Io rispondo a Danzi:
Se Einstein ha ragione temo di sì. Se la luce un limite invalicabile allora le scale cosmiche sono spaventose.
La relatività gioca uno scherzo simpatico: semplicemente corregge quella galileiana con un fattore, chiamato "fattore gamma", pari a 1/RADQ(1-v^2/c^2)
Finchè v<c la radice ha argomento positivo, e le cose funzionano. Se v=c la radice è nulla, e gamma diventa infinito. Se v>c la radice ha argomento negativo e restituisce un numero immaginario.
Secondo le trasformate di Lorentz, che codificano la relatività einsteniana e permettono di passare da un sistema di riferimento all'altro, lo spazio si contrae e il tempo si dilata.
Vorrà dire che se io vedo qualcosa muoversi lo vedrò più corto, o lui vedrà me più lento.
Immaginiamo di spingere un'astronave verso Alfa Centauri (distante 4,36 anni luce) a velocità pari al 99,99% di quella della luce.
Il fattore gamma è di 70.7. Significa che vedrò la distanza che mi separa da Alfa Centauri pari a 4,36/70,7, cioè circa 22 giorni luce. Che impiegherò quindi 22 giorni a percorrere (andando al 99,99% della velocità della luce)
Ma un osservatore esterno vedrà la mia astronave allontanarsi (sempre al 99,99% di c) e percorrere la distanza in, appunto, 4,36 anni di tempo. E quindi vedrà i miei orologi muoversi 70,7 volte più lenti. Un secondo passato sull'astronave sono 70,7 sulla Terra che la guarda andare via.
(Attenzione al paradosso dei due gemelli, intervengono effetti di accelerazione e decelerazione che vanificano la simmetria dei due sistemi di riferimento)
In pratica l'umanità è SICURO che si espanderà su altri pianeti. La specie umana è, biologicamente, una specie "cosmopolita invasiva", come ratti, scarafaggi e virus. Lo farà con grandi astronavi colonie che in pochi mesi porteranno schiere di coloni su pianeti lontani 10, 100 anni luce. Ma tali pianeti non potranno mai comunicare tra loro. In pratica l'umanità perderà la coscienza della propria estensione.
Un po' come i formicai sulla Terra. Immaginate che esista un unico formicaio inziale. Tale formicaio comincia a mandare delle nuove regine a fare colonie. Queste colonie una volta cresciute faranno altre colonie a loro volta. A un certo punto la distanza tra la colonia e il formicaio madre iniziale sarà tale che nel tempo che impiega l'informazione (trasportata da una formichina, che ipotizziamo immortale) a raggiungerlo, tale colonia avrà a sua volta fondato colonie. Quindi quando la formichina dirà al Centro "Nuova colonia fondata" tale colonia ne avrà già fondate decine. Infine il tempo che impiegherebbe tale informazione ad andare dal Sud America all'Australia è talmente spaventoso per una formica che non ha senso parlare di comunicazione, e i due formicai non sapranno mai l'uno dell'altro.
È stranamente inquietante come cosa, l'umanità non saprà mai quanto è grande di qui a un millennio!

Se mio propropropronipote guardando Tau Ceti deciderà di andare a trovare i coloni che ivi abitano arriverà 10 anni dopo questa decisione, magari avendoci impiegato 1 secondo...
Un fotone, che viaggia esattamente a c, possiede un fattore gamma infinito, e quindi vede l'universo puntiforme e contemporaneamente in ogni suo istante!
Ovviamente se la teoria di Einstein fosse una approssimazione di qualcosa di più grande (come la meccanica classica lo è per la relativistica e la quantistica) che permette viaggio ultraluce tutto questo discorso non ha senso, e la situazione futura è più simile a quella di Star Wars.