m31gio ha scritto:
È possibile deformare lo spazio, vuoto o pieno che sia. Per quanto questo modello possa essere astruso e controintuitivo, è così, visto che come ti abbiamo già detto è stato già provato e riprovato sperimentalmente.
Se ti riferisci alla prova delle cosiddette onde gravitazionali ti rispondo un po' come Troisi rispose al prete che lo invitava a vedere il miracolo del quadro della madonna che piange. Il prete disse che era il caso di andare a vedere il prodigio con i propri occhi perché c'era un professore che avanzava dei dubbi sulla veridicità del miracolo, dicendo che il pianto del dipinto poteva essere dovuto ad un improvviso trasudamento del legno su cui era stato realizzato il dipinto, dovuto ad un rapido cambiamento di temperatura della chiesa.
Troisi rispose che era depresso e che non aveva tanta voglia di vedere altra gente piangere... ed aggiunse che se il dipinto della Madonna avesse riso lui sarebbe sicuramente andato a vederlo, perché non solo avrebbe trovato un po' di sollievo per la sua depressione sentimentale, ma anche perché quella sarebbe stata una prova inconfutabile del miracolo, perché il professore non avrebbe potuto certo dire che il cambio di espressione del dipinto sarebbe potuto dipendere dal trasudamento del legno.
In un altro film dice una cosa simile, criticando chi crede troppo facilmente al miracolo in base a fatti inspiegabili.
Non basta lui dice, per provare che si tratti di un miracolo, invocare eventi asseritamente inspiegabili come il fatto che, chi era paralizzato sulla sedia a rotelle, improvvisamente si alza e cammina, oppure il fatto che il cieco improvvisamente riesca a vedere. Il paralitico che improvvisamente inizia a camminare, aveva già le gambe; il cieco che improvvisamente inizia a vedere, aveva già gli occhi. Non si è mai visto, continua Troisi, un miracolo nel quale lo storpio, non aveva le gambe, e improvvisamente gli sono cresciute, e ha iniziato a camminare; non si mai visto, continua, un cieco che non aveva gli occhi ed improvvisamente gli sono spuntati, grazie ai quali ha cominciato a vedere.
Con queste simpatiche ma profondissime battute, il filosofo-comico Troisi vuole farci riflettere sul fatto che, prima di gridare al prodigio, al miracolo, all'evento che dimostra l'esistenza di Dio, bisogna esigere una prova rigorisissima, che non lasci spazio a dubbi, perché in gioco c'è l'accertamento di una cosa prodigiosa, miracolosa, cioè lontanissima dalla realtà come noi la percepiamo quotidianamente.
Se tu vuoi provare il prodigio della curvatura spazio - tempo e quindi il conseguente prodigio della costanza della velocità della luce, non puoi invocare l'esistenza di presunte onde gravitazionali che sono rilevabili solo in occasione di eventi catastrofici, perché io ti rispondo e perché mai dovrebbe essere così?
Per quale motivo un mastodonte come Giove, quando si muove su questo ipotetico reticolato dello spazio-tempo, non produce onde gravitazionali?
Un motoscafo piccolo produce onde piccole sulla superficie del lago, ma le produce, anche se in misura minore di quelle prodotte da una nave.
Quindi, se si vuole provare il prodigio della curvatura spazio-tempo e dell'altro assunto inspiegabile della costanza della velocità della luce (che si comporterebbe diversamente da ogni altro elemento della natura, dove qualunque velocità è sempre relativa, per quello che noi osserviamo tutti i giorni), bisogna provarlo oltre ogni ragionevole dubbio, cioè mettendo a tacere ogni ragionevole critica contraria.
Quindi fino a che non verrà provato oltre ogni ragionevole dubbio che gli eventi prodigiosi di cui parla Einstein si verificano realmente, questi dovranno considerarsi non provati, e prove così rigorose non possono che consistere nel fatto che lo spazio è costituito da particelle di materia invisibile dalle proprietà eccezionali, oppure nel fatto che i corpi che attraversano il tessuto spazio-temporale emettono onde gravitazionali sempre e comunque, non solo in occasione di eventi catastrofici accaduti un miliardo di anni fa.