Giustamente, il dubbio è venuto a Lead Espression guardando foto del deep field di Hubble.
Infatti, nel tempo ci sono state mostrate immagini di campi sempre più profondi, di oggetti sempre più lontani, e quindi di porzioni di Universo sempre più "vecchie": sempre più vicine al momento della loro formazione, si potrebbe dire.
Ma si vedono sempre gli stessi campi, con galassie e quasar, sempre fondamentalmente uguali, sempre con strutture già evolute... e ci si chiede quindi fino a che punto potremo spingere l'osservazione con i miglioramenti tecnologici che si susseguono a ritmo sempre più pressante.
Le risposte che si possono leggere qui hanno tutte una loro logica interna che non viene neppure accennata, tanto è data per scontata: l'Universo è in espansione ed è nato da una grande esplosione: la teoria dell'atomo primevo" (o "uovo cosmico") dell'Abate Lemaître, prima; quella dell'esplosione della "singolarità primordiale" di Gamow, poi, alla quale (per puro paradosso) il fortunatissimo nome di "Big Bang" lo diede un nemico giurato, Fred Hoyle.
Questo, senza contare il super-classico Fiat lux che, aspetti religiosi a parte, non è poi molto differente nel suo concetto essenziale, e neppure nel contenuto fideistico.
Ma possiamo chiederci: e se invece l'Universo esistesse a sempre e non avesse confini?
La domanda non è peregrina.
E non è peregrino neppure chiedersi se l'Universo, risultando davvero attualmente in una fase di espansione, non potrebbe derivare da una precedente fase di contrazione, ma non fino al limite della "singolarità" (dimensioni zero, densità infinita), che nessuna teoria (neppure il Big Bang) riesce a "trattare", ma - mettiamo - fino a limiti ben più ampi come un raggio di un miliardo di anni-luce.
Sono ipotesi che le cosiddette "cosmologie alternative" hanno sostenuto con l'Universo statico di Hoyle ("Stato Stazionario" e, poi, "Stato Quasi-Stazionario"), con il modello cosmologico di Klein (annichilazione materia-antimateria a livello di "metagalassia" e successiva espansione), con l'ipotesi dell'Universo a Plasma (sviluppata a partire da idee di Alfvén).
Tutte proposte attualmente sconfitte e quasi-abbandonate, ma non per questo da dimenticare, se non altro per evitare un sovrappiù di certezze nel nome di una teoria che, per rendere ragione delle sempre più precise evidenze osservative, deve fare ricorso (con grande naturalezza ed eleganza matematica, dobbiamo dire), a fasi di "inflazione" non proprio intuitive, a "materia oscura" (che non si riesce a rivelare) per un 24% del totale, e a "energia oscura" (che non si sa cosa possa essere) per un altro 72% del totale della massa-energia dell'Universo. Con il risultato che quanto è oggi in grado di giustificare con effetti in qualche modo osservabili e misurabili è pari al 4%: a me pare un po' poco.
Cordialità.
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