elenoir ha scritto:
Io non ho capito (omissis...)
Lo dimostra il fenomeno dell'entanglement quantistico.
Il fenomeno dell'entanglement quantistico si basa criticamente sul fatto che la funzione d'onda che descrive due (o più) particelle in tali condizioni è la stessa, ragion per cui l'azione su una delle due o più ha effeto sulla funzione d'onda collettiva e quindi sulle altre particelle. L'effetto NON E' trasmesso da una particella all'altra, ma è dovuto all'interazione tra un sistema esterno ed una delle particelle (ad esempio, interazione con un fotone ed un filtro polarizzatore) Questo nulla a a che vedere col concetto generale di azione a distanza.
Potrebbe anche darsi che vi sia anche interazione diretta tra le particelle, di tipo diverso da quella legata all'lenatglemente, ma in tal caso l'interazione si propagherebbe con velocità finita (quella del fotone nel caso di un'eventuale interazione elettromagnetica).
Di tutto ciò esiste precisa evidenza sperimentale.
elenoir ha scritto:
Se è possibile a livello microscopico non vedo perché l'azione a distanza non possa essere possibile a livello macroscopico, cioè per l'interazione gravitazionale.
(omissis...)
Per quanto ho detto sopra, non v'è azione a distanza nel senso di interazione tra le particelle, quindi ciò non avviene né a livello microscopico, né a livello macroscopico.
elenoir ha scritto:
Il concetto di campo magnetico ed elettromagnetico spiega solo in parte l'interazione elettromagnetica, ma cade con l'entanglement, quindi o l'entanglement è un'eccezione, o c'è qualcosa che non va nel concetto di "campo", e l'entanglement è la regola.
Perché?
Consiglio inoltre di fare attenzione a non abusare del termine campo.
elenoir ha scritto:
Del resto la meccanica quantistica (omissis ...)
Quindi, il principio di indeterminazione, per Hisemberg, non esprime una caratteristica intrinseca delle particelle, ma solo un limite delle nostre strumentazioni.
(...)
In verità si è tentato (con Ozawa) di dimostrare che non è così, ossia che l'indeterminabilitá è un aspetto intrinseco delle particelle, ma poi è arrivato Paul Busch che ha smentito i dati di Osawa
(...)
Consiglio, in generale, di NON fermarsi ad una pubblicazione del 2013 in un settore in cui continuano ad uscirne; sul contronto Ozawa-Busch e ulteriori sviluppi ne sono uscite a bizzeffe. Prima di usare il termine "smentito" abbi almeno cura di leggere qual è lo stato dell'arte attuale.
elenoir ha scritto:
Ma allora, se non è possibile determinare posizione e velocità di un elettrone sol perché è troppo piccolo per non risentire del fascio di luce necessario per osservarlo, allora cade anche il concetto di orbitale, non essendo più possibile ipotizzare il movimento caotico delle particelle come una loro caratteristica intrinseca.
Non capisco l'implicazione. In ogni caso, il concetto di orbiatle non va in nessun caso confuso con quello di un'orbita.
elenoir ha scritto:
Rubbia dice che il gravitone, per tornare al tema, è una particella non osservabile perché "coperta dal principio di indeterminazione di Heisenberg", ma a parer mio, inventare ogni volta delle particelle esotiche ad hoc per spiegare dei fenomeni inspiegabili è troppo semplice e anche poco serio.
?elenoir ha scritto:
La gravitá è un fenomeno attrattivo che agisce a distanza: vi sono troppe evidenze che sia così, basti pensare alla immediatezza con cui un oggetto cade nel momento in cui si rimuove il vincolo che ne impediva la caduta, e questo anche a grande distanza dall'attrattore e tale operatività immediata è espressione di un principio osservabile in natura, come conferma l'entanglement.
Attenzione a non fare un entanglement lessicale. Se si parla di caduta si assume di avere già l'interazione in corso.
Come ho detto sopra, l'entanglement è un'altra cosa e non riguarda l'interazione reciproca, ma l'interazione tra un sistema ed una delle particelle che si traduce in effetti sulla seconda (o sulle altre se più di due) che appaiono a chi interagisce con quest'ultima.