Ciao, Virginio.
Fai benissimo a esporre e mettere in risalto i principi fondamentali su cui si basano l'emissione e la ricezione di onde elettromagnetiche. Ci siamo. Cariche che oscillano in un circuito (accelerando e decelerando) emettono onde elettromagnetiche che si propagano nello spazio e che, a loro volta, inducono oscillazioni di cariche nel circuito ricevente. E poi c’è tutta la codifica dei segnali e così via …
I nostri ragazzi le sanno ancora queste cose? Rischiamo di impantanarci nelle app degli smart e dimentichiamo allegramente tutto ciò che c’era all’origine. (Sono quasi preoccupato, in tutta sincerità).
Comunque, in questo modo si apre un campo d'indagine molto vasto, poco accessibile a chi è abituato ad indagare nel Cielo principalmente nella piccola finestrella del visibile. Sappiamo del resto che la vera Astronomia spazia su tutto il range delle onde elettromagnetiche. E quante cose sono state scoperte, storicamente, fuori dalla minuscola finestrella di onde che i nostri occhi possono percepire!
Per pura curiosità, forse anche un po' OT, aggiungo questa tabella che mi ha sorpreso.
FreqRA.pdf (radioastrolab.it)A questo punto, però, sorgono spontanee delle domande.
Forse se n’è già parlato, perdonatemi se non ho studiato attentamente tutti i post precedenti.
Per dare corpo all’indagine (o anche semplicemente per chiarire se ci sono possibilità di successo) alcune cose essenziali andrebbero ribadite.
Quanto è piccolo (o grande) il segnale che andiamo a sondare? Quanto emerge rispetto al rumore di fondo? Che metodo possiamo usare per essere sufficientemente sicuri di identificare la fonte del segnale?
La discussione, ribadisco, è
straordinariamente interessante anche solo per cominciare a parlare di questo argomento "misterioso" (parlo per me stesso).