Leggo solo oggi il tuo post, altrimenti sarei intervenuto prima!
Ugo, che mi conosce dall'
altro forum, sa bene che questo per me è un invito a nozze o, come si dice, che "le api vanno sempre dove c'è il miele".
Ugo, quindi, non me ne vorrà, ma non posso condividere la sua visione bucolica sulla serenità di rapporti fra cosmologi, in quanto non è esatto che non ci siano grandi dispute fra scienziati, nè nel mondo dei dilettanti come noi; per quest'ultimo, vedi ad esempio un altro forum (per ovvie ragioni, cito solo un sito USA:
http://www.bautforum.com, sezione "Against the Mainstream"; thread "More from Arp et al.") e te ne renderai conto.
Quanto alla "teoria" di Arp, è bene aggiungere prima qualcosa, dando per scontata la conoscenza di quanto sta alla base della questione, e cioè la famosa relazione di Hubble (la chiamano "legge", ma legge scientifica non è) tra lo spostamento delle righe spettrali verso il rosso, la velocità di recessione e la distanza di una galassia: quella che ha dato uno dei due supporti fondamentali (l'altro è la radiazione cosmica di fondo) alla teoria del Big Bang.
E dunque:
1) tutto nasce dalle osservazioni, fatte da Arp assieme ad altri colleghi, in particolare i coniugi Burbidge, che da metà degli anni '60 in poi hanno dato origine a quelle che oggi sono chiamate "associazioni di redshift discordanti", cioè situazioni in cui esiste una galassia a basso redshift e si sono individuati collegamenti fisici (scie o getti di materia, particolari perturbazioni, sovrapposizioni nelle immagini) con "quasar" ad alto o altissimo redshift che quindi, applicando la relazione di Hubble, dovrebbero essere posti a distanze enormemente superiori a quella della galassia.
E' evidente la contraddizione con la teoria attualmente "standard": se queste associazioni fisiche venissero confermate senza ombra di dubbio (perchè è qui il problema: non è facile accertare le cose quando è in gioco un campo vasto quanto l'Universo), cadrebbe prima di tutto il principio redshift=velocità=distanza, e con esso un sostegno fondamentale del Big Bang.
Ma subito dopo dovrebbe essere data anche una spiegazione del redshift diversa dall'effetto Doppler, in quanto non potrebbe più derivare dall'abbinamento velocità/distanza.
2) Su quest'ultimo punto si innesta quella che tu hai definito la teoria cosmologica "alternativa" di Arp, che in verità è una ipotesi scientifica più che una teoria vera e propria, e che è stata sviluppata, in collaborazione con Arp che ha un background più tecnico, da Jayant Narlikar, che in campo astrofisico e cosmologico è in grado di dire la sua con autorevolezza.
Questa ipotesi teorica, chiamata "Ipotesi della massa variabile", che risale a circa 15 anni fa e in qualche modo si inserisce nel più illustre filone delle teorie cosmologiche "stazionarie" (la storica, dello "Stato Stazionario" di Hoyle e la successiva dello "Stato Quasi-Stazionario" di Hoyle, Burbidge e Narlikar, cui lo stesso Arp collaborò a suo tempo), muove dalla constatazione, per certi versi ancor più clamorosa delle associazioni di redshift discordanti, che la misura dei redshift dei quasar, più si va avanti con le indagini (oggi i quasar si contano a milioni), più sembra addensarsi attorno a picchi di valori quantizzati, quindi non nel continuo come sarebbe logico attendersi se fosse una semplice relazione con la velocità di recessione dell'oggetto. Quindi potrebbero esistere cause legate alla struttura intima della materia e della sua evoluzione. In effetti, Arp e Narlikar sostengono che il redshift è un indicatore dell'età dell'oggetto ("z" alto=oggetti giovani=quasar; "z" basso=oggetti vecchi=galassie), e non della sola velocità di recessione (che potrebbe continuare in parte a sussistere, ma senza più una diretta correlazione con la distanza, ma legata al solo moto proprio locale del quasar).
Questo in breve (e mi accorgo di essere stato lungo!), ma mi pare già sufficiente a far capire come sia normale che attorno a queste visioni così discordanti del modello cosmologico ci si accapigli, e quanto i sostenitori della teoria "standard" del Big Bang, forti della loro preponderanza all'interno delle istituzioni scientifiche, tendano a passare sotto silenzio, quando non a combattere con decisione, le voci discordanti.
Senza pretendere di spiegare il perchè e il percome, cito solo che Arp, che ha lavorato a lungo presso i più importanti osservatori degli USA, da anni ha dovuto spostarsi in Germania (Max-Planck Institute) per poter proseguire le sue ricerche, in quanto gli veniva ormai sistematicamente negato il tempo-telescopio necessario, mentre altri ricercatori (la schiera in questi ultimi anni si è allargata, abbiamo anche un italiano molto bravo) pubblicano i loro lavori in sordina, per non esporsi troppo, ecc.
Per finire, dove reperire informazioni?
- primo: vai sul sito di Arp (
http://www.haltonarp.com/) e troverai un po' di notizie;
- trovi pubblicazioni interessanti (frammiste a molte altre, di ogni branca scientifica e letteraria, purchè "non ortodosse") sul sito del prof. Bartocci (
http://www.cartesio-episteme.net/), che pubblica articoli di Alberto Bolognesi, e dove troverai altri link;
- ancora, se vuoi leggere la pubblicazione del lavoro di Arp-Narlikar sulla loro ipotesi di "Flat spacetime cosmology", lo trovi a questo link:
http://articles.adsabs.harvard.edu/cgi- ... type=.pdf;
- sul sito NASA-ADS (
http://adswww.harvard.edu/), infine, puoi fare ricerche in generale, con parole chiave e con nomi di autori.
Termino qui questo lunghissimo post sperando di non essere stato noioso; se vorrai, potremo comunque continuare.
Ciao.