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Autore Messaggio
MessaggioInviato: domenica 14 agosto 2016, 13:02 

Iscritto il: lunedì 3 dicembre 2012, 20:09
Messaggi: 1503
Ho acquistato di recente un rifrattore Tecnosky APM 152 /1200 ED/APO, quindi f 8. Si tratta del fratello minore dell'APM 152 di Riccardi. Il mio ha l'obiettivo realizzato con due lenti inusuali: una CHENGDU CPGM FK6I e l'altra al lantanio H-LAF53; entrambe sono trattate con multistrato antiriflettente, visibile, in determinate condizioni, come una colorazione vagamente brunastra. Questa combinazione di vetri è considerata APO. Ora, dato che nessuno l'ha ancora fatto, ne vorrei redigere una recensione, senza usare terminologia tecnica, della quale ho poca padronanza, ma utilizzando il linguaggio comune, a tutti comprensibile.
CONSEGNA
Lo strumento arriva a domicilio confezionato in due scatoloni di cartone. All'interno una bella valigia immersa in un mare di polistirolo. Estratta e aperta, appare lo strumento infilato in un sacco di plastica, corredato da una diagonale da 2" con riflettività del 99% e correzione a 1/10 di lambda.
Fuori dalla valigia, ben protetti, ci sono i due anelli di sostegno, con maniglia e piastra di attacco Losmandy. Estraggo il tele e lo appoggio su di un tavolo: il peso è di 10,5 Kg (OTA), che mi pare accettabile visto il diametro e la lunghezza. Il tele è dotato di tappo anteriore molto leggero, a pressione, e di tappo sul fok che ha un'apertura di 2", privo di adattatore a 1,1/4". L'intero fok è rotabile di 360°, con durezza regolata da tre viti poste a 120° e bloccabile, nella posizione desiderata, da una manopola a vite. Sul corpo del fok, c'è la staffa di tipo universale, per l'innesto di un comune cercatore del tipo "attacca e stacca", che però manca nella valigia. Ho provveduto acquistando un cercatore/inseguitore D 60 mm e F 228 mm, che accetta oculari di ogni tipo da 2" o da 1/4". Questo fok è un Crayford con cremagliera diagonale. Agendo sulle manopole, si è dimostrato fluido e robusto: sia in avanti che indietro il movimento è morbido e scorrevole, senza esitazioni, registrabile con apposita vite, e bloccabile con altra vite.
Ma veniamo all'obiettivo. A guardarlo ortogonalmente, si rivela limpidissimo e mostra l'interno del tubo ben annerito, con tre diaframmi a bordo tagliente. Il tubo è verniciato di bianco vagamente brillante, ma non troppo omogeneo su tutta la superficie. Il paraluce è retrattile ed estratto, può essere bloccato da una manopola a vite.
STAR TEST
Approfittando di una serata abbastanza limpida, ho fatto questo test sulla Polare, dal giardino di casa mia, usando un oculare Nagler type 6 da 11 mm che mi dà 109X. Premetto che non sono proprio bravo a leggere uno star test e mi limito, perciò, a dire cosa ho visto: sia in intra che in extra focale la stella ha assunto una forma circolare, perfetta di colore grigio chiaro. Entrambi i dischi presentavano una fascetta periferica sottilissima di colore più chiaro: non so quale sia il significato e lascio agli esperti l'interpretazione.
PROVA SU CAMPO
Finalmente, domenica 7 agosto la tanto attesa prova. Mi sono recato in Val Cimoliana, a circa 600 m, dove ho un posticino proprio adatto. Il cielo era limpidissimo: SQ 21,20, temperatura 17°, vento assente, umidità relativa 68%, Seeing 1/2 Anton. Montato il tele su neq6pro, faccio un allineamento, partendo dal PNC, ad una stella (Arcturus) quindi, senza volermi soffermare su di una costellazione per redarre una scheda di tutti gli oggetti in essa contenuti, procedura che rientra nel mio modo di fare osservazione, punto lo strumento su oggetti ben noti, per valutarne la resa. Impiego l'oculare XWA CA 100°, F 20 mm. L'ingrandimento che mi dà è di 6OX, per un CR di 1° 7. Per tutte le altre osservazioni di quella sera ho sempre usato soltanto questo oculare.
Il primo oggetto inquadrato è stato, naturalmente, M13. L'ammasso appariva in pieno campo, formato di stelle finissime e di vari colori che si allargavano progressivamente verso la periferia. Le stelle a poco a poco si condensavano verso il centro: perciò si può dire non completamente risolto. Ma forse così è più bello: perché smembrare il suo cuore? Per una prova di bravura e basta. Secondo me sta meglio lasciargli il centro chiuso come è proprio appunto di una ammasso globulare, (ma questa è un'opinione personale.) L'effetto è comunque straordinario, soprattutto perché immerso nel pieno cielo nerissimo e molto ben contrastato.
Passo ad altro, premettendo purtroppo che ho pochissimo tempo a disposizione. Il secondo oggetto è stata M31 : una delusione, non so per quale motivo, forse perché ancora un po' bassa, la galassia presentava sì il core molto luminoso, ma il contorno sfumava progressivamente, senza evidenziare la sua forma ellittica. Ma passiamoci sopra, ci tornerò un'altra volta. Altro oggetto: NGC 7510 in Cepheus. E' questo un ammasso aperto che mi è sempre piaciuto: è apparso luminosissimo e ben dettagliato, occupando buona parte dell'oculare. Al centro, una vaga nebulosità, che ho già notato molte volte e che forse è un raggruppamento lontanissimo di stelline. Visione superba.
Ho poi puntato un grande campo stellare in Cigno: sono rimasto veramente incantato dalle ricchezza di stelle, dalla loro luminosità e dalla varietà dei colori: stelle rigorosamente puntiformi su tutto il campo inquadrato.
Il tempo purtroppo va diminuendo e mi restano solamente una ventina di minuti per poi smontare tutto.
Scelgo un ultimo oggetto: M27. Be' questa è stata la visione più appagante di tutte: la nebula, di forma pressoché sferica, appariva abbastanza luminosa e delle dimensioni di Giove a 250X. Ho insistito nell'osservazione per parecchi minuti e, a poco a poco, sono riuscito a cogliere, anche se debole, la struttura interna a forma di clessidra. Bella, bella! io ero attaccato all'oculare e quella se ne stava tranquilla nel bel mezzo del cielo a farsi docilmente osservare.
Basta, smonto tutto e rientro.
IMPRESSIONI
Pur avendo tralasciato il planetario, riconosco che nel tubo la sostanza c'è: soprattutto l'ottica è molto luminosa, non si registra la presenza di colori spuri, possiede buona definizione e soprattutto il campo visivo è sempre e comunque grande.
LUNA
Ho osservato il nostro satellite da casa mia l'11 agosto, con l'aiuto della bella carta lunare di Ruggieri. Il cielo era piuttosto velato e la Luna appariva di un colore giallo smorto. Per di più era un po' bassa. Ho iniziato ad osservarla alle 21,30, con un oculare TeleVue type 6 da 31 mm che mi dà 38X. Tutta la superfice lunare dentro l'obiettivo, con particolari nitidissimi ma troppo piccoli per poterli apprezzare. Non ho notato, specie sul bordo illuminato alcuna traccia di cromatismo.
Sono poi passato ad un Nagler type 6 da 7 mm per 171X. La Valle delle Alpi praticamente era già in ombra, occultata da un terminatore generoso di particolari sulle cime delle montagne. In considerazione della serata poco favorevole, almeno a causa di una certa turbolenza, ho ritenuto di non andare oltre con gli ingrandimenti. Con questo oculare ho goduto di una magnifica vista del Mare Imbrium, parzialmente circondato dai monti del Caucaso, dagli Apennini, dai Carpazi. Il risalto dei picchi montagnosi non era ottimo, per le cause che ho detto, ma comunque molto buono. Era il massimo che potesse darmi l'ottica con quel cielo. All'interno del Mare, nitida visione dei circhi Archimede, Antolyco e Aristillo. Bella la visione di Plato, Ma il circo più bello, fuori dal Mare Imbrium è, come tutti sanno, Copernico, con il bordo a gradoni che l'ottica rendeva ben visibili, come, del resto, i due picchi centrali con la loro ombra.
Qui mi sono fermato, non volendo testare l'ottica sul atri particolari. Nel complesso ne ho ricavato una visione molto gradevole, con particolari distinti abbastanza finemente.
Un'ultima occhiata a Sud è per vedere Clavio (imponente), Magino con il bordo spezzato da un cratere più piccolo e il piatto ed elusivo Deslendo.
Vorrei concludere con un pensiero del tutto personale:
la tecnologia ha aperto spazi fino a poco tempo fa sconosciuti e l'orizzonte della conoscenza si allontana sempre più. Ma la emozioni rischiano sempre più di sparire perché la tecnologia va trasformandosi in tecnocrazia, della quale noi tutti saremo succubi ed ossequiosi. E ancora potremo scoprire nuovi mondi, nuove galassie, nuovi sistemi planetari. Potremo sondare il mistero dei buchi neri, e degli spazi più profondi del cielo, ma tutto questo servirà poco, perché resterà sempre il mistero di cosa sia l'Universo in SE'.
Grazie a chi vorrà leggermi.

P.S.
Le foto mostrano lo strumento con un cercatore qualsiasi. Il 60/228 l'ho acquistato successivamente.

SECONDA PARTE DELLA RECENSIONE

Lo scorso agosto ho steso la prima parte di questa recensione, dedicandomi principalmente al deep. Poi ho testato il tele sulla Luna, all'epoca in fase discendente, rivelando, nonostante la velatura del cielo, la buona resa del contrasto, soprattutto sul terminatore.
Successivamente, a causa di inderogabili impegni familiari, complice anche il mal tempo, solo ora posso scrivere la seconda parte della recensione, più che altro per disperazione, che per l'invito di un buon cielo astronomico.
Il 20 aprile scorso, mi sono recato in Val Settimana (Claut), a 630 m di altezza, in compagnia di Francesco e Mauro, ognuno con il loro strumento. Il mio scopo era quello di testare l'APM sugli oggetti più prettamente specifici per un rifra, e cioè planetario e stelle doppie. Descrivo prima le condizioni del cielo. Volta celeste limpidissima, assenza di vento e di rilevante umidità, SQ 21,51/21,52, misurata con due strumenti diversi: tutto a meraviglia, no? Ad influire negativamente sulla qualità del cielo, ci ha pensato una fastidiosa turbolenza, soprattutto verso est. Però ormai avevo impostato il tele e non ho voluto rinunciare alle osservazioni.
STELLE DOPPIE
E' questo un settore al quale non mi sono mai dedicato e, per di più, non m'interessa molto. Però, al fine di redigere una recensione completa, ho provato a cercarle. Ho usato un oculare Nagler Televue da 7 mm che mi dà 172 ingrandimenti, e con questo ho puntato prima IZAR in Bootes. E' una doppia difficile: a tratti mi sembrava di vederne solo una, però a momenti, turbolenza permettendo, mi pareva di scorgerle entrambe, ma la soddisfazione è stata piuttosto misera. Le due stelle rispettivamente hanno mag 2.47 e 5.24 e avrebbero colori diversi che però non ho visto.
Sono passato ad altra: ALGIEBA in Leo: è una doppia molto brillante e si riesce a separarla bene dalla compagna. La maggiore ha una mag di 2.22, l'altra 3.47. Credo che si trattino di binarie e mi sono piaciute, indugiando un po' nell'osservazione.
Successivamente sono passato a RASALGETHI, in Hercules. Bella doppia con componente spettroscopica e mag -1,86. Ho distinto i colori: arancio e azzurro. Lo giudico un buon risultato.
Ho voluto osservarne ancora una, l'ultima, cioè CAPELLA in Auriga. E' una doppia visuale, non facile: le componenti sono molto strette, con mag rispettiva di 0.74 e 1.24. La turbolenza non mi ha concesso di apprezzare questo asterimo che vedevo solamente a tratti. ( I dati relativamente alle mag delle stelle li ho rilevati da I NOMI DELLE STELLE di Gabriele Vanin, ed. Orione).
Basta così, e passo a GIOVE. Impossibile da guardare: sembrava un disco tremolante, sempre causa della turbolenza. Si intravedeva solamente la calotta atmosferica a nord e le due scialbe fasce orizzontali. Lo abbandono subito, riservandomi di testare il tele in un'occasione più favorevole.
Fortunatamente, la sera successiva, dal giardino di casa mia, ho osservato nuovamente il gigante gassoso. Ma prima una cosa di cui mi ero dimenticato: in Marzo avevo osservato da casa mia Venere, quasi al tramonto, immersa in un'atmosfera un po' opaca, tipica della Val Padana. Ho usato anche qui l'oculare Nagler da 7 mm. Il pianeta appariva tremolante, ma in certi momenti l'immagine risultava schietta e ben staccata dal fondo cielo: un particolare molto piacevole, perché nella parte illuminata sembrava che le corna della falce si inserissero nella zona buia, in virtù dell'atmosfera un po' trasparente del pianeta. Altro che "O falce di Luna calante..." qui su Venere la falce, per il motivo sopraddetto, è più pronunciata che sulla Luna, al punto da sembrare parte di una circonferenza all'interno del pianeta stesso. Bella visone, a tratti buona nitidezza, sul limbo nessuna traccia di cromatismo.
Ma torniamo a GIOVE. Dal mio giardino offriva un'immagine più godibile, e così, sempre con il 7 mm ho visto alcuni particolari, preclusi dalla visione in montagna. Il pianeta si presentava sufficientemente nitido: niente cromatismo. Con pazienza, osservando nei momenti più favorevoli, ho visto la calotta nord, più scura dell'atmosfera sottostante. Però, prima della NEB ho visto delle bande sottili e grige. Poi la NEB, scura e tormentata da varie protuberanze. La SEB invece un po' più chiara, ma forse ancora più movimentata della NEB, con lembi nuvolosi, come onde marine. Al suo interno parecchia confusione e varietà nell'intenso colore grigio. Francamente non so se ho scorto la GMR, soffocata dalle nubi. Il resto del pianeta era vagamente grigio, considerando le caratteristiche del cielo di pianura.
Per terminare questa lunga chiacchierata, aggiungo che per una valutazione delle ottiche, ho affidato il tele a un mio amico negoziante che, posatolo sul banco ottico, dopo la verifica della collimazione, gli ha fatto passare il test di Ronchi, esposto qui sotto. La diagnosi è stata: "Sicuramente un po' di sferica e una leggera presenza di zonali al bordo. A parte questo, un'ottica assolutamente buona."
Spero che questo giudizio non deprima troppo l'obiettivo: a me questo rifra piace...piace molto.


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Ultima modifica di moebius il venerdì 19 maggio 2017, 20:01, modificato 16 volte in totale.
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MessaggioInviato: martedì 16 agosto 2016, 12:40 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
Messaggi: 15929
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Tipo di Astrofilo: Visualista
Buon report come prime impressioni, scrivi un topic in questo 3D viewtopic.php?f=3&t=984 con il link a questa discussione, così potrò provvedere ad inserire in lista il tuo report (che spero vorrai implementare, man mano che utilizzerai lo strumento). :wink:




Ps.: Lo startest (oltre a scegliere una serata con buon seeing) per mostrare la bontà dello strumento deve essere fatto ad un ingrandimento almeno pari al doppio del diametro dello strumento in mm (quindi nel tuo caso ad almeno 300x, anche se 400x sarebbe meglio), questo per far "uscire" i dischi di diffrazione con la stella a fuoco e per visualizzare il "pattern" della stella sfuocando appena appena; con soli 109x sei costretto a sfuocare molto (troppo) per far venir fuori la "palletta" chiara ma in questo modo verrebbero visualizzati solo eventuali difetti ottici davvero grossi, per valutare quelli piu fini (se vi sono) devi appunto andar sù con gli ingrandimenti.

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MessaggioInviato: martedì 16 agosto 2016, 13:21 

Iscritto il: lunedì 3 dicembre 2012, 20:09
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Grazie Angelo,
e per l'apprezzamento della mia (chiamiamola) recensione, e per il suggerimento utilissimo riguardante il modo corretto relativo ad uno star test.
Ho fatto come hai detto tu: ho trasferito il link di questa discussione nel settore "prove di strumenti e di accessori".
Spero di non avere fatto errori.
Eventualmente fammelo sapere. Per ora i miei più cari saluti.


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MessaggioInviato: martedì 23 agosto 2016, 5:37 
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Ciao Gianantonio,
piacevolissima lettura.
A presto

Pierpaolo

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Ciao Gian !!

Ho letto le tue impressioni dell'APM , e da quel che scrivi sembra proprio che lavori bene !

Ottimo acquisto !

...le meraviglie del cielo non finiscono proprio mai di stupire...speriamo di incontrarci presto sotto un cielo buio ! :D

Ciao

Mauro


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MessaggioInviato: giovedì 23 novembre 2023, 13:16 

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Tipo di Astrofilo: Visualista aspirante Fotografo
Bellissima lettura.
Mi accarezza nel sogno che spero di raggiungere tra un annetto: un apo (anche se doppietto, ma va benissimo perchè il peso non è proibitivo!!!) da 150 mm!
Io appartengo alla generazione per la quale un newton di 15cm era un obbiettivo già fantastico... parlare di acromatico da 120mm era sfrenata fantasia.
Oggi un più che discreto apo, con lenti in lantanio... fantascienza pura!!
Buona luce a tutti


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