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Autore Messaggio
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MessaggioInviato: venerdì 31 agosto 2007, 8:10 
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Iscritto il: lunedì 17 aprile 2006, 17:25
Messaggi: 128
Daniele intanto ti ringrazio delle risposte.
Ho visto la pagina dove illustri la metodologia usata per ricavare la curva di luce del transito di TrEs-4 in cui alla fine tu dici "Curva di luce corretta per le differenza di massa d'aria tra TrES-4 e le stelle di paragone, utilizzando il fit della check star precedente". Mi puoi spiegare come si applica questa correzione?
Inoltre nel post precedente hai scritto

Cita:
Se uno vuole fare un lavoro serio e preciso, allora si devono ricavare le differenze di massa d'aria tra la stella da misurare e quella di paragone e poi trovare i coefficienti di correzione


Non ti chiedo di spiegarmi queste correzioni ma mi puoi dare dei riferimenti da leggere in modo da avere un pò più le idee chiare?

Infine hai scritto:
Cita:
Questo comunque è un passo che viene fatto dopo ed è l'unica vera difficoltà che si incontra in fase di elaborazione dati, contrariamente alla "normale" fotometria, più complessa e la cui precisione è solo dell'ordine di decimi di magnitudine.

Parli di normale fotometria che è più complessa anche se le precisioni sono inferiori a quelle usate per i transiti dei pianeti exstrasolari. Questo per il fatto che in fotometria chiamiamola assoluta si devono calcolare le magnitudini standard?
Spero che queste discussioni stimolino anche gli altri a dare delle risposte in merito ed in particolare mi riferisco a Gianluca che sembra essere la persona più preparata in merito (chiedendogli qual'è la differenza tra fotometria differenziale per le stelle variabili e quella per i transiti; Sta solo nella precisione?) ed a Mabuni1982 con il quale già abbiamo avuto discussioni di fotometria anche se a lui sembra piacere di più l'evoluzione stellare, e a tutti quelli che si vogliono cimentare in queste misure come Ivaldo.


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MessaggioInviato: venerdì 31 agosto 2007, 9:50 
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Iscritto il: martedì 2 maggio 2006, 8:59
Messaggi: 5153
Località: Roma
Tipo di Astrofilo: Visualista
Sto seguendo la discussione, molto interessante anche se per ora si tratta di misure fuori dalla mia portata (come tempo, impegno e attrezzatura).

E' affascinante il fatto che si cominci a trovare traccia dei pianeti extrasolari anche con attrezzature amatoriali.

Volevo piuttosto chiedere: pensate che sia un campo in cui l'astronomia amatoriale possa dare contributi scientifici di una qualche rilevanza?

_________________
Claudio

"Los que van con prisa, nunca ven el cielo"
Gruppo Astrofili Hipparcos, Roma - http://www.hipparcos.it/
Osservo con:
Principalmente con Celestron C5, binocoli vari, occhio nudo e tutto ciò che si può puntare verso il cielo.


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MessaggioInviato: venerdì 31 agosto 2007, 10:19 
Ciao Ivaldo,

mi fa molto piacere che tu abbia raccolto l'invito a 'spiare' CY Aqr, variabile di indubbio fascino e capace di far venire 'maggiori appetiti fotometrici'.

Mi trovo al momento lontano dal pc, da qui anche la mia impossibilità a poter guardare prima questo tuo lavoro, che reputo buono.

La fotometria, come ho imparato negli ultimi 10 anni, è una disciplina strana: intanto, conserva una certa imprevedibilità (riuscendo talvolta a farsi beffa delle pianificazioni più scrupolose), poi diventa via via più avara di progressi man mano che si pretende di più. Ma un buon inizio è sempre importante per lo slancio. Ed il tuo lo è (avendo scelto anche un buon oggetto di esordio).

La fotometria è un bizzarro miscuglio di 'arte' e scienza, al pari di altre attività compiute mediante camere CCD, di certo la più impietosa dinanzi a 'pasticci' di calibrazione.

Sono stati scritti centinaia di articoli per ciascuno degli aspetti che la riguardano: scelta dei tempi d'integrazione, selezione (cruciale in certi casi) delle stelle di riferimento, procedure di riduzione, software di riduzione (e i pacchetti commerciali spesso danno luogo ad effetti spuri), diametro dell'apertura di misurazione, approccio matematico alla misura... e altro ancora.

Fortunatamente, in molti casi le cose sono più semplici a farsi che a dirsi, altrimenti la vita sarebbe veramente dura.

In tanti anni di fotometria, la principale tecnica di indagine nella mia attività di astrofisico professionista, ho riflettuto su molti degli aspetti che leggo qui, talvolta giungendo a risultati definitivi, talvolta contraddittori.

A mio parere viene troppo spesso riservato alla precisione fotometrica un'importanza eccessiva. Non che non conti, sia chiaro: grossi errori di misura falsano o nascondono il significato astrofisico dell'osservazione stessa. Tuttavia, la precisione fotometrica va pesata alla pari di altre esigenze: l'effettiva necessità di quella precisione, la risoluzione temporale conseguente, i 'costi' di quella precisione. Va anche detto che un conto sono gli errori sistematici, un conto quelli casuali e ridurre questi a pochi millesimi senza preoccuparsi dei primi certo non giova alla pratica fotometrica.

Mi limito a commentare la questione della calibrazione. Personalmente, ritengo superfluo introdurre nella catena di processamento la calibrazione per il bias, se nella sottrazione della corrente termica sono stati utilizzati frame ottenuti nelle medesime considerazioni operative (integrazione e temperatura). Infatti, l'informazione sul bias è GIA' contenuta nei dark e non serve duplicarla (col rischio anche di introdurre altri rumori nel corso del più elaborato percorso di calibrazione). Diverso è il caso professionale dove, coi sensori in bagno di azoto, si può fare a meno della sottrazione del rumore termico, richiedendo così esplicitamente la rimozione del bias.

Quanto all'uso di filtri, sono generalmente contrario all'impiego di filtri qualunque. E' vero, certe volte occorre ridurre la luminosità della sorgente, ma impiegare un filtro solo perché 'denso' non è una pratica che condivido. Se in un gruppo tutti usassero filtri custom (in aggiunta a setup strumentali custom per antonomasia) mettere insieme - in una parola calibrare - i dati globali diventa alquanto snervante. Tanto che nei gruppi di maggiore impegno si richiede comunque che, se proprio filtro deve esserci, sia qualtomento un filtro FOTOMETRICO di Cousins o di Bessel.

Magari ne parleremo di più al mio rientro; intanto ribadisco volentieri la bontà di questo tuo risultato. Che sia il primo di tanti!

A presto,
Gianluca

PS: mi scuso per gli eventuali errori di battitura, ma scrivo da un terminale palmare.


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MessaggioInviato: venerdì 31 agosto 2007, 12:28 
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Iscritto il: domenica 23 aprile 2006, 22:02
Messaggi: 7738
Tipo di Astrofilo: Fotografo
bellatrixobs ha scritto:
Ciao Ivaldo,

mi fa molto piacere che tu abbia raccolto l'invito a 'spiare' CY Aqr, variabile di indubbio fascino e capace di far venire 'maggiori appetiti fotometrici'.

Grazie mille Gianluca per le tue parole.


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