antares40 ha scritto:
Assolutamente chiaro!
Mi permetto di aggiungere che, peraltro, il sistema di escludere le cose che non si riescono a spiegare è molto comodo, basta avere astuzia ed eleganza quanto basta per applicarlo al momento opportuno!
Tu sai bene che, all'inizio, non era mica così, tutt'altro: calcoli e calcoli - da Lemaître in poi - hanno proposto bellamente tutta la materia concentrata in un punto, Poi, beh, c'è stato un ripensamento...
vedo dalla tua risposta che non mi sono spiegato affatto.
Partiamo da un questione piú di base: come funziona una teoria fisica. Una teoria fisica, solo apparentemente, assomiglia ad un sistema matematico: definisco un set di postulati (dati e non dimostrabili) ovviamente non contraddittori e da queste regole di base sviluppo la mia matematica.
Una teoria fisica funziona cosí: definisco alcuni postulati, cioé
enunciati che sono inferiti da osserrvazioni ma che
non vengono dimostrati teoricamente all'interno del modello, e ne deduco le conseguneze.
Ora il big bang: partendo da delle osservazioni, prima di carattere astrofisico e poi di carattere subatomico, hanno inferito delle cose che, secondo la loro interpretazione, portano ad un passato caldo e denso. Da qui deducono le conseguenze, cioé l'evoluzione dinamica di un universo caldo e denso. Il big bang non voleva affatto spiegare il botto iniziale. Molti fisici hanno voluto comunque esplorare ed estrapolare le condizioni precedenti: cioé cosa ha provocato il botto? E da dove viene la materia? Ecc. Devo dire con risultati molto modesti. Anche perché non credo che nessuna delle nostre teorie fisiche possa essere spinta a simili scenari di alte energie senza il dubbio che non funzionino.
A te questo approccio potrá sembrare di comodo, ma non lo é. La fisica classica per esempio dá per scontato che esistano atomi e molecole e che siano strutture stabili. La fisica classica
non puó, non potrebbe e nemmeno é interessata a spiegare
perché esistono queste strutture. Sono parte dei suoi postulati per cosí dire. La meccanica quantisitica lo fa a patto di introdurre un set piú "elementare" di postulati. La teoria di campo quantistico spiega perché esistono le particelle a patto di introdurre una entita´ ancora piú elementare che é quella di campo e cosí via.
Quando io definisco un modello io decido che cosa voglio tirare fuori dal modello e da dove voglio partire e poi metto un punto. Il big bang, nella sua formulazione mi dice quale potrebbe essere l'evoluzione di un universo che era caldo e denso e che si é espanso per questo motivo.
Come ho detto, molti hanno voluto spingere a prima il modello, ma credo con scarsi risultati.
Veniamo ora alla questione di Arp-Narlikar: in questo modello un fatto osservativo, il redshift, é spiegato in base ad un processo di creazione della materia e di successiva interazione con la restante materia. Questo processo di creazione della materia é alla base non solo, in modo indiretto, del redshift, ma anche della formazione delle strutture che vediamo (galassie), della nascita delle quasar, ecc. Non puó essere messo solo come un postulato, te ne rendi conto, praticamente tutta la
dinamica del loro modello é legata a questo processo. Se non abbiamo un buon frame teorico per spiegare questo processo di creazione (non
perché avviene, ma
come funziona) il modello non decolla.
Potremmo dire che il modello di Arp Narlikar é un modello piú elementare di quello del Big bang esattemente come la meccanica quantisitica é una teoria piú elementare di quella classica. Questo non toglie che la teoria classica e quella quantistica possano vivere perfettamente ed essere in salute perché sono consistenti: la seconda é una versione approssimata della prima. Nel caso dei due modelli cosmologici invece nasce una insanabile contraddizione tale per cui non possono essere contemporaneamente corretti (magari lo sono pure).
ciao