Sono aperto a tutte le ipotesi, dalle emissioni di masse coronali ai raggi cosmici ai neutroni piezoelettrici all'esplosione di supernovae... ma la questione a questo punto è: sapete indirizzarmi a dei grafici che mostrino in questo periodo andamenti di qualsiasi di questi fenomeni per poterli confrontare con questo? Quali di questi potrebbe ragionevolmente superare la schermatura in essere? Come potrei migliorare la schermatura per escluderli?
vi ringrazio tutti in anticipo anche perché l'argomento potrebbe diventare facilmente off-topic per questo sito...
Visto che entriamo nel merito di cosa misura l'esperimento direi che è meglio illustrarvi il setup...
- Il "sensore" del sistema è un condensatore elettrolitico da 47uF 450V nominali, usato però in configurazione "captret" ovvero i reofori "-" e "+" sono uniti insieme e formano un capo (negativo) del sensore, l'altro capo (positivo) è costituito dal guscio in alluminio del condensatore. Questo uso un po' esotico del componente ha una capacità molto minore di quella nominale (circa un centesimo) ma grosse dimensioni spaziali che sembrano importanti per l'esperimento.
- I dati raccolti sono i valori di tensione (mV) ai capi del sensore nel tempo
- Lo strumento di misura è un multimetro digitale (non professionale) collegato ad un PC tramite porta USB. Lo strumento è sempre acceso, alimentato a pile, impostato alla massima sensibilità mV in modalità corrente continua.
- Il sistema di misura prevede in serie al sensore un interruttore temporizzato che chiude il circuito ogni 60 secondi per un paio di secondi, permettendo quindi la rilevazione della misura ai capi del sensore senza interferirvi eccessivamente, lasciando il circuito aperto per il resto del tempo. Il timer è realizzato tramite un piccolo orologio a pila in cui la lancetta dei secondi è stata sostituita da un filo di rame rigido (isolato dall'orologio) che unisce ciclicamente due spazzole fisse.
- Il sensore ha un doppio sistema di schermatura dalle interferenze elettromagnetiche:
- il primo consiste un un semplice contenitore in plastica (contenitore per rullini fotografici), foderato esternamente con foglio di alluminio, nel quale è alloggiato il sensore
- il secondo consiste in una scatola di alluminio (2 teglie da forno monouso incastrate una contro l'altra) dentro la quale è alloggiato tutto il sistema: il contenitore schermato del sensore, il timer, ed il multimetro stesso. Da questa scatola esce quindi fuori solo il cavo USB per la raccolta dati sul PC. Il cavo USB stesso è collegato al multimetro tramite accoppiamento ottico monodirezionale.
- sul PC gira uno script Perl realizzato ad hoc che:
- legge dalla porta USB le misurazioni inviate dal multimetro (3-4 al secondo)
- esegue un primo filtro di compressione dei dati ignorando le rilevazioni ripetitive o oscillanti di solo 0,1mV
- mostra a video le misurazioni ed il timestamp associato
- identifica lo stato di circuito aperto registrando di questo solo il valore minimo misurato dal multimetro nei 60 secondi (frutto della deriva di questo verso il negativo)
- identifica lo stato di circuito chiuso registrando di questo solo il valore massimo misurato dal multimetro nei 2 secondi
- scrive su un file .csv le due registrazioni al minuto
- Un foglio excel carica a richiesta (o a tempo) il file .csv (anche mentre questo viene aggiornato) e compone un primo grafico grezzo contenente sia i valori minimi (derive del multimetro) che i massimi (valori reali). Delle formule excel filtrano i valori massimi, ulteriori formule excel effettuano un ulteriore livello di compressione dei dati rilevando solo i cambiamenti di questi valori massimi (massimi dei massimi). Un grafico definitivo dell'andamento dei valori effettivi viene quindi composto in tempo reale.
- Note Procedurali:
- il sensore viene inizialmente cortocircuitato a lungo per azzerare la differenza di potenziale ai suoi capi e non viene mai caricato, viene lasciato "autoricaricarsi" nelle prime ore dell'esperimento come si vede dalla curva iniziale del grafico. Scopo iniziale dell'esperimento era scoprire proprio quale fosse la causa di questa "autoricarica" spontanea, fenomeno noto e documentato dagli addetti ai lavori ma con spiegazioni scientifiche attualmente non definitive e controverse. Si legga la nota al fondo su questo argomento.
- la batteria del multimetro dopo alcuni giorni di uso ininterrotto ovviamente si scarica, come si può notare dalla stringa "batt_low" che viene registrata nei dati. Non appena ci si accorge di questo fatto, a volte anche dopo diverse ore come si può vedere, la scatola esterna viene momentaneamente aperta e la batteria viene sostituita. In questo caso il sensore rimane per qualche secondo protetto solo dal contenitore interno. Vista la continuità e la lentezza del fenomeno non ci si accorge quasi nel grafico di queste discontinuità che si notano però nel primo grafico grezzo come "buchi".
- alcuni altri "buchi" sono dovuti a crash del computer e suo relativo riavvio, in quei casi si noti che i valori del tempo elapsed ricominciano da zero, tuttavia la cosa non ha alcun impatto sul risultato per i motivi già detti sopra.
- per completezza si segnala che un primo strano "buco" si è registrato durante l'autoricarica nella prima mezza giornata di dati, per più di un'ora il multimetro non è andato in deriva quando il circuito veniva aperto, ma registrava correttamente i dati quando il circuito era chiuso. Questa cosa molto è molto strana e non si è più verificata. Se si riuscisse a trovarne la causa si potrebbe migliorare la performance del multimetro stesso!
Analisi dei risultati:
La curva del grafico della tensione del sensore, espressa in mV, inizia da zero e sale per circa mezza giornata seguendo una curva logaritmica molto regolare ed apparentemente asintotica verso i 300mV. Dalle ore 12:00 del 27/04 comincia ad oscillare con ampiezza tra i 50 e 100mV con periodi dell'ordine di grandezza del giorno.
Al fine di comprendere le possibili cause di questa oscillazione, ed in definitiva del fenomeno dell'autoricarica dei condensatori, si cerca di studiare l'andamento delle oscillazioni.
L'aspetto è tipico dell'inviluppo di curve sinusoidali di varie frequenze, si noti la presenza nel grafico di diverse forme a "w" o a "m". Le frequenze molto basse in gioco fanno venire in mente le curve delle maree, e si è quindi ipotizzata una possibile correlazione con i moti dei corpi celesti.
Si è ricercato un metodo per confrontare questo grafico con l'ipotetica marea che ci sarebbe in questi giorni a Torino (se ci fosse il mare!), o meglio con la "marea astronomica" ovvero con quella componente della marea che dipende esclusivamente dagli astri e non dalla conformazione del territorio, ma non si è riusciti a trovare informazioni di questo tipo su internet o non si è riusciti a comprenderle per mancanza di basi di cultura astronomica.
Si è provato quindi a cercare uno schema nel grafico stesso e fare delle previsioni sul suo andamento futuro come strumento di verifica. Nel foglio excel Astri.xlsx
Il file campiona un valore ogni ora dal file dei dati per mostrare un grafico "veloce" che tuttavia appare accurato. La curva è colorata in verde.
A questa curva vengono sovrapposte delle sinusoidi costruite ad hoc, sono rappresentate con altri colori e sono molto sottili. Se ne possono definire fino ad 6 diverse agendo per ciascuna sul loro Periodo, numero di Cicli nel periodo, data ed ora in cui iniziare (Culmine) e Ampiezza.
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Ipotesi sull'origine dell'autoricarica dei condensatori
senza entrare nel dettaglio si possono riassumere così:
- origine chimica: almeno per gli elettrolitici è possibile pensare a reazioni chimiche che producano differenze di potenziale un po' come farebbe una pila, questo non spiega però il fenomeno nei condensatori non elettrolitici
- memoria (isteresi) del dielettrico: parte dell'energia acquisita in fase di carica viene immagazzinata nella polarizzazione del dielettrico e successivamente rilasciata sotto forma di autoricarica. questa però dovrebbe quindi diminuire nel tempo e prima o poi finire. questo non spiega però il fenomeno dell'oscillazione qui descritto
- electret: i condensatori si comporterebbero come dei piccoli "electret"
- onde gravitazionali: si veda l'affascinante lavoro di Gregory Hodowanec (
http://www.rexresearch.com/hodorhys/remag86/remag86.htm ).