Che riguardasse soltanto le stelle (oggetti puntiformi) mi pareva fosse chiaro nel mio secondo intervento (che riporto):
bardix ha scritto:
Nella parte che riguarda la magnitudine limite di un obiettivo, mi sono "intrippato" sulle considerazioni di "Schaefer et al." per il calcolo "scientificamente oggettivo" e meno approssimato possibile di questo parametro (appunto per la magnitudine limite).
Si parla della magnitudine limite delle stelle, non degli oggetti estesi.
E' effettivamente vero che ci sono troppe variabili in gioco e che a calcolarle tutte correttamente ci si mette un bel po' di tempo ...
E' vero che ogni setup ha la sua unicità e che basta cambiare oculare (per esempio passando da 2 lenti a 5) che lo hai già cambiato "drammaticamente" ...
E' vero che il nostro occhio è la "variabile più variabile che esista" nel nostro campo ...
... però, CONCETTUALMENTE, su che diametro si debba usare (se quello di uscita dell'ottica o quello di ingresso della pupilla) per il calcolo (pur spannometrico) non mi sembra così assurdo ...
Io ho (ovviamente) fatto delle prove di calcolo considerando il mio dobson da 12":
- se utilizzo la formula di Pogson (6,8+5*LOG(D)) ottengo 14,2
(parte da una MLvisuale fissa pari a 6,8)
- se utilizzo la formula proposta da Gasparri (MLvisuale-2+4,4*LOG(D)) ottengo 15,5
(parte, come quella di Schaefer, dalla Magnitudine limite visuale ma non considera direttamente il fattore di trasmissione)
- se utilizzo la formula di Schaefer (come sopra con pupilla occhio, mio in base all'età) ottengo 15,0
- se utilizzo la formula di Schaefer (come sopra con pupilla uscita) ottengo 15,8
(ovviamente, negli ultimi due casi, ho calcolato il fattore di trasmissione un modo ragionato e ragionevole)
Quale sarà quella più vicina alla realtà ? Finché non mi recherò sotto un cielo (molto buio, non certo da casa mia) che mi permetta di apprezzare magnitudini così flebili non lo saprò mai !