy.jpg [ 805.14 KiB | Osservato 300 volte ]
Cari saluti,
Danilo Pivato