Darko ha scritto:
Kepler lavora con il metodo del transito.
*) La distanza del pianeta dalla stella si stima dalla terza legge di Keplero: trascurando la massa del pianeta si determina il semiasse maggiore dell'orbita una volta che la curva di luce presenta una periodicità. In base alla stella puoi vedere se è dentro o fuori dalla fascia di abitabilità.
*) Il "drop" nella curva di luce è proporzionale al rapporto tra il raggio del pianeta e il raggio della stella: il raggio della stella si può determinare empiricamente dalla relazione massa-luminosità, per cui ricavi le dimensioni del pianeta.
Ma per il momento non sappiamo ancora se sia roccioso o gassoso
D
Darko,
avrei bisogno di un paio di chiarimenti.
1) Semplificando, la terza legge di Keplero dice che il quadrato del periodo orbitale di un corpo è proporzionale al cubo del semiasse maggiore dell'orbita.
Pertanto, per calcolare il periodo orbitale è necessario conoscere il semiasse dell'orbita (o viceversa).
Questo conduce a pensare che la Nasa o conoscesse il semiasse dell'orbita di Kepler 452 b (piuttosto improbabile), oppure che abbia rilevato il periodo orbitale del pianeta e di conseguenza calcolata la distanza dal suo sole.
Ma per calcolare il periodo orbitale è necessario rilevare nel tempo almeno due transiti. Nel nostro caso avrebbero dovuto effettuare il primo rilevamento in qualche periodo dell'anno 2014 per poi stabilire con il secondo rilevamento che la rivoluzione del pianeta dura 285 giorni. La scoperta quindi sarebbe avvenuta nel 2014, e la conferma è arrivata solo ora.
2) La caduta della luce durante il transito del pianeta sulla sua stella è proporzionale al rapporto fra
i quadrati del raggio del pianeta ed il raggio della stella. Questo comporta un "dimming" cento volte inferiore rispetto al semplice rapporto fra i raggi.
Vorrei sapere se quanto ho detto è giusto, oppure dove sbaglio.
Ti ringrazio e ti saluto