Ciao a tutti, facendo una ricerca sul forum ho trovato alcuni topic che trattano l'argomento ed ho visto anche gli utili links segnalati (un newsgroup specifico ed il sito di Mete, che andro' subito a visitare). Tuttavia mi chiedo perche' non parlarne anche su questo forum che conta moltissimi utenti e che potrebbe "nascondere" molti appassionati neofiti (come lo sono io) di questa affascinante attivita'.
Personalmente credo che non tutti sanno quanto poco basta per cominciare a "vedere" nel dominio della lunghezza d'onda della luce. Inoltre una camera CCD (molto diffusa oggi), rappresenta un potenziale enorme per la cattura degli spettri e delle preziose informazioni ad essi legate. Lungi dal voler fare "ricerca", secondo me l'analisi degli spettri puo' essere per noi comunque fonte di grandi soddisfazioni ed ha anche una forte valenza didattica. Le inconfondibili tracce lasciate dalle molecole di metano sugli spettri dei pianeti gassosi, le forti linee di emissione delle supernove, fino ad arrivare ai lontanissimi Quasar, il cui spostamento verso il rosso per effetto doppler e' rilevabile anche su spettri a bassa risoluzione, sono oggi realmente alla portata dell'astrofilo.
La prima esperienza che ho avuto modo di fare con uno spettroscopio acquistato ad un costo paragonabile a quello di un rifrattore APO da 6 centimetri di apertura, pare confermi in pieno. Ma si puo' fare spettroscopia ovviamente anche spendendo meno, con piu' semplici reticoli a diffrazione.
Ecco dunque il risultato delle primissime prove di ripresa effettuate grazie allo spettroscopio (costruito dal bravo Lugli di Roma) con fenditura e reticolo di diffrazione a riflessione, collegato al Celestron 9.25. La camera di ripresa e' la SXV-H9 ed i tempi totali di esposizione variano tra 1 e 4 minuti.
Il primo soggetto e' la brillante Vega, alfa della Lira. In pratica la stella e' stata sfocata leggermente e la sua immagine (la nota ciambella, dato che il telescopio ha lo specchietto secondario che "intralcia") e' stata posizionata in modo da far passare parte della luce attraverso la fenditura dello spettroscopio. L'autoguida mediante un rifrattore in parallelo ha "bloccato" l'immagine sulla fenditura durante le varie esposizioni. In questa configurazione, siccome la dispersione del reticolo e' abbastanza alta, lo spettro non entra completamente nella piccola superficie del sensore CCD, quindi e' stato necessario prenderlo in varie "sezioni". Fondamentale per questo scopo una manopola che fa inclinare il reticolo di diffrazione facendo scorrere lo spettro secondo la lunghezza d'onda. Ho ricomposto poi l'intero spettro che, avendo una scala di circa 1.6 A/pixel, dovrebbe rientrare nella categoria ad alta risoluzione:
http://img213.imageshack.us/img213/2497/vegac9kt4.jpg
Per le elaborazioni ho utilizzato Visual Spec, un software completamente gratuito e scaricabile dal sito:
http://www.astrosurf.com/vdesnoux/
Ho fatto solamente due semplici calibrazioni: una in frequenza, per collocare correttamente lo spettro nel dominio della lunghezza d'onda, e l'altra per compensare la diversa risposta ai vari colori del sensore CCD utilizzato (SXV-H9). La calibrazione completa prevede altri passaggi che tengono conto delle righe atmosferiche, del fondo luminoso, del flusso assoluto, ecc. Tutte tecniche che spero di apprendere in futuro...
Questi invece sono spettri della nota nebulosa anulare, M57. Il tempo di integrazione e' corto, quindi le righe non sono molto "staccate" dal fondo (basso rapporto segnale/rumore). Le due regioni rappresentate sono quella dell'h-alfa e dell'OIII. In quest'ultima sono evidenti le due righe dell'ossigeno ionizzato attorno alle quali viene fatto il taglio dei tipici filtri visuali o fotografici a banda stretta OIII.
http://img172.imageshack.us/img172/4711/m57c9us4.jpg
Infine una nota che non stona visto che siamo nella sezione di astrofotografia. Fate attenzione ai due spettri (quelli in b/n) di M57, Oltre le linee di emissione della nebulosa ci sono altre bande o parti chiare che non hanno nulla a che vedere con la luce proveniente da M57. Si riconoscono facilmente perche' prendono tutta l'altezza dell'immagine, al contrario delle emissioni della nebulosa (che essendo piu' piccola non sono alte quanto l'intera fenditura dello spettroscopio). Si tratta del famigerato inquinamento luminoso. Oltre la forte riga del mercurio (a destra nel grafico in alto) ci sono altre notevoli fonti di inquinamento nella zona del verde-giallo. Da considerare che le riprese sono state fatte da L'Aquila, dove il cielo per fortuna non si puo' definire fortemente inquinato. Eppure quanto inquinamento luminoso e' finito sul sensore! E di conseguenza mi viene da pensare: quanto e' difficile fare tricromie dai centri urbani! Se vedete nebulose come questa, che nelle varie foto appaiono con colori piu' disparati, spesso avviene proprio a causa di tutte queste emissioni di luce artificiale che alterano l'equilibrio cromatico.
Ho finito di tediarvi. Come dicevo all'inizio del topic, se qualcuno ha passione per queste cose e desidera discuterne, potremmo farlo qui sul forum, sperando magari di accrescere l'esperienza assieme (io sono agli inizi) e sperando pure che non sia un argomento off-topic (a proposito, mi sono permesso di inserire qui il messaggio visto che si parla di riprese CCD di spettri di oggetti del profondo cielo, al limite ci si sposta altrove).
Desidero infine ringraziare l'amico Giuseppe che e' stato di fondamentale aiuto per riprendere questi primi spettri.
C9.25, spettroscopio e CCD al lavoro:
http://img487.imageshack.us/img487/6029/workhc4.jpg
Ciao ciao
Paolo