Buongiorno a tutti.
Mi chiamo Roberto Napolitano, sono nato a Napoli il 07.04.1975.
Mi sono deciso a divulgare la mia scoperta su questo forum perché ho riscontrato che gli esperti del settore mi snobbano.
Ho di recente pubblicato un libro dal titolo Aspetti inediti della forza gravitazionale (codice ISBN 9788891030085), per la precisione il 23/11/2016. Lo trovate anche in internet.
Il libro è stato anche depositato presso un notaio ed il file è stato sottoscritto digitalmente e sottoposto a marcatura temporale certificata da un ente pubblico.
In questo libro ho pubblicato una scoperta che, a mio avviso, è di una grande importanza, poi giudicate voi.
In esso dimostro che il sistema solare costituisce un pendolo.
In particolare ho immaginato che il Sole fosse il fulcro (il punto fisso) ed i pianeti il grave appeso al filo.
Ho ipotizzato che il filo fosse sostituito dalla forza di gravità esercitata dal Sole sul pianeta.
In realtà ho ipotizzato che il pendolo cosmico fosse un particolare tipo di pendolo, nel quale, cioè, la forza gravitazionale non fosse esercitata sul corpo da un lato soltanto, come accade nel pendolo di Galileo, nel quale la gravità proviene dal lato sottostante al pendolo, ma ho immaginato che la forza di gravità circondasse il pendolo a 360 gradi.
In altri termini, immaginate di scavare un bunker sferico proprio al centro della Terra, e di posizionare il fulcro del pendolo proprio al centro di questo bunker.
Supponiamo che la massa terrestre fosse distribuita in modo omogeneo attorno al centro, quindi che la Terra sia non un geoide, ma una sfera perfetta con massa uniformemente distribuita.
Ho ipotizzato che, in tal caso, il pendolo non oscillerebbe da un lato all'altro, come normalmente farebbe il pendolo se posto sulla superficie terrestre, ma che anche una piccola spinta lo farebbe girare a 360 gradi, perché l'attrazione gravitazionale non deriverebbe soltanto da un solo lato, ma circonderebbe il pendolo a 360 gradi.
Ho ipotizzato di dover necessariamente spingere il pendolo per vederlo muovere, perché, se la massa lo circonda a 360 gradi, esisterebbero infiniti punti di equilibrio, per cui, non basterebbe spostarlo dal perpendicolo (come lo definisce Galileo, ossia la perpendicolare che unisce il fulcro al suolo terrestre) e poi lasciarlo, per vederlo muovere, in quanto esisterebbero infiniti perpendicoli e quindi infiniti punti di equilibrio.
Sicché ho ipotizzato che, una volta applicata una spinta, ancorché molto piccola, il pendolo farebbe un giro completo e che, se non vi fosse l'attrito con l'aria, il giro si ripeterebbe in eterno.
In quest'ottica si capisce che il particolare tipo di pendolo che si verrebbe a creare nel sistema solare sarebbe assimilabile ad un pendolo posto al centro della Terra, per cui i pianeti non sarebbero sottoposti solo ad una forza centripeta, derivante dal Sole, ma anche ad una forza attrattiva esterna, derivante dai corpi celesti circostanti al sistema solare (Galassie, ammassi di stelle, ecc.), che eserciterebbero sui pianeti una forza centrifuga sempre uguale alla forza centripeta esercitata dal Sole, e che darebbero vita al pendolo.
La mia teoria è stata confermata dai calcoli, i quali confermano che non si tratta di semplice teoria, ma di vera e propria scoperta.
In particolare ho applicato la legge che regola il periodo del pendolo di Galileo T = 2 ∏ √(L/g) per calcolare il periodo orbitale di tutti i pianeti che orbitano attorno al Sole, ed anche della Luna che orbita attorno alla Terra, ed i risultati sono stati stupefacenti.
In particolare, nella formula di Galileo L sarebbe la lunghezza del filo del pendolo, e g l'accelerazione di gravità esercitata dalla Terra sul grave.
Io ho sostituito L con la distanza media Sole-pianeta, quindi col semiasse maggiore (che notoriamente coincide proprio con la distanza media), ed in luogo di g ho inserito l'accelerazione di gravità interna media, cioè quella determinata dal Sole sul pianeta in media.
Mi direte, ma nella formula di Galileo g è un'accelerazione conseguente ad una forza esterna al pendolo, mentre io ho messo l'accelerazione conseguente ad una forza interna al pendolo (quella solare).
Questo è vero, ma ho fatto così perché è impossibile calcolare la forza di gravità proveniente dai corpi esterni al sistema solare, non essendo possible sapere né la loro massa, né la loro distanza dal Sole, ma siccome nel pendolo la forza centripeta (concretantesi nella reazione vincolare del fulcro a cui la sfera è fissata tramite il filo) è sempre uguale alla forza centrifuga generata dalla forza peso, ho inserito nella formula di Galileo l'accelerazione di gravità interna, proveniente quindi dal Sole.
In particolare, nella nota formula per il calcolo dell'accelerazione di gravità (g = GM/r2) ho messo, come r, la distanza media Sole-pianeta.
I valori di T ottenuti per ogni singolo pianeta dall'applicazione della legge del pendolo di Galileo sono i seguenti:
T Mercurio = 240.194,8729795
T Venere = 613.532,0770855
T Terra = 997.301,6496745
T Marte = 1.875.702,029855
T Giove = 11.837.417,08583 T Saturno 29.373.333,7143
T Urano = 83.845.913,28792 T Nettuno = 164.440.370,5652 T Plutone = 247.411.847,0626 T Luna = 74.948,171 _________________________________________________________________
Poi ho messo in rapporto tra loro i valori dei periodi orbitali così ottenuti col periodo orbitale della Terra.
Terra / Mercurio = 997.301,6496745 / 240.194,8729795 = 4,152052195
Terra / Venere = 997.301,6496745 / 613.532,0770855 = 1,625508571
Terra / Marte = 997.301,6496745 / 1.875.702,029855 = 0,531695138 Terra / Giove = 997.301,6496745 / 11.837.417,08583 = 0,084249938 Terra / Saturno = 997.301,6496745 / 29.373.333,7143 = 0,03395262 Terra/Urano = 997.301,6496745 / 83.845.913,28792 = 0,011894457 Terra / Nettuno = 997.301,6496745 / 164.440.370,5652 = 0,006064822 Terra / Plutone = 997.301,6496745 / 247.411.847,0626 = 0,004030937
Terra / Luna = 997.301,6496745 / 74.948,171 = 13,30655087 ______________________________________________
Andiamo adesso a vedere il valore del rapporto tra i periodi orbitali reali delle stesse coppie di pianeti sopra considerati, calcolati in anni di 365 giorni
Terra / Mercurio = 1,0000175 / 0,240847 = 4,152086179
Terra / Venere = 1,0000175 / 0,615197 = 1,625524019 Terra / Marte = 1,0000175 / 1,8808 = 0,531697948 Terra / Giove = 1,0000175 / 11,863892 = 0,084290847
Terra / Saturno = 1,0000175 / 29,45 = 0,033956452
Terra / Urano = 1,0000175 / 84,07 = 0,011895058 Terra / Nettuno = 1,0000175 / 164,88 = 0,006065123 Terra / Plutone = 1,0000175 / 247,8 = 0,004035583
Terra / Luna = 1,0000175 / 0,07480263 = 13,36874786 _______________________________________________________________
Mettiamo ora a confronto il valore del rapporto tra i periodi orbitali calcolati secondo la legge del pendolo, ed il valore del rapporto tra i periodi orbitali reali:
Terra / Mercurio = 4,152052195 ----- 4,152086179
Terra / Venere = 1,625508571 ----- 1,625524019
Terra / Marte = 0,531695138 ----- 0,531697948
Terra / Giove = 0,084249938 ----- 0,084290847
Terra / Saturno = 0,03395262 ------ 0,033956452
Terra / Urano = 0,011894457 ----- 0,011895058
Terra / Nettuno = 0,006064822 ----- 0,006065123
Terra / Plutone = 0,004030937 ----- 0,004035583
Terra / Luna = 13,30655087 ----- 13,36874786
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Come potete notare i valori dei periodi orbitali reali dei pianeti sono perfettamente sovrapponibili ai valori dei periodi orbitali calcolati secondo la legge di Galileo regolante il periodo del pendolo.
Questo può significare una cosa soltanto: che il sistema solare costituisce un insieme di pendoli, tutti aventi fulcro nel Sole.
La conseguenza di ciò è che è pianeti, come la sfera del pendolo, sono sottoposti sempre a due forze, una centripeta ed una centrifuga, sempre di pari intensità tra esse, il cui scontro dà vita al pendolo.
Ma da cosa deriva quella forza centrifuga che, opponendosi a quella centripeta, origina il pendolo.
All'inizio avevo ipotizzato, solo per agevolare la comprensione del fenomeno, che altrimenti sarebbe risultata ostica, che i pianeti fossero sottoposti ad una forza attrattiva esterna ad opera dei corpi celesti circostanti al sistema solare.
Tuttavia, a guardar bene, questa soluzione è da scartare, poiché, vista l'estrema mutevolezza della forza di gravità solare (cambia non solo da pianeta a pianeta, ma anche in relazione ad un medesimo pianeta, essendo le orbite ellittiche, con conseguente continuo cambiamento della distanza dal Sole), è estremamente improbabile che i corpi esterni al sistema solare siano in grado di esercitare sul pianeta una forza attrattiva che sia sempre identica a quella esercitata internamente dal Sole, anche perché le orbite girano in virtù del fenomeno della precessione.
Quindi nel mio libro sono arrivato alla conclusione che la forza centrifuga che, opponendosi alla centripeta, dà origine al pendolo, deriva dallo stesso Sole.
Solo così si può spiegare la perfetta identità, sempre e comunque, tra la forza centripeta e quella centrifuga.
Ho ipotizzato, quindi, che ad una certa distanza dal Sole, ma il principio vale per tutti i corpi celesti, il corpo non generi solo una forza attrattiva, ma a questa si aggiunga una forza repulsiva (centrifuga quindi), che determina la formazione del pendolo.
Ma se i pianeti sono sottoposti anche ad una forza centrifuga, oltre a quella centripeta, come è inequivocabilmente confermato dal formarsi di un pendolo nel sistema solare, allora il sistema einsteiniano comincia ad entrare in crisi.
Einstein, infatti, concepiva la forza di gravità non come una forza misteriosa che agisce a distanza tra i corpi, ma come la conseguenza della curvatura dello spazio, ma di certo non ha mai teorizzato l'esistenza anche di una forza centrifuga agente sui pianeti, che invece esiste, come è confermato dalla configurabilità del pendolo.
Pertanto, nel mio libro giungo a questa conclusione: l'orbita dei pianeti è curva non perché lo spazio è curvo attorno al Sole, ma perché la forza attrattivo-repulsiva generata dal Sole dà vita ad un pendolo, ed è noto che l'orbita del pendolo è curva.
Se lo spazio non è incurvato dalla massa, il tempo non si dilata e non si contrae, e la velocità della luce non va considerata una costante (benché resta il valore della velocità più alto raggiungibile in natura), quindi la teoria della relatività di Einstein comincia a dir poco a vacillare.
Questo è in sintesi il succo del mio libro, ma tanto altro si può leggere in esso.
Questo post non vuol essere una pubblicità al mio libro, ma, visto che sono stato più volte invitato dagli utenti di questo forum e dagli amministratori a divulgare i risultati numerici della mia teoria, mi sono deciso a pubblicarli, anche perché, ormai, il libro è stato pubblicato.
Spero che la discussione si mantenga su toni civili, ed invito gli amministratori a vigilare affinché ciò avvenga.
Cordiali saluti.
_________________ Bisogna aspettare un altro po'...
Ultima modifica di lennyus il lunedì 5 dicembre 2016, 22:51, modificato 1 volta in totale.
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