Ieri sera è andato in scena il primo round di un incontro epico, del livello di
The rumble in the jungle!
Il giovane peso massimo Delos 10mm si è scontrato con il piccolo e più anziano zeiss o-10, su un campo, l’osservazione di Giove, in cui i contrasti bassi e le lievi sfumature mettono a dura prova la dominante cromatica e la secchezza dell’immagine.
Passiamo prima a presentare i contendenti:
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Il delos 10mm è un oculare di ultima generazione, usa vetri molto leggeri, trattamenti antiriflesso all’avanguardia, ha uno schema complesso 6/8 lenti. Ha 72 gradi di campo apparente e una comoda estrazione pupillare di 20mm. La posizione dell’occhio si può accomodare sul paraluce in gomma, dotato di twist up. Il peso è di circa 400grammi e mette a dura prova i focheggiatori vecchio stampo. Ha un trattamento di color verde “televue”.
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Il piccolo Zeiss è un ortoscopico di abbe: 4 lenti in due gruppi 3+1. Classico intramontabile, ha il barilotto da 24,5 pesa solo 50 grammi, ha un campo apparente di circa 40° e un’estrazione pupillare di 8mm. Non ha paraluce, ma complice lo schema ottico semplice non si hanno né effetti black out né kidney been. Il trattamento anti riflesso sembra avere una dominante violacea, ma sembra molto lieve e difficile da percepire: potrei pure sbagliarmi.
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Veniamo alla prova. L’osservazione è avvenuta in due momenti separati: in primissima serata e più tardi con il pianeta quasi allo zenit.
La correzione geometrica in entrambi gli oculari è ottima: al bordo il pianeta non diventa una pera, ma resta bello tondo.
Anche la dominante mi sembra bella fredda in entrambi gli oculari. Di solito i grandangolari sono più caldi, con il risultato che alcune sfumature vengono confuse nel calore dell’immagine. In questo caso mi sembra che sia televue sia zeiss abbiano fatto un lavoro egregio.
Per quanto riguarda il contenimento dei riflessi, il delos mostra di più il riflesso dei grossi spider del VMC200L, che quasi non si vedono nello zeiss.
Il fondo cielo risulta più scuro nello zeiss, anche se è una differenza di poco.
Per quanto riguarda l’incisione e la percezione dei dettagli, c’è da fare una differenza. Sugli alti contrasti delle SEB e della NEB, la resa è praticamente identica, con un leggerissimo vantaggio dello zeiss. Spostandosi però verso i poli, i contrasti sono più tenui. Il delos secondo me qui patisce un po’ il numero delle lenti e i dettagli sono un po’ impastati. Netti invece nello zeiss.
Ergonomia. Nell’osservazione dal balcone non è una cosa che prediligo, in quanto non sono completamente al buio e sto seduto.. Pertanto non ho difficoltà a trovare la giusta posizione dell’occhio e a mantenerla. Se con il Delos bisogna lavorare un po’ per trovare la giusta posizione del twist up, con lo zeiss, non avendo paraluce, la posizione è quella. Gli manca però un punto dove appoggiarsi con l’arcata sopraciliare. Direi comunque pareggio.
Peso. Qui son dolori. Se il focheggiatore non è granitico, il peso del delos si fa sentire eccome e potrebbe piegare un po’ il sight tube e deviare dall’asse ottico. Dovrebbe bastare stringere a dovere il blocco del focheggiatore una volta trovato il fuoco. Ma così si potrebbe non avere lo stesso identico punto di fuoco di prima. Insomma, se su telescopi dal rapporto focale lungo i problemi potrebbero essere superati dalla grande profondità di fuoco, sui telescopi veloci serve un focheggiatore bello robusto.
Verdetto? Il primo round se lo aggiudica lo zeiss, in un campo a lui molto congeniale. Aspetto di provarli con il dobson nel profondo cielo, sui paesaggi lunari e nell’osservazione del sole con prisma di herschel.