Per me la notizia nella notizia è che la nostra galassia è fatta da un 90% di Materia Oscura e non ne abbiamo trovata nemmeno un miliardesimo di grammo!
Io deduco che : O non esiste la DM, oppure che siamo veramente lontani dalle soluzioni che confermerebbero i nostri attuali modelli.-
Ma se non esiste la DM cade tutta l'attuale Cosmologia cosa che non mi sorprenderebbe affatto!
Ecco sempre l'esempio del fotogramma della pellicola infinita con il corollario che l'universo osservabile è infinitamente piccolo per poter estrapolare da esso le informazioni necessarie per la comprensione del tutto... E' semplicemente una lotta impari.
Ritornando in OT e quindi alla domanda primordiale che non può essere liquidata semplicemente nella maniera classica delle attuali "credenze" cosmologiche, bisogna analizzare a fondo le due questioni cruciali.
1) La gravità, che ancora oggi non ne conosciamo esattamente la natura (vedi gravitoni)
2) L'espansione dell'universo in luogo di un universo stazionario.
La prima non può che avere implicazioni che riconducono esattamente alla seconda domanda posta dall'interlocutore. Esemplificando al massimo, la materia (dall'istante in cui è possibile parlare di materia condensata) che compone almeno le due galassie in questione prima era "concentrata", ad un certo punto si sono formate due strutture che si sono trovate ad una distanza che per effetto della forte attrazione gravitazionale non poteva più aumentare (perché prima era concentrata)... Qui dovremmo condurre un passaggio al Big Bang e alle teorie delle fluttuazione...ma va da se che la cosa appare tutt'altro che lineare essendo l'universo in espansione.
La seconda, si basa su di una metodologia osservativa chiamata redshift che sarebbe l'equivalente dell'effetto doppler della radiazione elettromagnetica nel campo del visibile. Non sto qui a ripetere nel dettaglio la metodologia... la si trova scritta da tutte le parti, ma cominciamo con il dire che:
Già appare controverso comprendere se lo spostamento verso il rosso o verso il blu, sia una misura indiretta di una distanza o di una velocità. Dal mio punto di vista dovrebbe rappresentare la velocità con cui aumenterebbero le distanze, ma si capisce subito dato che si sostiene che l'universo si espande in maniera pure accelerata il riferirsi alla velocità o alla distanza appare tutt'altro che trascurabile.
Riferendosi ora alla metodologia si tratterebbe di capire come la lunghezza d'onda della radiazione elettromagnetica si possa "dilatare" in uno spazio che si espande
contrariamente alla direzione di propagazione... (e perché mai la radiazione si dovrebbe accorgere che lo spazio è vuoto, attraversato è in espansione
Ora le evidenze fotografiche e non solo, sulle discordanze dei redshift, misurati su un gran numero di galassie e sistemi misti costituiti da galassie e quasar, rispetto ai risultati attesi, sono tali e tanti che risulta veramente imbarazzante continuare ad attribuire al redshit il significato che gli abbiamo voluto per forza assegnare negli anni passati.
Più che esprimere velocità o distanze il redshift sembrerebbe più idoneo a valutare i tempi di formazione delle strutture, in altre parole la loro età. Insomma, il redshift è quasi una proprietà intrinseca dell'oggetto ( non è detto che debba necessariamente rappresentare qualcosa e pure precisamente) che più è giovane e più ci appare virato verso il rosso il valore di Z. La chiave di lettura è rappresentata dai quasar, (esistono molti scritti sulla questione), fotografati pure a gruppi che presentano valori del redshift del tutto inattesi..
insomma non potevano essere lì ed a voglia ad invocare errori di prospettiva ed di allineamento. L'unica cosa certa è che ci sono centinaia di foto che lo confermano e questo è una dato scientifico esibito, non una teoria. La teoria rimane quella costruita intorno al redshift!
Insomma, l'universo sembrerebbe ricondurci ad un universo osservabile stazionario...
Tutto qui e data l'ora tarda mi fermo qui.
Saluti