Ecco un'interessante articolo che ho trovato sul sito della nota rivista astronomica...
Tratto dal sito
www.coelum.comPartiamo con una buona notizia: il nostro pianeta è al sicuro e non dovrebbe correre il rischio di imbattersi in uno delle centinaia di massicci buchi neri rimasti a spasso dopo le concitate fasi di costruzione della Via Lattea. Secondo lo studio di Ryan O'Leary e Avi Loeb (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics) di prossima pubblicazione su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, infatti, le regioni periferiche della nostra Galassia ospiterebbero centinaia di buchi neri con massa da mille a centomila volte quella del nostro Sole.
Situati in origine nel nucleo delle piccole galassie che si andavano gradualmente aggregando per formare la Via Lattea, è possibile che alcuni buchi neri, in occasione di tali drammatici incontri, abbiano ricevuto un energico spintone che li ha allontanati con violenza. Strappati dalla loro piccola galassia d'origine, sono comunque rimasti gravitazionalmente ancorati alla galassia più grande che si andava via via formando. Sarebbero finora sfuggiti a ogni individuazione perchè l'unico modo per "vedere" un buco nero è quando si accresce a spese di un disco di materia che gli orbita intorno. E quando il disco di accrescimento non c'è, sfuma con esso la nostra possibilità di individuare il buco nero. Secondo i due ricercatori, però, non tutte le speranze sarebbero perdute.
Quando sono stati separati dalla loro galassia natia, infatti, questi buchi neri vagabondi avrebbero trascinato con sè un pugno di stelle, quelle poche che si trovavano sotto il loro inesorabile controllo gravitazionale. Sarebbero dunque questi sparuti gruppetti di stelle in rapida orbita intorno al buco nero che le governa le tracce da seguire in questa caccia cosmica. Visto l'esiguo numero di astri che li compone, questi piccoli ammassi stellari avrebbero un aspetto esteriore che potrebbe facilmente ingannarci, facendoceli scambiare per singole stelle. Ci penserebbe però l'analisi spettrale a svelarci la loro vera natura.
"Finora gli astronomi non si sono mai curati di cercare una simile popolazione nell'alone della Galassia - ha sottolineato Loeb - ma adesso che sappiamo cosa aspettarci possiamo esaminare le survey del cielo a nostra disposizione e vedere se riusciamo a scorgerli".
Buona caccia, allora!
Links - Collegamenti:
http://www.cfa.harvard.edu/news/2009/pr200912.html