Vi riporto questo interessante articolo tratto dal sito della nota rivista astronomica
www.coelum.comSembra, da studi sulla gigante rossa che proseguono ormai da oltre 15 anni, che in questo lasso di tempo il diametro di Betelgeuse si sia ridotto di circa il 15%.
Come mai? Ancora gli astronomi non sanno darsi una risposta.
Io invece vi chiedo, ma Betelgeuse non potrebbe esplodere da un momento all'altro, in una immensa supernova? Che questo fenomeno sia un indizio di quello che sta per accadere?
Chissa...spero che l'articolo sia di vostro gradimento, potrebbe anche servire da spunto per aprire una bella discussione in merito.
Se dovessimo mettere Betelgeuse al posto del Sole, la stella si estenderebbe fin dalle parti dell'orbita di Giove, mostrandoci dunque in modo estremamente chiaro il significato del termine "supergigante". Le incredibili dimensioni di questa stella hanno da sempre attirato l'attenzione degli astronomi desiderosi di misurare direttamente il diametro di una stella che non fosse il Sole, con risultati non sempre confortanti. Nel 1921, per esempio, Francis Pease e Albert Michelson ci provarono con un interferometro ottico, concludendo che Betelgeuse era grande quanto l'orbita di Marte. Al di là dei vari tentativi, comunque, questa stella è una delle pochissime che all'occhio del telescopio spaziale Hubble appaiono come un piccolo disco e non come un punto di luce.
Il confronto tra le varie misurazioni non è mai stato fatto, anche perchè si era consapevoli che sarebbe stato poco significativo. La lunghezza d'onda alla quale si effettua l'osservazione, infatti, influenza enormemente le misurazioni, dato che l'emissione e l'assorbimento dell'atmosfera di Betelgeuse rendono praticamente impossibile stabilire con certezza dove sia la superficie stellare.
Da quando, però, si è potuto contare su misurazioni omogenee, tale confronto è diventato possibile e ha portato interessanti sorprese. Dai primi anni Novanta, infatti, Charles Townes e altri ricercatori hanno osservato Betelgeuse con ISI (Infrared Spatial Interferometer), un sistema di tre specchi del diametro di poco superiore al metro e mezzo che osserva alla lunghezza d'onda di 11 micron. Sono stati proprio la lunghezza d'onda favorevole e l'omogeneità dei risultati garantita dall'impiego di uno stesso strumento che hanno permesso ai ricercatori di confrontare le misurazioni di questi 15 anni.
Townes e il suo collega Edward Wishnow hanno pubblicato i risultati di questo confronto su Astrophysical Journal Letters, illustrando come dal 1993 il diametro di Betelgeuse si sia ridotto di oltre il 15 per cento. Nonostante questa importante diminuzione, però, la magnitudine della stella, regolarmente tenuta sotto controllo dall'American Association of Variable Star, non ha mostrato negli anni nessuna significativa variazione. "Proprio non sappiamo quali sono le cause di questo restringimento" - ha sottolineato Wishnow presentando il lavoro al Meeting dell'American Astronomical Society svoltosi a Pasadena.I ricercatori sono aperti a ogni possibile spiegazione, compresa l'errata misurazione causata dall'esistenza di gigantesche celle di convezione sulla superficie stellare.
Nel frattempo, Townes - 94 anni a luglio - e Wishnow continuano a tenere d'occhio Betelgeuse. Chissà che non emerga qualche regolarità in questo suo strano comportamento.
Cieli sereni
