Deepwatcher ha scritto:
Si finisce nella filologia qua ^^
Cesare per i latini si scriveva Caesar, e lo pronunciavano così! ^^ Cesare in vita non si è mai sentito chiamare in questo modo. Solo Caesare (no dittongo, "ca" duro).
La pronuncia morbida deriva dal fatto che nel 200-300 venne introdotto il dittongo ae = e, e venne erronemanete applicato ai nomi propri antecedenti.
Hai ragione.
La radice tra l'altro ha originato diverse derivazioni e non soltanto nelle lingue neolatine.
Basti pensare alla parola Zar (czar, dal russo tsar') che deriva direttamente da Caesar col suono duro.
Deepwatcher ha scritto:
Come dici tu esattamente allo stesso modo Iovis venne interpretato Jovis dai filologi ecclesiastici dei primi secoli dopo l'impero (I e J sulla pietra si assomigliano ^^) e da lì discese il volgare Giove. Sono gli errori che creano una lingua nuova...
Siccome il latino che si studia e usa è quello giunto tramite la Chiesa (il latino detto ecclesiastico appunto) Giove in astronomia ha il prefisso Jovio (leggibile sia come Giovio sia come Iovio, si equivalgono), così come diciamo Cesare invece di Caesare
Il latino che si impara negli istituti superiori in Italia non è il Latino Ecclesiastico, è il Latino Classico.
Non so se nella Città del Vaticano (del quale il Latino Ecclesiastico è la lingua ufficiale, tant'è che te la trovi anche nei bancomat) esso venga studiato con le modifiche che i secoli hanno apportato a questa lingua.
Non mi sorprenderei se studiassero entrambi.
Il latino classico ha 21 caratteri. Sono assenti le lettere J (si usava la I) , U (si usava la V), W e Z.
Queste lettere vennero introdotte solo più tardi nell'era repubblicana al crescere dell'influenza della cultura greca e in generale del mondo "colonizzato" dai Romani proprio per la necessità di tradurre e translitterare nomi che avevano suoni e pronunce diverse.
Per la cronaca, tra l'altro, la lettera "j" fu l'ultima ad essere introdotta nell'alfabeto latino e la sua radice prima ancora che greca è fenicia.
Nell'alfabeto italiano la "j" è derivata dal latino tardo-medievale e poi rimossa nella seconda metà dell'Ottocento. Veniva usata praticamente solo per per alcuni toponimi geografici (e.g. Jesolo) oppure per indicare il plurale della terminazione -ii (principij pl. di principio) o ancora per nomi o cognomi (come Jole, Ajello..).
Ecco perchè di parole originali con la "j" ce ne sono pervenute ben poche, io ricordo solo jella e fidejussione. Entrambe comunque scrivibili tranquillamente con la "i" normale. Dovrei controllare sul dizionario in ogni caso.

Tutti gli altri nomi sono o neologismi anche se antichi (Juventus lo è in effetti con la J davanti) oppure intromissioni di altre lingue (jeans, jeep, jazz ecc..)
Il latino tardomedievale accetta e scrive Jupiter-Jovis ed è proprio con questo nome che il suo caso nominativo passa agli Anglosassoni (che non avendo "casi" nella loro grammatica non lo declinano).
Quanto al fatto che, come tu asserisci
"Sono gli errori che creano una lingua nuova...", sono d'accordo ma sono comunque convinto che è giusto studiare una lingua nel modo più incontaminato e solo dopo, eventualmente, analizzarne le mutazioni.
Ricordiamoci che il 90% dei nomi delle stelle giunti sinora sono tutte inficiate da gravi errori di copiatura, translitterazioni ed errate interpretazioni dell'Almagesto di Tolomeo da parte dei monaci che traducevano i suoi scritti.
Senza di quelle saremmo invece indotti a pensare che, per dirne una a caso, "Albireo" potesse essere la testa del cigno, quando in realtà ha uno dei nomi più travagliati dell'intera toponomastica celeste.
Deepwatcher ha scritto:
Scrivere Apojovio (ma allora perchè non Apogiovio? In fondo noi diciamo Giove!

) è per me una forzatura ma la accetto con buona pace degli Inglesi!
Scusate per il lungo excursus magari non troppo pertinente con l'astronomia ma che magari per qualcuno potrebbe risultare interessante.
Mat