In questi ultimi anni abbiamo imparato a sapere cos'è l'
SQM.
Uno Scatolotto Quasi Misuatore o uno Sky Quality Meter.
Un aggeggio che, in un "clic", è in grado di dirci quanto è buio il cielo dal quale stiamo osservando.
Dopo la misurazione, il display ci mostra un valore: quello della magnitudine del cielo per arcosecondo quadrato.
I valori di un cielo notturno vanno dai 17 (misurati in città) ai 22 (misurati nei deserti).
Abbiamo imparato a sapere che, se tra 20.00 e 20.50 c'è poca differenza, tra 21.00 e 21.50 la differenza è enorme e la quantità di stelle comincia a essere...TANTA ROBA
Le osservazioni visuali possono essere più profonde, e la qualità del segnale registrato dalle camere CCD è di gran lunga maggiore.
Per fortuna da qualche anno l'SQM si sta diffondendo anche presso delle stazioni di rilevamento che recuperano informazioni continuativamente.
Tanto da poterle definire vere e proprie "stazioni di monitoraggio dei cieli".
(Molte di queste le troviamo su
http://www.sqm-network.com)
Insomma l'SQM è diventato uno strumento
standard di misurazione della qualità del cielo.
Il modello base (il primo che è stato prodotto, credo) è un SQM "normale".
Il suo angolo di misurazione della qualità del cielo è di 120°.
Questo vuol dire che, alzato allo zenit stanotte, l'SQM misura la luminosità del cielo dal Perseo all'Aquila.
Allegato:
sqm_angle.jpg [ 149.55 KiB | Osservato 3229 volte ]
Solo che dopo aver prodotto e commercializzato l'SQM, la Unihedron ha deciso di aggiungere un prodotto al suo catalogo: l'SQM-L
Questo è un SQM dotato di una lente che restringe il campo di misurazione a soli 40°.
Se puntato allo zenit, viene misurato solo quello che c'è attorno allo zenit.
Allegato:
sqm-l_angle.jpg [ 146.74 KiB | Osservato 3229 volte ]
Ovviamente nella gran parte dei cieli nostrani, inquinati sempre più dalle luci selvagge delle città e dei paesi, un SQM-L restituisce un valore più elevato (leggi un cielo più buio).
Questo perchè il cono di misurazione del modello con lente esclude le luci parassite provenienti dall'orizzonte.
Nella mia esperienza i valori tra i due misuratori spesso differiscono molto, e parlo di rilevazioni in contemporanea.
Durante una stessa notte il mio SQM dichiarava 21.15 e quello della stazione di Brallo di Pregola arrivava a 21.60!!
Per intenderci di cosa sia 21.60, mi sono trovato soltanto una volta sotto un cielo da 21.55 (con dato fornito dal mio SQM, e comunque da quando posso misurarlo):
ERA UN PARADISO!Nulla a che vedere con il cielo di 21.15 di quella notte.
In entrambe le situazioni la Via Lattea (che con la sua luminosità fa abbassare un po' i valori) era ben alta in cielo.
Gli amici kappotto e IllusionTrip l'altra notte erano a ossrevare al Brallo di Pregola, dove la stazione dotata di SQM-L misurava 21.60.
Per loro la notte era da 21.60.
Io, col mio SQM normale, misuravo 21.15. Molto più veritiera, visto che la magnitudine limite era più di 6.2 che di 6.43.
Oppure no? Oppure non è veritiera la misura da 21.15?
Come facciamo ad avere uno strumento standard noi astrofili per misurare qualità della nottata se la stessa casa produttrice ce ne fornisce due che danno due valori (ovviamente) diversi?
A tal proposito la Unihedron specifica le varie differenze e consiglia l'impiego dei due modelli in diversi casi:
"It is desirable to have a narrow field of view when determining the sky brightness in crowded areas where street lamps, buildings, trees, etc. are present. A more accurate view of a small area of the sky can be found with a narrow FOV."(E 'opportuno disporre del SQM-L per determinare la luminosità del cielo in aree affollate o dove troviamo lampioni, edifici, alberi. Avremo una misurazione più accurata di una piccola zona del cielo tramite un angolo di misurazione più stretto.)
Mentre:
"The wide FOV meter is best suited in wide open areas where there is a clear view of the night sky."(Il misuratore senza lente è più adatto in ampi spazi aperti in cui vi è una chiara visione del cielo notturno.)
In questo non specifica qual è il metodo standard per gli astrofili.
E allora nasce l'imprecisione.
Quando sento di osservazioni da cieli di 21.60 storco un po' il naso: non ho mai misurato oltre 21.45-50 col mio SQM standard dai cieli del nord Italia (lato occidentale).
In base a quello che afferma il sito della casa madre potrebbe anche essere non esserci un "metodo standard".
Semplicemente l'SQM-L misura la magnitudine limite ristretta allo zenit e dintorni.
L'SQM normale dà una misura globale della qualità del cielo al momento della misurazione.
Per un visualista forse è più indicato quello normale?
Con questo sappiamo se la nottata e il cielo sono buoni o meno.
Ma potrebbe anche non essere così: se osservo solo a Ovest dove, per esempio, il cielo è più scuro e vedo meglio i deboli oggetti, l'SQM-L potrebbe essere più indicato, per sapere che, dove guardo, il cielo è buio "un tot", quindi vedrò l'oggetto più facilmente o no.
In base a questo è facile capire che, per un astrofotografo, è più indicativo un SQM-L, tanto il campo reale di una fotografia a fuoco diretto non sarà più grande di qualche grado, e i 40° dell'SQM-L sono più che sufficienti e indicativi.
Resta il dubbio del metodo "standard" di misurazione.
Le stazioni che registrano continuamente i dati sono dotate dell'SQM-L (fanno solo quello collegabile al PC).
Molti astrofili, invece, sono dotati dell'SQM normale.
E il tutto a rendere più figa questa standardizzazione delle misure è che spesso un SQM restituisce valori totalmente diversi da un altro SQM!
Una notte sul Pollino, lo scorso Agosto, ci siamo accorti che il mio SQM dava un valore del cielo di 21.30 (mi pare) e quello di Volcan dava circa 21.45!!!
Allora, a questo punto, di che ci dobbiamo fidare? Del nostro occhio? Della nostra "sensazione del cielo"?
Oppure c'è un metodo per capire se 'sti strumenti di misurazione che non costano due lire si possono tarare (facilmente) in una stanza
completamente buia?
E, una volta tarato, come faccio ad avere valori standard per tutti?
Non credo ci sia un rapporto di conversione dalla lettura di un SQM a quella di un SQM-L: in uno normale intervengono tanti fattori a disturbare la "buiezza" del cielo. Uno su tutti l'inquinamento luminoso delle città distanti che, quasi in tutta Italia, è presente molto più all'orizzonte.
Pretendo chiarezza!

Se non sappiamo una risposta quasi quasi scriverei alla Unihedron!
Qui qualche link utile al sito:
Comparazione dei modelli:
http://www.unihedron.com/projects/darksky/comparison/Comparazione degli angoli di misurazione:
http://unihedron.com/projects/darksky/i ... curves.jpgCovertitore valore SQM in magnitudine limite:
http://www.unihedron.com/projects/darks ... BCalc.html