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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Problemi su ISS
MessaggioInviato: martedì 17 febbraio 2009, 11:42 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 17:12
Messaggi: 1764
Località: Torino
Sempre in argomento immondizia spaziale, dal sito di repubblica


L'allarme della Faa ai piloti "Attenti alla spazzatura spaziale"

SATELLITI spenti per sempre, ultimi stadi di razzi, motori al plutonio esauriti, schegge di collisioni fra oggetti spaziali e perfino cassette degli attrezzi perse dagli astronauti durante le passeggiate nel cosmo. La soffitta del nostro pianeta è affastellata di ferraglie di cui niente e nessuno - se non la fine della Terra - riusciranno mai a fare pulizia. Ma a differenza delle soffitte normali, dove basta chiudere la porta per isolare il vecchiume, la "spazzatura spaziale" è diventata talmente abbondante da minacciare che alcuni frammenti abbandonino il turbinio d'alta quota e piovano sulla Terra.

La collisione fra un satellite commerciale americano e un relitto di satellite militare russo, avvenuta martedì scorso 790 chilometri sopra la nostra testa, ha spruzzato nell'orbita terrestre un migliaio di nuovi frammenti metallici, che si aggiungono ai 18 mila che da anni non vengono mai persi d'occhio da telescopi e satelliti perché considerati pericolosi. E la Federal Aviation Administration (Faa), che controlla il traffico aereo negli Stati Uniti, sabato ha lanciato un avvertimento ai suoi piloti: è possibile che in questi giorni schegge dei due oggetti orbitanti (che messi insieme pesavano una tonnellata e mezzo) possano cadere nell'atmosfera incendiandosi e raggiungendo le rotte percorse dagli aerei civili.

Poche ore dopo, nella mattinata di domenica, decine di segnalazioni di oggetti volanti non identificati hanno raggiunto le autorità del Texas. Una fiammata nel cielo simile a una stella cadente e un tonfo che ricordava un aereo che rompe la barriera del suono hanno scatenato una ridda di allarmi "all'ufo". La Faa non esclude che si tratti delle schegge dei satelliti russo e americano, mentre l'U. S. Strategic Command è più scettico sulle cause della palla luminosa, il cui video è finito sui siti internet.

Se gli ufo possono sembrare un'ipotesi remota, ben più concreto è il rischio che le schegge dei satelliti provochino altre collisioni e ancora altre schegge, in una reazione a catena che gli esperti della Nasa all'inizio degli anni '90 hanno soprannominato "sindrome di Kessler" e minaccia col tempo di rendere impraticabile lo spazio a satelliti e missioni con astronauti a bordo. A quelle velocità d'altronde (i due satelliti viaggiavano a 28 mila chilometri all'ora: quasi 8 chilometri al secondo) anche un frammento piccolo come una moneta ha un potere di penetrazione superiore a un proiettile. E un oggetto del diametro di mezzo centimetro - la Nasa spiegò ai suoi astronauti in partenza per la missione Apollo - quando orbita intorno alla Terra acquista la stessa energia di una palla da bowling lanciata a 100 chilometri all'ora.

"La probabilità che quei due satelliti si scontrassero erano bassissime. E tuttavia questo è avvenuto. Ora c'è il rischio, sempre minimo, che alcuni frammenti colpiscano la Stazione spaziale internazionale" spiega Giovanni Bignami, che insegna astronomia all'Istituto universitario di studi superiori a Pavia, è stato presidente dell'Agenzia spaziale italiana e ha diretto il consiglio scientifico dell'Agenzia spaziale europea. Se finora ci sentivamo protetti dalla teoria del "Big sky", secondo cui le dimensioni dello spazio sono talmente grandi da rendere praticamente impossibile la collisione fra due satelliti, lo scontro russo-americano ci ha fatto ricredere di colpo. Tanto da diffondere l'inquietudine anche fra le autorità che regolano l'aviazione civile.

"Dopo l'impatto - spiega Bignami - migliaia di detriti si sono sparsi in tutte le direzioni. Alcuni hanno mantenuto la stessa orbita, altri sono stati scagliati verso il basso, in direzione della Terra. In generale questi frammenti si dissolvono con una fiammata tra i 30 e i 10 chilometri di altezza. Ma non è escluso che possano sfiorare le rotte degli aeroplani. A quel punto, non vedo a che serva mettere in guardia i piloti. Seguire la traiettoria dei frammenti a quote così basse, e quindi lanciare l'allarme, è impossibile".

Di fronte al problema della spazzatura spaziale, tutto il mondo, insieme con il suo cielo, si trova a essere come un'unica casa: le collisioni possono avvenire ovunque. E infatti frammenti di razzi o navi spaziali da quando lo Sputnik, il primo satellite artificiale, ha colonizzato l'orbita nel 1957, sono stati ritrovati in Sudafrica come a Cuba, nel deserto dell'Arabia Saudita o in Costa D'Avorio, sono stati trasportati sulla spiaggia alle Bahamas o raccolti dalle reti dei pescatori in Brasile. Nel 1969 una nuvola di pezzi di metallo contorto pesanti almeno dieci chili l'uno sono caduti sul ponte di una nave giapponese. Martedì scorso lo scontro fra i due satelliti di Mosca e Washington è avvenuto sopra la Siberia, ma gli avvistamenti delle ipotetiche schegge sono avvenuti in Texas. E a essere minacciati da ulteriori detriti alla deriva sono ora gli astronauti russi e americani che coabitano nella Stazione spaziale internazionale a un'altezza di 350 chilometri.

"Big Sky" è grande, "ma i satelliti artificiali si concentrano in particolari gusci di cielo" dice Bignami. Che finiscono per essere affollati come autostrade. "I 18 mila detriti che superano i 10 centimetri di diametro sono seguiti costantemente da radar e telescopi a terra e da satelliti nel cielo" prosegue l'ex presidente dell'Asi. "Qualora la Stazione spaziale fosse minacciata da qualche frammento di spazzatura spaziale, da terra lancerebbero l'ordine di modificare l'orbita. Basta uno spostamento lieve per evitare lo scontro". Fino a quando non arriverà un giorno - all'incirca fra una decina d'anni - in cui la stessa Stazione si trasformerà in un detrito. "Trovandosi in un'orbita bassa, verrà fatta precipitare sulla Terra un pezzo alla volta, in modo controllato e puntando su qualche oceano il più possibile disabitato".

Un'operazione simile venne condotta (dopo 15 anni di orbite intorno al pianeta e oltre 100 astronauti di 46 paesi ospitati) con la stazione orbitante Mir, nel 2001. Non senza qualche brivido, le sue 135 tonnellate sorvolarono il Giappone, tagliarono come una spada luminosa il cielo delle Fiji per sprofondare infine al largo delle coste dell'Australia.

E se oggi lo scontro fra due oggetti spaziali targati Mosca e Washington ci rimanda al problema di una spazzatura impossibile da smaltire e al nostro contributo nell'inquinare il pianeta e il suo cielo, qualche decennio fa incidenti simili sarebbero stati avvolti probabilmente dal silenzio, scatenando a livello militare brividi da guerra nucleare. "Oggi ci lamentiamo della mancanza di cooperazione fra i paesi, e delle difficoltà con cui le informazioni sullo spazio circolano - ricorda Bignami - ma all'epoca della guerra fredda in orbita avvenivano cose ancor più tremende, avvolte nel silenzio siderale. Satelliti che si distruggevano a vicenda a colpi di laser e propellenti al plutonio dagli standard tecnologici non proprio accurati". Soprattutto i satelliti spia, che avevano il compito di scrutare la terra con radar potenti e ad alta risoluzione, non si accontentavano di un'alimentazione a base di energia solare. "Accadeva che i sovietici caricassero a bordo reattori nucleari con qualche decina di chili di plutonio e li lanciassero in cielo senza troppe preoccupazioni. Molti di quei residui oggi sono ancora lì". Non comportano pericoli per la salute umana sulla Terra, al massimo disturbano i telescopi ai raggi gamma. Ma di certo raccontano come il cielo un tempo (e non solo) fosse considerato una discarica comoda e senza fondo. Un po' sede del senso divino e un po' pattumiera, a seconda delle convenienze.

(17 febbraio 2009)



Fra una decina di anni sarà da rottamare ?

:shock:

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