Ossignur, non vi ho seguito e non so se riesco a ricordare tutte le domande... ammesso che sappia rispondere

Vediamo:
1. Perché non ha funzionato <componente a caso>
Perché nei progetti satellitari le affidabilità normalmente sono nell'ordine del 95-99%, molto di più se parliamo di roba "terrestre", un po' meno per missioni scientifiche. Non tutto viene messo in ridondanza per questioni ovvie, ma soltanto i sistemi vitali (es. quelli di comunicazione, batterie...). Un malfunzionamento e un imprevisto sono sempre possibili soprattutto se considerate che questo "coso" è fermo da 10 anni in un ambiente estremo. Provate voi a lasciare la macchina ferma dieci anni al gelo, vediamo se parte

(qualcuno ha seguito la storia dei due satelliti Galileo? Divertente anche quella

). Il più delle volte succede che semplicemente i meccanismi non si attivano nonostante il comando sia stato mandato, ed è plausibile, visto che apparecchiature di questo tipo NON possono essere testate con un'affidabilità enorme sulla terra. Non conosco il caso specifico ma un caso macroscopico classico è il braccio dello shuttle per interferometria: traliccio di 150m, di metallo leggerissimo perché, in assenza di gravità, non occorre robustezza.
http://fas.org/irp/program/collect/factsheet_pub_2.gifEbbene, come testarlo sulla terra? Aprendolo tutto si sarebbe accartocciato. Semplicemente hanno dovuto fare dei test "guidati" il più rappresentativi possibile, ma la certezza che avrebbe funzionato in orbita era solo teorica. Credo sia lo stesso per Philae. Magari qualche meccanismo si è deformato nel tempo o non ha resistito alle basse temperature, oppure semplicemente il meccanismo ha fatto cilecca. Il fatto che abbiano pensato a riprovare mi fa pensare che non ci sia un malfunzionamento, semplicemente "la pistola ha fatto cilecca"

2. Perché è importante sapere dove si trova?
Questo credo sia fondamentalmente per due motivi: il primo per avere coerenza tra i dati di rosetta e di Philae (come sulla Luna, cambia molto se stai analizzando l'interno di un un cratere o l'esterno) visto che i due hanno strumenti diversi, il secondo per capire le condizioni ambientali, soprattutto di illuminazione.
3. Aprioni
Sono lunghi circa 2m da quello che ho capito. Spararli sarebbe stato quasi come attivare un thruster, puoi farlo durante l'atterraggio (ti rallenta) ma se lo fai da fermo e malauguratamente non si aggancia...
4. Zampe
Le zampe che io sappia erano state progettate unicamente per scaricare il più possibile tutta la forza al suolo durante l'impatto (tipo un giocatore di basket, per intenderci

). Sulle zampe c'è il sounder quindi credo che ci siano solo sensori, non "agganci" meccanici.
5. Superficie
Per quanto ne sanno loro (il che è tutto dire) la superficie "sembra" roccia, e devo dire che, considerando il sistema di ammortizzazione a bordo, una superficie solida mi sembra molto più adatta ad un rimbalzo di quel tipo. Inoltre l'impatto "avrebbe" alzato della polvere che si sarebbe inevitabilmente attaccata ad esempio alla camera o, peggio, ai pannelli solari. Ovviamente non è banale capirlo e non vedo un modo semplice considerando gli strumenti a disposizione.
Comunque la cometa potrebbe essere un ammasso di rocce di varie dimensioni e polvere tenute insieme dalla tenue forza di gravità tra di loro, ogni valutazione sarebbe unicamente "locale" al sito di atterraggio.
Vabbé, per molte cose sono semplicemente delle speculazioni, eh, non prendetele per oro colato
