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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: E=mc2 all'italiana
MessaggioInviato: giovedì 12 aprile 2007, 20:29 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 22:20
Messaggi: 96
Località: Bastia Umbra
C'è un articolo oggi sul Corriere.it che cita un articolo del Guardian, ispirato dallo studioso perugino Umberto Bartocci sulle intuizioni di tal Olinto De Pretto che finirono per influenzare Einstein.....


Curioso e interessante dal punto di vista storico, un pò meno meno da quello di vista fisico, forse solo un escamotage per pubblicizzare la riedizione del libro di Bartocci :twisted: 8)




E=mc2: "Tutto merito dell'italiano Olinto"

La tesi di un docente di matematica dell'Università di Perugia, ripresa dal quotidiano britannico "The Guardian"

MILANO - L'equazione della relatività di Einstein non sarebbe, in realtà, di Albert Einstein, bensì di un matematico autodidatta italiano, Olinto De Pretto. La sconcertante rivelazione arriva dal serissimo giornale inglese “Guardian” che già otto anni fa aveva raccontato la genesi della celebre formula della relatività (il tempo e il movimento sono relativi alla posizione dell’osservatore, se la velocità della luce è costante), altrimenti conosciuta come E=mc2 (l’energia è uguale al prodotto della massa per il quadrato della velocità della luce) e che nell'edizione di martedì scorso ha riproposto la controversa questione circa la primogenitura dell’equazione forse più famosa al mondo.
Stando a quanto si racconta, il 23 novembre del 1903 l'italiano De Pretto, un industriale di Vicenza con la passione per la matematica, avrebbe pubblicato sulla rivista scientifica Atte un articolo dal titolo “Ipotesi dell’etere nella vita dell’Universo”, in cui sosteneva che “la materia di un corpo contiene una quantità di energia rappresentata dall’intera massa del corpo, che si muovesse alla medesima velocità delle singole particelle”. Insomma, la celebre E=mc2 spiegata parola per parola, anche se De Pretto non mise la formula in relazione con il concetto di relatività, ma con la vita dell’universo.
Secondo la ricostruzione fatta dal professor Umberto Bartocci, docente di Storia della matematica all’Università di Perugia, questo difetto nell’impostazione di De Pretto sarebbe stato il motivo per cui inizialmente il significato dell’equazione non venne capito. Solo successivamente, nel 1905, lo studioso svizzero Michele Besso avrebbe avvisato Albert Einstein del lavoro svolto due anni prima da De Pretto e delle conclusioni alle quali era arrivato, che il geniale fisico e matematico avrebbe poi fatto sue, senza tuttavia attribuire alcun merito all’italiano.
Questa, ovviamente, è la tesi di Bartocci, alla quale il professore ha dedicato pure un libro, pubblicato nel 1999 da Andromeda: Albert Einstein e Olindo De Pretto – La vera storia della formula più famosa del mondo, dove viene appunto spiegata la teoria della “contaminazione einsteiniana” ad opera di De Pretto, morto nel 1921. «De Pretto non scoprì la relatività – ha riconosciuto Bartocci – però non ci sono dubbi sul fatto che sia stato il primo ad usare l’equazione e questo è molto significativo. Sono anche convinto che Einstein usò le ricerche di De Pretto, sebbene questo sia impossibile da dimostrare». Nel corso degli anni ci sono poi state altre polemiche circa i contributi scientifici che avrebbero permesso ad Einstein di scoprire e rendere pubblica la rivoluzionaria formula nel 1905 e fra questi, particolarmente importanti si dice siano state le ricerche del tedesco David Hilbert.
Sembra, però, impossibile porre fine alla controversia e nemmeno Edmund Robertson, professore di matematica dell’Università di St.Andrew, è riuscito nell’intento: «Una grande parte della matematica moderna è stata creata da gente a cui nessuno ha mai dato credito, come ad esempio gli Arabi – ha raccontato Robertson al Guardian - Einstein può avere preso l’idea da qualcuno, ma le idee stesse arrivano da ogni parte. De Pretto merita sicuramente credito per gli studi che ha svolto e il contributo che ha dato, se queste cose si possono provare. Ma ciò non toglie, comunque, che la genialità di Einstein resti indiscutibile». Il dubbio persiste, le polemiche pure, la sola certezza è proprio quell’equazione E=mc2, di cui tutti, almeno una volta, hanno sentito parlare.

Simona Marchetti
12 aprile 2007



Questo è l'articolo del Guardian

http://www.guardian.co.uk/international ... 24,00.html



Questo è il sito del Prof. Bartocci (dal quale si evince il suo essere uno scienziato sempre contro corrente).

http://www.cartesio-episteme.net/

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L'ignoranza è più vicina alla verità del pregiudizio. (Denis Diderot)


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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: lunedì 16 aprile 2007, 6:55 
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Iscritto il: lunedì 1 maggio 2006, 9:16
Messaggi: 342
Località: Prov-Venezia
Strana persona il Bartocci! :D

Però un conto è capire che in ogni corpo cè dell'energia correlata alla sua massa e alla velocità, un conto è capire il concetto di relatività applicando la constanza della velocità della luce a qualsiasi sistema di riferimento.

Ciauz

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osservo con ETX 105PE, ETX 70AT, Newton Konuscope 114/900 su EQ3.2, dobson Marcon 150/900 degli anni '70.
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MessaggioInviato: martedì 1 maggio 2007, 1:30 
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Iscritto il: mercoledì 20 dicembre 2006, 2:27
Messaggi: 880
Località: Pavia
Insomma...

“la materia di un corpo contiene una quantità di energia rappresentata dall’intera massa del corpo, che si muovesse alla medesima velocità delle singole particelle”

Ovvero... un corpo che si muove ha una sua "energia" che è data dalla somma delle enrgie cinetiche delle singole particelle che compongono il corpo stesso?

Un signor de Lapalisse italiano!!! :wink:

Che c'azzecca con la formula di Einstein?

Bah...

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