daniele.gasparri ha scritto:
Ok, ci sono dei casi anomali, ma sono dei casi. La teoria del redshift come indicatore di distanza e' corroborata da numerose osservazioni. Prendiamo le galassie ad esempio. Ci sono delle relazioni che legano dati osservabili a quantita' fisiche, chiamate leggi di scala. Queste leggi praticamente ci permettono di ricavare le distanze, a partire dalla misura della velocita' radiale (nelle spirali), della dispersione delle velocita' (ellittiche e bulge delle spirali) o dellaluminosita' superficiale. Tutte queste leggi ci permettono di ricavare, con un errore compreso tra il 10 e 40%, le distanze galattiche, che sono confermate dal loro redshift cosmologico e dalla relazione di Hubble: piu' sono lontane, maggiore e' il redshift. Questo e' un risultato importante, poiche' e' un test molto severo per la legge di Hubble (oltre ad essere uno dei metodi per misurare la costante di Hubble). Quindi la teoria del redshift cosmologico e' reale e vera. Che poi possono esserci dei casi, vedi alcuni quasar, per la quale non sembri funzionare, questo e' un altro paio di maniche. La teoria di Arp non la conosco a fondo, perche' all'universita' non l'hanno neanche citata. Ho letto qua e la qualcosa, che devo dire mi ha lasciato perplesso. Due punti in particolare: 1) mi sembra che per spiegare i quasar si mandi a benedire il principio di conservazione dell'energia (ma potrei sbagliarmi, visto che non la conosco a fondo) e 2) se il redshift e' legato all'eta', in che modo lo e' e perche' non c'e' alcuna teoria di meccanica quantistica che leghi proprieta' atomiche al tempo? Insomma, se la teoria di Arp fosse corretta, vorrebbe dire che non abbiamo capito nulla ne di astronomia, ne di fisica. Oggettivamente ne dubito, anche se auguro ad Arp di poter provare la sua teoria.
Non direi proprio che si tratti solo di casi nè tantomeno non corroborati dalle osservazioni, semmai l'esatto contrario! Sono proprio le osservazioni che smentiscono l'equazione RS=velocità-recessione delle distanze!
Il punto non sono le osservazioni, ma il livello di astrazione pura raggiunto dalle interpretazioni ad hoc
Vi sono moltissimi casi anomali alcuni invero clamorosi, come per esempio quello della coppia spirale NGC7603 di cui riporto schematicamente i dati:
NGC 7603A z=0.029 distanza 425 Mln AL circa
Braccio a spirale z=0.030 distanza 3 Mpc in più della galassia!
1° quasar nel braccio, più vicino al nucleo della principale
z=0.391, d=5,32 Miliardi AL!
2° quasar nel braccio, presso la secondaria z=0.243, d=3,8 Mld AL!
NGC 7603B z=0.055 d=840 Mln AL.
Quindi 400 milioni di AL tra primaria e secondaria fisicamente connesse!
Paradossi del RS
Tralasciando un altro esempio lampante come il famosissimo Quintetto di Stephan.
Tornando al RS cosmologico; se consideriamo per esempio la disposizione in grafico in funzione RS delle spirali Sb del gruppo locale di cui conosciamo con precisione le distanze, vedremo che esse si dispongono lungo una diagonale in basso a sinistra, cioè in funzione della loro magnitudine apparente e NON SECONDO DISTANZA. Cioè si tratta invero di una semplice
imitazione della legge di H!
Inoltre tutte le galassie mostrano un RS rispetto alla dominante M31, ma proprio tutte.....
Se poi si considerano le spirali Sc il diagramma si sdoppia(!), cioè le COSTANTI DI HUBBLE DIVENGONO DUE! In tal caso possiamo affatto parlare di
RS morfologico......
Idem per le altre classi.
Saltano tutte le relazioni col RS come distanza-espansione! Provare per credere.....
Negli anni '70 due astronomi Tully e Fisher proposero un nuovo sistema per trovare le distanze galattiche, limitato alle sole Sb, un metodo oggi largamente usato tra i professionisti.
In pratica esisterebbe una correlazione fra la velocità rotazionale (massa) di una galassia e la sua luminosità
La(Delta v)^4
Bene, tra le distanze ottenute sulla base del RS e quelle col metodo TF, si riscontrano differenze sostanziali, in alcuni casi sino a 20, 30 Mgp ed oltre! In un solo caso su alcune centinaia c'è accordo. Per cui di casi
osservativi isolati o anomali possiamo anche parlare invero, ma per quelli che confermerebbero la famosa equazione, non per smentirla!
Ma in fondo, lo stesso Hubble non aveva tutti i torti nel nutrire forti dubbi sull'impossibile equazione RS=distanza-espansione, attribuendo questo RS cosmologico al semplice effetto Doppler come velocità di recessione di oggetti extragalattici lontani.
E a questo punto lascio anche perdere la questione del paradosso degli orizzonti legato alla presunta espansione dell'universo, su cui nessun astrofisico e cosmologo mi ha mai saputo dare una risposta sensata, anzi alcuna risposta! Paradosso che invece Einstein e De Sitter avevano affrontato, giungendo a conclusioni grottesche per non dire ridicole, sulla realtà di un presunto fenomeno di espansione degli orizzonti cosmici.
Ciao
PS: ma qui dentro non esiste nemmeno una faccina per salutare?! [smilie=row__1179.gif]