GHISO983 ha scritto:
lo spazio si espande e le galassie con esso, e lo vediamo e fin lì ci siamo!
un nucleo, o anche solo un pianeta è tenuto insieme da forze (forte e gravitazionale) , per spazzarle occorre una forza fisica che è una entita misurabile!
Considera che le equazioni di einsten (che rogolano appunto l'espanzione dell'univero) non valgono localente , ma valgono a gande scala molto più grande della scala di una galassia, ma anche della siatanza di galassie vicine, infatti andromeda come dicevo si avvicina a noi e non si allontana...
Infatti le equazioni di einstein contano di una componente dovuta alla gravità, considerata come formata da una distribuzione di massa isotropa (l'universo è isotropo su grande scala), più una componente repulsiava di origine sconosciuta.....
Ma queste equazioni hanno senso solo a grande scala appunto, sulla piccola scala è molto meglio usare le forze che conosciamo, non è possibile spaccare la terra per via della equazioni di einstein, però è possibile che un oggetto di grande massa, o un oggetto che ha grande energia oscura (la forza che tende ad espandere l'universo) si avvicini alla terra e la disintegri, o si avvicini ad un atomo e lo disintegri (in questo caso penso che ci voglia un buco nero!) ma le equazioni dieinstein non possono essere applicate su una scala così piccola come quella di un pioaneta o di un singolo atomo....
non hanno nessunissimo senso!!
Eccheccavolo ci ho preso 30 di quell'esame, e i miei voti non me li ha mai regalati nessuno, faccio sempre molto peggio di quello che in effetti posso fare, ammetto che la parte di curvatura la consideravo difficile, però se quello che ho detto è sbagliato allora non ho davvero capito un cavolo di quella parte!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Premessa: io eviterei di parlare di voti e di usare essi come metro di validità del discorso proposto.
Se è per quello, tanti altri qui han preso un bel numero di 30 e di 30 e lode (almeno un forumista nel 100% degli esami di indirizzo), ma mai ho visto qualcuno usare ciò come elemento per dire "il mio ragionamento è maggiormente fondato del tuo". Mai vista simile caduta di stile.
Mi aggiungo inoltre ad altri forumisti che ti han consigliato di moderare l’uso del punto esclamativo.
Ciò premesso, io avevo “tradotto” la domanda di Cristiano, e mi attendevo pacate risposte; un confronto, insomma. Non mi aspettavo proprio che uno saltasse fuori a dire “ho preso 30 in quell’esame…”, con tutto quanto ciò pare implicare.
La mia domanda, che poi altro non era che la traduzione di quella di Cristiano, era questa: “perché? Quel che dici tu equivale a dire che la forza forte agisce sullo spazio, e che impedisce localmente l'espansione. Ci si può chiedere invece se a definire la portata della forza è la distanza comovente o quella "reale". Nel secondo caso, ahimé, le cose non sarebbero semplici, a lungo termine, nemmeno per l'interazione localmente più forte.”
Scritta in modo diverso: “secondo voi possiamo dire che il nucleo è uno stato legato comovente oppure no? Possiamo pensare che il nucleo sia (almeno mediamente, non dimentichiamo che si tratta di sistemi quantistici) un oggetto comovente?”, o anche “uno stato legato può essere comovente?”. Tutto qui si chiedeva, e io volevo vedere quali erano le idee dei forumisti in materia.
Non si tratta per nulla di una domanda idiota. Anzi. Certo, una risposta “uno stato legato non può essere comovente” pare più che sensata (però a questo punto potrebbe sorgere un dubbio: e se il sistema fosse invece comovente in media? Ricordate cosa aveva ipotizzato Bohr 99 anni fa riguardo all’interazione elettrone-nucleo?). Oppure si potrebbe dire “l’energia dello stato legato vince sull’espansione”.
Ma tali affermazioni vanno suffragata da analisi quantitative, non da valutazioni a spanne del tipo “qui applichiamo quest’equazione (perché ci conviene di più) e qui quest’altra (per lo stesso motivo)” (che questo, stringi stringi, è stato detto da GHISO). Si rischia altrimenti di avere un cane che si morde la coda: diciamo che quel che parrebbe implicato dall’equazione 1 non può avvenire perché lo dice una diversa equazione 2 che riguarda altri tipi di fenomeni, insieme al fatto che rinunciamo ad usare la 1. Non è così che si procede, come mostra l’esempio che cito sotto.
A parte la forma maleducata, l’approccio al range di applicabilità delle equazioni di Einstein che pare risolvere tutto d’un tratto discussioni, stavolta tra professionisti, tutt’altro che chiuse (propongo che il nostro amico sia nominato d’ufficio presidente del consiglio) e il capoverso finale su cui è meglio sorvolare, e che stigmatizzo qui ancora, la conclusione di GHISO non è sbagliata, nel senso che le teorie attualmente accreditate mostrano come l’effetto dell’espansione su scala atomica o minore sia trascurabile, solo che il ragionamento semplicistico da lui adottato suona (anzi, non suona, è) come il testare un fit a retta con gli stessi punti usati per fittare la retta ai dati.
Per vedere dei calcoli fatti nel caso di un atomo di idrogeno, guardate ad esempio Bonnor, Size of a hydrogen atom in the expanding universe, Class. Quantum Grav. 16 1313 doi:10.1088/0264-9381/16/4/020 . Altro tipo di sistema, ma la conclusione è che, in un universo di Einstein-de Sitter, l’atomo di idrogeno si espande, ma con un rate trascurabile.
Concludo consigliando ai forumisti di risolvere gli esercizi 6-7-8-9-10 del capitolo 3 di Bolotin, Cherkaskiy, Ivashkevych, Lemets, Tanatarov, Yerokhin, Dynamics of the Universe in Problems. A thousand problems in Cosmology. arXiv:0904.0382v7 [astro-ph.CO] 23 Jan 2012 (in questi giorni sono occupato su altre questioni e non ci posso metter mano; appena sono un po’ libero li affronto anch’io).