Quoto un paio di passaggi molto interessanti che sintetizzano la questione:
"Il Calcolatore di Antikythera ha destato reazioni contrastanti tra i ricercatori e gli scienziati sia per la presenza di soluzioni tecniche d’avanguardia, ma anche perché è possibile supporre che gli antichi Greci o Romani non avessero sufficienti nozioni di Astronomia per poter descrivere i moti dei pianeti attorno al Sole, piuttosto che attorno alla Terra. C'è, infatti, chi sosteneva che tale livello di raffinatezza e precisione non è compatibile con le conoscenze di allora del mondo ellenistico; al contrario c'è invece chi sostiene che è possibile - se non addirittura certo - che i Greci avessero tali conoscenze. Spesso ci si dimentica, infatti, che la civiltà greca in quel periodo non era quella del periodo classico o di Pericle, comunemente immaginata, in cui primeggiavano le scuole artistiche, umanistiche e filosofiche. Dopo le conquiste di Alessandro Magno, che aveva fuso insieme le più antiche civiltà orientali con quella greca, quest’ultima si era evoluta nella ben diversa civiltà ellenistica in cui le nozioni scientifiche erano estremamente sviluppate. In particolare lo erano molto più di quelle dei Romani, che riuscirono a prevalere sul piano militare e del diritto civile ma non in campo scientifico. Trae quindi in inganno immaginare il periodo antico come una continua crescita in tutti i campi: sembra ormai accertato che il contributo specifico di Roma alla scienza greca alessandrina è stato pressoché nullo, determinando così una complessiva decadenza della cultura scientifica per molti secoli successivi."
"A destare stupore, non è tanto la tecnologia con cui è stato costruito, che è molto bassa rispetto a quella attuale e comunque insufficiente per un meccanismo così complesso cinematicamente, quanto piuttosto l’elevato livello di conoscenze scientifiche, da quelle astronomiche a quelle matematiche, che Antikythera presuppone. La sua scoperta ci porta a riflettere e a rivedere non poco le attuali scarse conoscenze scientifiche attribuite al mondo ellenistico. Ma cosa diversa è la sua realizzazione. Quanto detto anche al fine di fare chiarezza su una dicotomia che spesso non viene riconosciuta come tale tra “cultura tecnologica”, che certamente il mondo ellenistico possedeva in misura molto limitata e che invece troppo spesso, studiosi anche autorevoli, continuano ad attribuirgli, e “cultura scientifica” che, invece, aveva raggiunto in Grecia un livello molto elevato già prima dell’avvento di Cristo. Pensare che “duemila anni fa c’era un mondo tecnologicamente più avanzato di quanto mai avessimo osato pensare” è pura fantasia."
"Il calcolatore astronomico nella letteratura classica - Il Calcolatore di Antikythera è l’unico planetario giunto fino a noi, ma la letteratura latina cita un altro planetario ben più antico, costruito da Archimede nel III secolo a.C., anch’esso presumibilmente con meccanismi ad ingranaggi. Cicerone (106-43 a.C., contemporaneo all’affondamento del Calcolatore di Antikythera) riferisce che, dopo la conquista di Siracusa nel 212 a.C., il console romano Marcello aveva portato a Roma un globo celeste e un planetario costruiti da Archimede (287-212 a.C.): De Re Publica, I, 14, ed inoltre anche 21 e 22; Tusculanae disputationes, I, 63."
In sintesi, l'imperialismo romano ha contribuito a disperdere alcune conoscenze scientifiche ellenistiche.
Ovviamente, come è ribadito in questo e in altri articoli seri (ci dovrebbe essere qualcosa sul sito del National Geografic) la tecnologia utilizzata non è all'altezza della matematica e della geometria che c'è dietro all'idea della macchina.
L'idea del riduttore epicicloidale era elegante, ma i sistemi di trasmissione del moto rozzi e insufficienti. La tecnologia era molto limitata, mentre la teoria era raffinata.
Poi ovviamente, la civiltà greco-ellenistica è stata spazzata via dalla storia prima che potesse evolvere da questi "giocattoli" qualcosa di più serio.
Archimede di Siracusa, prima di essere assassinato da un soldato romano (presumibilmente rozzo. l'equivalente dei marines attuali), stava sviluppando l'embrione del calcolo infinitesimale: dando tempo alle accademie dell'epoca, forse si sarebbe arrivati a queste conquiste prima di Newton e Leibniz.
Purtroppo però la storia non si fa con i se, ma può insegnarci qualcosa per il futuro.
_________________ Claudio
"Los que van con prisa, nunca ven el cielo" Gruppo Astrofili Hipparcos, Roma - http://www.hipparcos.it/ Osservo con: Principalmente con Celestron C5, binocoli vari, occhio nudo e tutto ciò che si può puntare verso il cielo.
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