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Autore Messaggio
MessaggioInviato: venerdì 9 ottobre 2015, 19:54 
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Iscritto il: mercoledì 9 agosto 2006, 22:46
Messaggi: 36
Località: Versilia
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Salve, ho seguito intensamente l'assemblea generale del 2006, proprio perché da essa dipendeva la definizione di Pianeta, 2 o 3 volte al giorno cercavo online tutte le notizie possibili su di essa. Quindi mi "permetto" di entrare improvvisamente in questa discussione.
Vi ricordo che prima dell'agosto 2006 non esisteva una definizione ufficiale di Pianeta, e le scoperte degli anni precedenti avevano posto la questione di mettere dei paletti al significato di questo termine. Mi ricordo che Brown disse che se Plutone era un pianeta anche 2003 UB313 doveva esserlo.
Mi ricordo anche che esisteva una commissione di 5 eminenti astronomi planetari che chiese all'assemblea di votare una definizione di pianeta nel quale tutti i corpi che avevano forma sferica (o avevano raggiunto l'equilibrio idrostatico che dir si voglia) e che ruotavano intorno al Sole erano da considerarsi Pianeti. Bocciata.

Secondo me gli astronomi hanno voluto semplicemente stabilire un criterio facilmente determinabile per differenziare i Pianeti classici dalle centinaia di altri corpi in orbita intorno al Sole.
Hanno trovato questo criterio nella capacità di ripulire i propri dintorni dagli altri corpi di massa analoga.
https://en.wikipedia.org/wiki/Clearing_the_neighbourhood
Purtroppo questo parametro tagliava fuori Plutone.
Secondo me la maggior parte degli astronomi non lo volevano tagliare fuori, ma sono stati costretti a farlo per onor di classificazione scientifica e per evitare che corpi anche più piccoli di Cerere dovessero entrare nella stessa classe di corpi come Saturno o la Terra. Un po' eccessivo direi.

Mi par di ricordare che si vociferava anche di usare come criterio (per salvare Plutone) la differenziazione interna tra un nucleo e un mantello. Ma ovviamente con tale definizione adesso Plutone sarebbe ancora nel limbo, figuriamoci le centinaia di piccoli altri corpi di cui si conoscerà anche tra molti anni solo l'orbita e lo spettro superficiale. Direi che come definizione sarebbe stata ben poco pratica.

La classe dei Pianeti Nani mi è sembrata una classificazione appendice ai lavori fatti fin a quel momento.
La classe dei Plutoidi (non subito battezzata così) mi è sembrata riparatoria per gli scontentati della uscita di Plutone dallo status di Pianeta.

Sinceramente sono dell'opinione che la classe di appartenenza (è un concetto anche abbastanza fatuo, viste le possibili definizioni) non intacchi per nulla l'interesse che si può avere per un corpo celeste. Godiamoci lo spettacolo delle ultime immagini da Plutone che (personificandolo) se ne frega ben poco di queste quisquilie terrestri.

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Alcuni temono la notte, ma con amici come Andromeda, Orione e il Cigno nessuno deve più avere paura del buio.
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MessaggioInviato: giovedì 5 novembre 2015, 10:08 
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Iscritto il: lunedì 10 ottobre 2011, 13:57
Messaggi: 267
Bisogna distinguere tra i fatti di natura e le umane convenzioni.

La convenzione attualmente in uso sulla classificazione di cui si parla in questa discussione è nulla più che una convenzione. Una mera convenzione attualmente in uso che potrà subire delle modifiche in futuro.
Non vi sono fatti di natura dietro il fatto che Plutone fosse stato inizialmente classificato come pianeta e ora non lo sia più. Solo umana convenzione determinata da considerazioni che, in quel dibattito, erano sembrate maggiormente significative ai votanti (il fatto che i votanti fossero una minoranza degli aventi diritto al voto non inficia la validità del voto stesso: chi non vota pur avendone il diritto, semplicemente, lascia decidere ad altri perché ciò gli va bene).


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MessaggioInviato: giovedì 5 novembre 2015, 14:25 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Dal momento che i corpi celesti non hanno coscienza di sè, li possiamo considerare come vogliamo. Quella convenzione serviva ad evitare che il Sistema Solare avesse un numero di pianeti abbastanza imprecisato e in continuo aumento con le più recenti scoperte di transnettuniani. Allora già che ci siamo arriviamo almeno a 10, visto che usiamo il sistema decimale, aggiungendo anche Eris. Si, lo so, magari gli inglesi, appassionati al duodecimale, almeno per la moneta i pesi e le misure, forse opterebbero per 12, con Sedna e Makemake. Ma che ci volete fare?

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Ciò che non ha termine non ha figura alcunaLeonardo da Vinci


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MessaggioInviato: venerdì 6 novembre 2015, 13:10 
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Iscritto il: martedì 21 febbraio 2006, 18:08
Messaggi: 546
Località: Benevento
Ci dovrebbe stare bene in questa discussione: http://cosmos-book.github.io/how-many-p ... index.html

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MessaggioInviato: giovedì 14 gennaio 2016, 22:04 
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Iscritto il: lunedì 26 gennaio 2015, 10:26
Messaggi: 16
Località: Busto Arsizio
fabio_bocci ha scritto:
Dal momento che i corpi celesti non hanno coscienza di sè, li possiamo considerare come vogliamo. Quella convenzione serviva ad evitare che il Sistema Solare avesse un numero di pianeti abbastanza imprecisato e in continuo aumento con le più recenti scoperte di transnettuniani. Allora già che ci siamo arriviamo almeno a 10, visto che usiamo il sistema decimale, aggiungendo anche Eris. Si, lo so, magari gli inglesi, appassionati al duodecimale, almeno per la moneta i pesi e le misure, forse opterebbero per 12, con Sedna e Makemake. Ma che ci volete fare?

Uppo sto topic perché la discussione è interessante e volevo esprimere il mio parere.

Che Plutone sia da considerarsi "pianeta nano" concordo con la decisione dell'IAU anche se poi vorrei far notare un fatto. Ma andiamo avanti.

A quanto è palese poi il Sistema Solare l'ho sempre visto come un insieme in cui abbiamo una sorta di Serie A (quella dei 4 giganti gassosi) e di Serie B (quella dei 4 pianeti rocciosi) la cui massa di questi ultimi, se facciamo una somma, non arriva nemmeno al 12% del gigante gassoso più piccolo, ossia Nettuno.

Parlando poi di dimensioni abbiamo due satelliti (Ganimede di Giove e Titano di Saturno) che sono più grandi del pianeta più piccolo del Sistema Solare, ossia Mercurio.

Plutone poi è più piccolo della nostra Luna. Questo potrebbe già bastare per avere una base a seconda della quale classificarlo come pianeta nano.

Ma qui arrivo al punto di Plutone e pongo una domanda che può anche essere presa come una curiosità: di Plutone si considera Caronte come un satellite. Ora, dato che i due corpi orbitano attorno ad un centro di massa che è esterno al pianeta (il centro di massa del sistema Terra/Luna è invece interno al pianeta terra) non sarebbe più corretto classificare Caronte come un pianeta anch'esso e quindi considerare Plutone/Caronte come un "pianeta doppio"?

Altra domanda che pongo è la seguente: perché Plutone, Haumea, Makemake ed Eris (+ Ceres che però è interno) vengono considerati "pianeti nani" mentre non lo sono Quaoar e Sedna che sono più grandi di Ceres?


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MessaggioInviato: venerdì 15 gennaio 2016, 12:04 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Io sapevo che Quaoar e Sedna sono pianeti nani.

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MessaggioInviato: sabato 16 gennaio 2016, 19:52 
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Iscritto il: domenica 7 settembre 2008, 11:45
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Località: Roma
Tipo di Astrofilo: Visualista
Fabrizio Sciacco ha scritto:
A quanto è palese poi il Sistema Solare l'ho sempre visto come un insieme in cui abbiamo una sorta di Serie A (quella dei 4 giganti gassosi) e di Serie B (quella dei 4 pianeti rocciosi) la cui massa di questi ultimi, se facciamo una somma, non arriva nemmeno al 12% del gigante gassoso più piccolo, ossia Nettuno.

Il problema è che abbiamo perso il campionato... (o vinto, dipende dai punti di vista). :)
I pianeti interni hanno perso la loro atmosfera gassosa a causa della vicinanza al Sole, per effetto dei venti solari estremamente intensi presenti all'epoca della formazione del sistema solare.
Di sicuro nelle prime fasi di formazione la Terra doveva essere significativamente più massiccia, e così gli altri pianeti interni.

_________________
Marco Pierfranceschi,
autore dei libri:
- Il cielo ritrovato - guida pratica all'astronomia visuale (manuale)
- Breve guida all'astronomia amatoriale (vademecum)
- Ripensare le città (saggio)
- La Principessa Scimmia (fiaba/fantasy)
...nonché blogger (Mammifero Bipede, su Wordpress)


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