Hai ragione yourockets l’interpretazione dell’esperimento (nel senso del perché la figura d’interferenza scompare) non è univoca… ciò non toglie che l’atto di provare a misurare da dove passa la “particella” distrugge la figura d’interferenza.
Sul perché ci son diverse interpretazioni.
Una delle interpretazioni è quella che l’atto di misurare interagisce con la particella e che la distruzione della figura d’interferenza sia legata a tale interazione.
Proprio per evitare tali interazioni sono state realizzate alcune varianti dell’esperimento classico della doppia fenditura, tra cui quello di L Mandel nel 1990 e di altri nel 2000 (quest’ultimo lo trovi qui:
https://it.wikipedia.org/wiki/Esperimen ... ote-DCQE-1)….
In sintesi si "misura" un fotone diverso (legato al primo… scomposizione in due fotoni con dimezzamento dell'energia con un cristallo ottico lineare BBO) da quello che dovrebbe produrre l’interferenza ed il solo fatto che sia possibile ricostruire per via logica quale strada ha fatto il primo fotone, pur avendo eseguito misure solo su un fotone diverso, distrugge la figura d’interferenza.
Come vedi la questione è tutt’ora aperta.
Ciò che accomuna le diverse interpretazioni è che l’osservatore è parte integrante dell’esperimento!
A mio avviso, al di là delle diverse possibili interpretazioni (su cui si accapigliano i fisici ed io non ho il fisco, o meglio la fisica, per imbarcarmi in simili diatribe

), ciò che viene definita dualità onda/particella è legata al tentativo di descriverne il comportamento, attraverso entità matematiche come le funzioni d’onda che indicano la probabilità che l’elettrone, il fotone o altre particelle subatomiche si trovino in una certa area o in un certo stato, probabilità che si riducono a zero quanto lo stato della particella viene misurato (se lo stato in quell’istante è quello non può essere un altro).
Infine, io non sono tra quelli che spingono all'estremo alcune considerazioni arrivando a supporre che le cose esistono solo se le guardi.. penso invece che l’atto stesso di provare a misurare a determinare (in questo senso intendo il termine “osservatore”) modifica il risultato dell’esperimento… in un certo senso l’osservatore è aggrovigliato nell’esperimento…
Paolo
PS: sull’articolo che hai linkato la mia conoscenza della meccanica di Bohm è estremamente limitata (si tratta comunque di una teoria non locale… Bell ha provato a renderla locale non riuscendovi…), per cui non sapendone molto preferisco non esprimermi
