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Autore Messaggio
MessaggioInviato: domenica 21 ottobre 2007, 13:51 
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Iscritto il: venerdì 6 aprile 2007, 23:47
Messaggi: 969
Località: Caltanissetta
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
E' la prima volta che scrivo in questa sezione... ed è strano perchè sono state proprio le mie domande sulla cosmologia e sulla vita nell'Universo che, nell'adolescenza, mi hanno portato ad avvicinarmi nel mondo dell'astronomia e delle scienze in generale.

...ieri sera dopo cena e prima di andare a vedere Stardust, ho fatto
un giro in libreria. La mia curiosità è stata subito catturata da un libro con copertina nero-lucida serigrafata con quell'argento che cambia colore in base all'inclinazione... il titolo:

"UNA FORTUNA COSMICA. LA VITA NELL'UNIVERSO: COINCIDENZA O PROGETTO DIVINO? di Paul Davies"

Immagine

Il titolo mi colpisce allora passo alla fase successiva, ovvero leggere il retro e le due copertine interne...

Sul retro: "Io prendo sul serio la vita, la mente e la finalità, e ammetto che l'universo quanto meno sembra progettato con un elevato livello di ingegnosità. Non posso accettare questi aspetti come uno scrigno di meraviglie che ci sono soltanto per caso, che esistono senza una ragiome."

Sulla copertina interna: " Per millenni gli uomini hanno osservato il cielo pieni di meraviglia, chiedendosi: perché siamo qui? Come ha avuto origine l'universo? E che senso ha la nostra esistenza nel cosmo? Fino a tempi recenti, la risposta a questi grandi interrogativi è stata appannaggio di preti e filosofi, ma oggi gli scienziati stanno cominciando a intervenire nel dibattito, con idee che sono insieme sorprendenti e profondamente controverse. Come ci racconta con chiarezza Paul Davies, le recenti scoperte scientifiche mettono in luce un fatto che lascia perplessi: molte caratteristiche fondamentali dell'universo fisico - dalla velocità della luce alla struttura dell'atomo di carbonio - sembrano calibrate in modo apparentemente miracoloso per permettere l'esistenza della vita. Spostamenti anche minimi nei valori di queste costanti potrebbero dare luogo a universi altrettanto fisicamente sensati del nostro, ma senza alcuna speranza di ospitare qualcosa di simile a uomini, piante e animali. Com'è quindi possibile che, di tutti gli universi, ci sia capitato in sorte proprio l'unico che sembra fatto su misura per produrre la vita? Abbiamo forse vinto una sorta di lotteria cosmica, il cui premio era la nostra stessa esistenza? Una teoria radicalmente nuova afferma, per esempio, che esistono davvero tutti gli universi possibili, ognuno dei quali è leggermente diverso dagli altri, e che si tratta di un caso se proprio il nostro, tra gli innumerevoli mondi paralleli, è risultato così favorevole alla vita. Ma secondo Davies la semplice statistica non può risolvere davvero l'enigma della nostra esistenza. Il fatto che il nostro universo abbia prodotto una forma di vita capace di consapevolezza e in grado di comprendere le leggi fisiche che lo governano non può essere solo una questione di fortuna, per quanto cosmica: il sospetto, allora, è che ci sia una trama più profonda, forse il dispiegamento di un progetto, se non, addirittura, l'intervento di un'entità superiore. Componendo in modo rigoroso ma vivace un quadro divulgativo delle maggiori teorie cosmologiche, Davies passa in rassegna tutte le risposte scientifiche all'enigma della nostra esistenza, compresa quella per la quale lui stesso propende, ma mette anche in evidenza come la scienza non abbia trovato la spiegazione definitiva che cerca da sempre, lasciando per il momento (ma per quanto tempo ancora?) senza conclusione certa questo dibattito millenario. "

In sintesi: "Da qualche tempo, fisici, astronomi e cosmologi hanno iniziato a rendersi conto di quanto molti dei parametri fondamentali dell'universo - dalla velocità della luce, alle caratteristiche dell'atomo di carbonio - siano calibrate in modo apparentemente miracoloso per permettere l'esistenza della vita: spostamenti anche minimi nei valori di queste costanti porterebbero ad universi altrettanto fisicamente realistici del nostro, ma senza alcuna speranza di ospitare qualcosa di simile a uomini, piante e animali. Com'è possibile che, di tutti gli universi possibili, ci sia capitato in sorte proprio l'unico che sembra fatto su misura per produrre la vita? Abbiamo forse vinto una sorta di lotteria cosmica, il cui premio era la nostra stessa esistenza? Nel suo nuovo libro, il fisico Paul Davies esamina la possibilità che esistano infiniti universi paralleli al nostro, ipotesi che incontra un credito sempre maggiore nella comunità scientifica e conclude che, visti i paradossi che una tale teoria comporta (come l'esistenza di infinite copie di noi stessi impegnati in infinite vite quasi del tutto uguali alla nostra), essa sia da rifiutare. Ma qual è, allora, la spiegazione della nostra fortuna cosmica? Secondo Davies, non esistono universi alternativi, ma solo il nostro, in cui le osservazioni che compiamo oggi potrebbero contribuire a modellare la natura della realtà nel passato remoto. Con una chiarezza impareggiabile, Davies ci mette di fronte una prospettiva rivoluzionaria: la vita e la coscienza umana non sarebbero casuali sottoprodotti dell'evoluzione cosmica, bensì i suoi attori decisivi. "

Paul davies è noto per le sue ricerche nel campo dei buchi neri, della cosmologia e della teoria dei quanti. Ha insegnato nelle Università di Londra, Cambridge, Newcastle e Adelaide. Ha vinto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il premio Templeton, la medaglia Kelvin da parte dell'UK Institute of Physics e il premio Faraday della Royal Society. L'asteroide 1992OG è stato ufficialmente ribattezzato col suo nome in suo onore. Ha pubblicato: L'universo che fugge (1979), Dio e la nuova fisica (1984), La mente di Dio (1993,), I misteri del tempo (1996, premio Rhone-Poulenc), Da dove viene la vita (2000), Come costruire una macchina del tempo (2003).


Sperando di fare cosa gradita a chi come me non conosceva quest'autore e i suoi lavori, (che spero un giorno di leggere tutti).

Buona lettura....

Massimo Miraglia

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"...lo specializzato, è quella persona che sa sempre di più su sempre meno, fino a sapere tutto di...nulla!!!" (Arthur Bloch)

I miei strumenti e molto altro sul mio blog: http://massimomiraglia.blogspot.com/


Ultima modifica di syn@psy il domenica 28 ottobre 2007, 23:01, modificato 3 volte in totale.

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MessaggioInviato: domenica 21 ottobre 2007, 14:18 
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Iscritto il: venerdì 15 dicembre 2006, 13:36
Messaggi: 374
Che coincidenza, proprio ieri sera entrando in una libreria a Lecce, mi trovo davanti proprio quel libro, ma per mancanza di tempo non ho potuto più di tanto dargli la giusta attenzione. Appena potrò lo farò senz'altro.


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MessaggioInviato: domenica 21 ottobre 2007, 21:24 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 14:35
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Località: Padova
Cita:
spostamenti anche minimi nei valori di queste costanti porterebbero ad universi altrettanto fisicamente realistici del nostro, ma senza alcuna speranza di ospitare qualcosa di simile a uomini, piante e animali

Se i valori di queste costanti fossero diversi forse sarebbero altri esseri (e non noi) a farsi le stesse domande.
Sarebbe come chiedersi se è una coincidenza che tutti i giocatori di basket sono particolarmente alti o se è una coincidenza che nei fondali oceanici vivono strane creature resistenti alle enormi pressioni (creature così diverse dai caprioli).

Donato.


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MessaggioInviato: domenica 21 ottobre 2007, 22:05 
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Iscritto il: giovedì 7 dicembre 2006, 23:07
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Quoto Donato :)

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Tutto ciò che dà fastidio al potere e alle buone coscienze, questo è Marcos. E, per questo, tutti noi che lottiamo per un mondo diverso, per la libertà e l'emancipazione dell'umanità, tutti noi siamo Marcos.


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MessaggioInviato: domenica 21 ottobre 2007, 22:10 
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Iscritto il: venerdì 19 ottobre 2007, 22:16
Messaggi: 10
[quote="Se i valori di queste costanti fossero diversi forse sarebbero altri esseri (e non noi) a farsi le stesse domande.
Sarebbe come chiedersi se è una coincidenza che tutti i giocatori di basket sono particolarmente alti o se è una coincidenza che nei fondali oceanici vivono strane creature resistenti alle enormi pressioni (creature così diverse dai caprioli)."][/quote]

Di sicuro caro il mio doduz non ci sarebbero alcuni esseri perchè come cerca di farci capire il noto fisico Hawking bastava che il big bang fosse stato lungo un miliardesimo di secondo in più o in meno e l'universo sarebbe ricollassato su se stesso. In un solo millesimo di secondo l'universo si è espanso a dismisura a una velocità mostruosa a un calore terrificante (teoria del Big Bang caldo) per poi qualche secondo dopo fermarsi e stazionarsi in condizioni in cui ancora oggi lo ritroviamo (apparte la sua grandezza che è in costante (?) crescita).
Qualcuno ipotizza che il nostro universo sia partito dal big bang come l'effetto di una molla in cui la costante k è infinitamente elevata ma che arrivato ad un certo punto dovrà ritrarsi; in parole povere quest'allungamento del nostro universo durerà ? per quanto tempo ? è veramente in un "effetto molla" che lo farà ritrarre e ricollassare su se stesso ?
Io personalmente non credo in Dio e cose così perchè sono un uomo di scienza e se qualcuno mi viene a dire "cazzo questo l'ha fatto Dio tu non devi entrarci in merito" io non ci stò. L'universo è nato e il come e perchè non lo sappiamo ma non penso che sia giusto inventarci che un DIo lassù abbia fatto tutto questo per far nascere noi, si sia scritto su un foglio miliardi di regole fisiche così precise e regolari.
Io penso una cosa, se voi conoscete un po come funzionano i Buchi Neri saprete che più ci si avvicina a loro più il tempo e lo spazio diventano inversamente proporzionali fino a che non si annullano a vicenda e diventano infiniti col raggiungere la Singolarità. Io penso che all'inizio del Big Bang il tempo e lo spazio fossero in un'altra concezione, un milionesimo di secondo avrebbe potuto equivalere a 10 mila anni. Voi che ne dite ? Se fosse così lo stesso universo avrebbe potuto impiegare pià tempo nel creare le sue "regole" e stazionarsi.
Voi che ne pensate ?

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La tragedia della vita è ciò che muore dentro ogni uomo col passar dei giorni. A. Einstein


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MessaggioInviato: domenica 21 ottobre 2007, 22:54 
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Iscritto il: lunedì 1 maggio 2006, 16:52
Messaggi: 5512
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Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ocio che stiamo toccando temi un pò caldi........
Secondo me le cose sono come sono, e non esiste un perchè, stanno in questo modo perchè l'universo si è creato in questo modo, oppure è stato creato (che ne so io?), ma anche nell'ipotesi che esista un dio, e che abbia creato il tutto per uno scopo, sarebbe assurdo pensare che siamo in grado di capire il perchè del comportamento di un eventuale Dio!
Quindi state sereni!!
ciao
Davide

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Davide Ghiso
Meade Schmidt-Newton 6" (763mm F/5) - William Optics Zenithstar 66 ED - Eq6 skyscan Barlow 2x e 4x apo coma - Oculari meade superploss 26mm
Kellner 20 e 4 mm Ploss 10mm - Hiperion 8mm - Atik 383l+ monocromatic
filtri baader 36mm R,G,B,L,H-alpha - magzero mz_5 bn
Gruppo Astrofili Volontari Ingauni Albenga SV

Davide Ghiso
ma chi sarà mai questo Dario Fo!?


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MessaggioInviato: venerdì 26 ottobre 2007, 13:13 
La risposta alla domanda fondamentale su la vita, l'universo e tutto quanto è nota da ormai lungo tempo: 42
:wink:


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MessaggioInviato: venerdì 26 ottobre 2007, 13:25 
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Iscritto il: domenica 12 febbraio 2006, 16:08
Messaggi: 92
Fede67 ha scritto:
La risposta alla domanda fondamentale su la vita, l'universo e tutto quanto è nota da ormai lungo tempo: 42
:wink:


:D...

P.S. avevo scritto la domanda su un pezzo di carta, ma lo ho perso...


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MessaggioInviato: venerdì 26 ottobre 2007, 13:43 
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42 ? :shock:

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MessaggioInviato: venerdì 26 ottobre 2007, 15:09 
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Località: Liguria
Sulle qualità scientifiche di Paul Davies, ovviamente, non ci piove.

Però, io direi: mah!....
Perchè non mi convince il dilemma "coincidenza-progetto divino". Non è possibile ammettere anche la semplice casualità?

E poi, non so il libro, ma dalla sintesi che sin@psi ha riportato mi pare di intravvedere un barlume di principio antropico e -malgrado la presa di distanza da "preti e filosofi"- un tocco di atto di fede, magari verso una religione laica ma pur sempre religione.

Questo a parte qualche considerazione sul fatto che
Cita:
...secondo Davies, non esistono universi alternativi, ma solo questo, in cui le osservazioni che l'uomo compie oggi potrebbero contribuire a modellare la natura della realtà nel passato remoto. La vita e la coscienza umana non sarebbero casuali sottoprodotti dell'evoluzione cosmica, bensì i suoi attori decisivi.

Qui sarà interessante capire su quali basi Davies esclude l'esistenza di altri universi (ipotizzata da fior di cosmologi), mentre il resto pare (scusate l'impertinenza) piuttosto ovvio -quando afferma che l'uomo con le osservazioni presenti cerca di scoprire il passato: qualcuno ne dubitava?- e magari anche corrivo (verso la fede religiosa) -quando pone l'uomo al centro dell'evoluzione cosmica.
Aria di restaurazione, ragazzi! Non per niente in certe scuole del Nuovo Mondo si torna ad insegnare il creazionismo.

Ma questo non vuole affatto dire che il libro sia da scartare, anzi: è proprio per questo che si deve leggere e cercherò di farlo.

Avrei qualche annotazione all'intervento di diego, che per comodità farò in un post successivo.

Cordialità.

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