I fisici in questione sono Holger Bech Nielsen, dell’Istituto Niels Bohr di Copenhagen, e il giapponese Masao Ninomiya, dell’Istituto Yukawa di fisica teorica di Kyoto.
Speculando (non mi ammazzate faccio solo un ipotesi giusto per creare una discussione):
la natura dell'esperimento in se ha delle forti implicazioni spazio temporali: probabilmente nel futuro in cui stanno facendo l'esperimento le implicazioni spazio temporali si ripercuotono nel passato (una cosa del tipo "non si può fare"), e quindi rendono il "futuro", in cui l'esperimento riesce, impossibile.
quando Feynman chiarì cosa intendeva con i suoi diagrammi una interpretazione fu che ogni antiparticella percorre il tempo come le particelle però in senso inverso:
quindi non ci sarebbe una "volontà" divina o della natura in se ad impedire l'esperimento, è solo un rapporto causa/effetto ma all'incontrario: la causa è nel futuro (quello in cui l'esperimento viene fatto) e l'effetto è nel passato (adesso) di quel futuro.
Ok adesso potete sparare
