Per l'esempio del treno....mesi fa acquistai a Londra un libro, Simply Einstein, dove facevano un esempio simile.
In pratica lì prendevano in considerazione un "tunnel" (facciamo un autobus vuoto all'interno). Ad un estremità c'era un faro o un qualcosa del genere, dall'altro lato uno specchio. Ora se il tunnel è lungo X, ed accendo il faro, il fascio di luce percorrerà 2x appunto alla velocità della luce. E fin qui tutto quadra.
Ma se questo tunnel lo facciamo scorrere in senso orizzontale rispetto ad un osservatore esterno, all'interno del tunnel il fascio di luce percorrerà sempre 2x, ma da fuori percorrerà ovviamente molta più "strada". E questo lo si spiegava "semplicemente" col fatto che, essendo appunto il tunnel in movimento, il tempo rallentava, e quindi non era la luce ad essere "più veloce" (e cioè a percorrere più spazio nello stesso lasso di tempo), bensì era il tempo stesso a rallentare.
(scusate il disegnino troppo artistico

)
a proposito di questo disegnino, e rivolgendomi soprattutto al ghiso, questo "esperimento concettuale" serviva a dimostrare che in un sistema di riferimento inerziale rispetto a quello dove mi trovo io che si muove rispetto al mio con velocità v il tempo risulta dal mio punto di vista dilatato di un fatto re gamma=1/sqr(1-v^2/c^2). E con semplicissimi calcoli ci si arriva. Ma perché se il percorso della luce non è ortogonale alla direzione di v il calcolo non dà lo stesso risultato? Eppure le uniche ipotesi applicate in entrambi i casi sono quelle fondamentali della relatività ristretta