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Autore Messaggio
MessaggioInviato: sabato 17 febbraio 2007, 9:47 
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Iscritto il: giovedì 7 dicembre 2006, 23:07
Messaggi: 8592
Località: Leiden, The Netherlands
Mi e' venuto in mente questo dubbio guardando l'immagine del deep field del telescopio spaziale Hubble. Ora, ammesso che si riesca a guardare sempre piu' lontano nello spazio (=> indietro nel tempo), non ho ben capito cosa riusciremo a vedere. Nel senso, se guardiamo avanti nello spazio ed indietro nel tempo, ad esempio a 13.7*10^9 a.l (guarda caso, e speriamo di non aver sbagliato il numero :| ),l'idea che mi sono fatto e' che dovremmo poter osservare quello che accadde *agli strati piu' esterni* del big bang, come se osservassimo la parte esterna di una esplosione (anche se il paragone non calza, perche' l'universo non si espande come un'esplosione in uno spazio preesistente, e' piuttosto lo spazio che si dilata). Cio' pero' soltanto se ammettiamo un modello di universo *chiuso* in espansione. Ma se fosse aperto? Esistono teorie in proposito? Tra l'altro, la velocità di espansione dell'universo ci garantisce che ad una distanza di <età_dell'universo>*a.l. ci sia effettivamente qualcosa di osservabile?

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Tutto ciò che dà fastidio al potere e alle buone coscienze, questo è Marcos. E, per questo, tutti noi che lottiamo per un mondo diverso, per la libertà e l'emancipazione dell'umanità, tutti noi siamo Marcos.


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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: sabato 17 febbraio 2007, 13:17 
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Iscritto il: domenica 7 gennaio 2007, 0:14
Messaggi: 3034
Località: Yduklin
Tipo di Astrofilo: Visualista
IO credo che se l'universo fosse aperto, non dovremmo mai riscire a vedere vicino al big bang, in quanto noi ci allontaniamo dall'origine insieme allo spazio e al tempo, come un palloncino che si gonfia all'infinito...
al contrario universo chiuso la forza repulsiva dell'espansione scema e cede alla gravità per "tornare"sui suoi passi e di conseguenza ci avvicinerebbe all'origine...ma noi non saremo presenti per saperlo.. :shock:

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note: nella vita sto imparando.


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MessaggioInviato: sabato 17 febbraio 2007, 15:13 
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Iscritto il: venerdì 10 febbraio 2006, 15:31
Messaggi: 120
Località: Puglia
Universo chiuso o aperto la differenza stà nella geometria dello spazio, differenza che si noterebbe solo a dimensioni cosmologiche.
Comunque non è che gaurdando indietro nello spazio possiamo vedere sempre più indietro fino magari a prima dell'inizio.
Ad un certo punto non vedremmo più nulla, l'universo cioè sarebbe opaco, sarebbe quello il momento subito prima della deunificazione delle forze, il momento in cui nell'universo la radiazione ha smesso di opporsi all'espansione delle particelle in esso contenute, dando così vita ai primi atomi di idrogeno.
Cosa è successo prima di quell'era a noi purtroppo non sarebbe mai dato saperlo a causa appunto della composizione fisica dell'universo in quegli istanti, quello che si può fare è suppore e fare congetture attraverso la fisica conosciuta e gli esperimenti nei laboratori e negli acceleratori.
Per esempio l'unificazione di due delle quattro forze (elettromagnetismo e nucleare debole, forza elettrodebole) è stata scoperta appunto da Carlo Rubbia nel suo acceleratore di Ginevra (se non erro) attraverso la scoperta dei bosoni vettori intermedi che mediano appunto tale forza.
La teoria presume pure che un tempo anche la forza nucleare forte e la gravità erano fuse insieme a formare un unica grande forza di caratteristiche fisiche ben lontane da quelle conosciute.


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MessaggioInviato: sabato 17 febbraio 2007, 17:58 
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Iscritto il: mercoledì 22 febbraio 2006, 16:20
Messaggi: 173
Località: Liguria
Giustamente, il dubbio è venuto a Lead Espression guardando foto del deep field di Hubble.

Infatti, nel tempo ci sono state mostrate immagini di campi sempre più profondi, di oggetti sempre più lontani, e quindi di porzioni di Universo sempre più "vecchie": sempre più vicine al momento della loro formazione, si potrebbe dire.

Ma si vedono sempre gli stessi campi, con galassie e quasar, sempre fondamentalmente uguali, sempre con strutture già evolute... e ci si chiede quindi fino a che punto potremo spingere l'osservazione con i miglioramenti tecnologici che si susseguono a ritmo sempre più pressante.

Le risposte che si possono leggere qui hanno tutte una loro logica interna che non viene neppure accennata, tanto è data per scontata: l'Universo è in espansione ed è nato da una grande esplosione: la teoria dell'atomo primevo" (o "uovo cosmico") dell'Abate Lemaître, prima; quella dell'esplosione della "singolarità primordiale" di Gamow, poi, alla quale (per puro paradosso) il fortunatissimo nome di "Big Bang" lo diede un nemico giurato, Fred Hoyle.
Questo, senza contare il super-classico Fiat lux che, aspetti religiosi a parte, non è poi molto differente nel suo concetto essenziale, e neppure nel contenuto fideistico.

Ma possiamo chiederci: e se invece l'Universo esistesse a sempre e non avesse confini?
La domanda non è peregrina.
E non è peregrino neppure chiedersi se l'Universo, risultando davvero attualmente in una fase di espansione, non potrebbe derivare da una precedente fase di contrazione, ma non fino al limite della "singolarità" (dimensioni zero, densità infinita), che nessuna teoria (neppure il Big Bang) riesce a "trattare", ma - mettiamo - fino a limiti ben più ampi come un raggio di un miliardo di anni-luce.

Sono ipotesi che le cosiddette "cosmologie alternative" hanno sostenuto con l'Universo statico di Hoyle ("Stato Stazionario" e, poi, "Stato Quasi-Stazionario"), con il modello cosmologico di Klein (annichilazione materia-antimateria a livello di "metagalassia" e successiva espansione), con l'ipotesi dell'Universo a Plasma (sviluppata a partire da idee di Alfvén).

Tutte proposte attualmente sconfitte e quasi-abbandonate, ma non per questo da dimenticare, se non altro per evitare un sovrappiù di certezze nel nome di una teoria che, per rendere ragione delle sempre più precise evidenze osservative, deve fare ricorso (con grande naturalezza ed eleganza matematica, dobbiamo dire), a fasi di "inflazione" non proprio intuitive, a "materia oscura" (che non si riesce a rivelare) per un 24% del totale, e a "energia oscura" (che non si sa cosa possa essere) per un altro 72% del totale della massa-energia dell'Universo. Con il risultato che quanto è oggi in grado di giustificare con effetti in qualche modo osservabili e misurabili è pari al 4%: a me pare un po' poco.

Cordialità.

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