Osserviamo il Sistema Solare, ci sono pianeti grandi e pianeti piccoli, rocciosi e gassosi. Quanto grandi e quanto piccoli? Non c’è una misura standard, nessuno ne ha mai stabilito una, sono tutti pianeti. All’improvviso si è stabilito che Plutone non è più un pianeta come gli altri, ma un pianeta “nano”.
Ora osserviamo la natura dei diversi pianeti, lasciamo da parte quelli più grandi e gassosi, che più che pianeti in senso classico sarebbero in realtà delle stelle mancate che non hanno raggiunto la loro piena formazione nel disco protostellare originario del Sistema Solare e prendiamo in esame i pianeti rocciosi.
La Terra, essendo il nostro pianeta lo mettiamo al centro del nostro interesse e lo prendiamo naturalmente a riferimento per gli altri.
Venere. A parte la Terra, (ma per molti versi anche di essa conosciamo ancora poco), Venere è una palla infuocata che nonostante moltissime sonde inviate per analizzarlo ci ha svelato ben poco della sua natura, a parte la temperatura, la composizione e le pressioni della sua atmosfera.
Mercurio è del tutto simile a Venere per le temperature, mentre geologicamente è del tutto simile alla nostra Luna, un mondo morto rovente bucherellato di crateri.
Marte è un altro arido mondo di cui cerchiamo di capire la natura e il suo passato. Non presenta attività geologica, né idrologica e praticamente non ha atmosfera. Non si sa se ci sia mai stata presenza di acqua, anche se gli ultimi dati della sonda Curiosity sembrerebbero ( ma non è certo) confermarla.
Non resta che Plutone, di cui fino a pochi mesi fa avevamo poche immagini sfuocate riprese dal telescopio spaziale e altri pochi dati spettrali ripresi nel visibile e nell’infrarosso. I dati che giorno per giorno ci stanno pervenendo dalla sonda New Horizons ci mostrano invece un pianeta freddo, ma vivo. Con pochissimi crateri, con presenza di alte montagne e di grandi pianure, con presenza di ghiaccio di acqua e di azoto e con l’evidenza di ampi movimenti tettonici che nel sistema solare sono presenti soltanto sulla Terra. Con un’atmosfera complessa e inattesa.
Tutti i pianeti presentano un’inclinazione nel piano dell’eclittica che varia dall’uno all’altro. Tutti hanno una diversa inclinazione sull’asse orbitale. Tutti hanno un’orbita più o meno ellittica.
Venere ha addirittura ( e non si sa perché) una rotazione retrograda, contrariamente agli altri pianeti.
Insomma nessun pianeta è uguale all’altro. Plutone è quello che più si avvicina geologia dellaTerra.
Eppure è stato deciso di renderlo diverso dagli altri pianeti. Non per le sue dimensioni, si badi bene, ma perché “non avrebbe ripulito dal tragitto della sua orbita l’incrocio con altro corpo celeste paragonabile alle sue dimensioni”!! (vedi il link al verbale della IAU riportato in un messaggio precedente). Eris è il solo oggetto che incrocia l’orbita di Plutone, ma lo fa una volta in forse migliaia di anni.
Così è stato deciso di chiamarlo “pianeta nano”. Nano?
Quanto nano? Più nano di Eris, meno nano di Quaoar e di Haumea?
E cosa succederà se, supponiamo, in futuro dovessimo scoprire che Eris, Quaoar , Haumea e altri che dovessero venire, mostrasser caratteristiche più simili alla Luna, come hanno mostrato Cerere e Vesta, e del tutto diverse da quelle di Plutone? Per distinguerlo dagli altri come dovremo chiamarlo ?
E poi, passatemi la battuta, definirlo “nano” è anche offensivo e non
politically correct.
Sarebbe meglio allora definirlo “diversamente pianeta”

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