fabio_bocci ha scritto:
I satelliti messi in orbita dall'ESA non contengono isotopi radioattivi. E' una limitazione forse grande, perchè ad esempio il lander Philae della soda Rosetta se avesse avuto una sorgente di energia nucleare avrebbe potuto comunicare molti dati alla sonda principale, invece di rimanere senza energia perchè caduto in una zona d'ombra. Ma è una scelta di principio. Gli Americani invece hanno molto spesso messo sorgenti di energia nucleari, ad esempio nell'ultimo robot che è attualmente su Marte. Non saperi come si comportino gli altri Paesi che hanno sonde spaziali.
Bisogna dividere la questione in due parti:
nelle sonde spaziali destinate allo spazio profondo spesso ci sono generatori nucleari, il pericolo in questo caso è limitato alle decine di minuti della messa in orbita (quasi mai ci sono lanci diretti per queste missioni)
invece riguardo i satelliti in orbita attorno alla Terra il pericolo raddoppia in quanto esso si presenta al momento del lancio come ne caso precedente e al momento del rientro, in quest'ultimo caso la "striscia" di caduta può essere larga decine di km e soprattutto lunga, fino a 1/4 di orbita ossia 10.000 km (e in teoria potrebbe essere anche di più), inoltre in genere questi generatori sono più grandi perché sono utilizzati per strumenti più energivori (per parlare chiaro in genere si tratta di satelliti spia con radar che consumano enormi quantità di energia elettrica), vedere per esempio i casi del gennaio 1978 (
https://it.wikipedia.org/wiki/Cosmos_954 ) e quello successivo del gennaio 1983 (
https://it.wikipedia.org/wiki/Cosmos_1402 ).
Ciao.
Roberto Gorelli