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Autore Messaggio
MessaggioInviato: sabato 26 maggio 2012, 8:26 
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Iscritto il: giovedì 20 ottobre 2011, 18:09
Messaggi: 317
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Ciao da Danilo.
Dato che mi sto accostando piano piano all'astrofotografia, sto partendo dai fondamenti.

Come fare ad ottenere immagini di oggetti deboli? Scegliando sensori col pixel più grande possibile che, a parità di condizioni al contorno, ha un'area maggiore di pixel piccoli.

OK, ma grandi quanto? Supponiamo di dover scegliere una coppia sensore-ottica in funzione di una certa montatura. Tocca trovare una relazione tra la dimensione del pixel e la focale dello strumento in modo che, una volta scelto un sensore, si stabilisce numericamente la focale e poi l'apertura che è limitata dalla portata della montatura.

E veniamo al dunque: qual'è la relazione tra dimensione del pixel e focale?

Generalmente si trova 1 pixel = 1 secondo d'arco, ma è veramente così ??
Non è una formuletta un po' troppo tagliata con l'accetta?

Che ne pensate di questo?
http://astronomiadigitale.blogspot.it/2 ... quist.html

Danilo


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MessaggioInviato: sabato 26 maggio 2012, 11:26 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
Messaggi: 23667
ne pensiamo questo viewtopic.php?f=3&t=51878 :D

_________________
qa'plà!
Radical chic certified


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MessaggioInviato: sabato 26 maggio 2012, 18:23 
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Iscritto il: venerdì 3 luglio 2009, 11:02
Messaggi: 2026
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ho informazione digitale. La voglio codificare su 56k livelli. Cioe' voglio simulare, con una onda analogica, un onda quadra che abbia dei trattini su 56k livelli (i nostri ADU...).
Insomma sono un modem.
Anche tu sei un modem, vuoi la mia informazione.
Basta che campioni al doppio e ti assicuri di ricostruire i trattini che intendevo io. Ad ogni periodo della mia onda ti assicuri almeno 2 campionamenti. Li unisci ed hai un trattino.
Ecco Nyquist nella sua forma piu' usata. Discreta e digitale.
Nota che se io ti spedisco l'onda in modo piu' squadrato, tu sei piu' contento.
Nota che se tu salvi l'onda che ti ho spedito e la salvi in modo piu' squadrato, tutti i modem sono piu' contenti.
Le compagnie telegrafiche sono contente perche' sanno la portata del canale.
(E non la fedelta' rispetto all'onda...vedi qui sotto).

Non siamo contenti invece noi astrofili, cui interessa la forma dell'onda. Nel dettaglio del singolo trattino con doppio campionamento, a noi non interessa solo il valore ma vogliamo anche maggior dettaglio.
Ma allora l'informazione in questione non e' ne' discreta ne' digitale. E se salvi la mia onda in formato piu' squadrato, stavolta non sono piu' contento anzi la voglio il piu' fedele all'originale (l'esempio del link del primo post).
Cioe' ti voglio trasmettere l'onda non l'informazione. Secondo me questo e' il punto.
Penso che Nyquist abbia trattato anche il caso continuo ma ho i miei dubbi che ci siano teoremi "sufficienti", casomai saranno "necessari", circa le condizioni in ipotesi.
Questo e' quanto ho capito della teoria.

Circa 1 pixel = 1 arcsec direi invece che non e' spesso cosi', di solito e' ben maggiore. Io sto sui 1.5 ad esempio ma chi fa deep a largo campo usa valori anche maggiori. La scelta dipende dal seeing e dalle dimensioni del disco di Airy mi pare. Secondo me in realta' dipende dalla grandezza del soggetto. Puoi velocizzare il rapporto focale (o usare pixel piu' grandi) ma poi perdi di dettaglio. Se e' una foto a largo campo ci puo' stare, se e' una piccola planetaria vedi che devi salire comunque di risoluzione-campionamento per vedere la sua struttura.
Faccio sempre questo esempio: ok ho un seeing patetico ok sto ad una focale non proprio bassa. Ma pur in queste condizioni, la Eskimo mi viene meglio a F2000 (1.2 arcsec mi pare) che a F1090 o F1240. Cioe' mentre in accordo con Airy dovrei stare sull'1.5 arcsec/pix, in accordo con il seeing dovrei stare sui 25 arcsec/pix :mrgreen: , in accordo con la Eskimo devo andare a 1.2 almeno.
Questo e' quanto ho capito della pratica.

_________________
Telescopio e montatura: Meade ACF LXD 75 (SC 8'') - Riduttore: Baader Alan Gee Mark II (attualmente: Feq 1090, f5.4)

CCD Deep: Orion DSCI II (color ICX429AKL 752*582 8.6nm*8.3nm) - Guida: OAG tramite Meade DSI Pro
CCD HiRes: Philips SPC900NC
Filtri: Hutec IDAS LPS-P2

SW di acquisizione ed elaborazione (su Vista32 e XP): MaxIm DL EE, Registax - SW di guida: PhD e ASCOM 5.5 Pulse Guide


Tra piccole iene anche il Sole sorge solo se conviene (Afterhours)


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MessaggioInviato: sabato 26 maggio 2012, 21:05 
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Iscritto il: mercoledì 2 gennaio 2008, 9:06
Messaggi: 6502
Località: Roma
Cita:
OK, ma grandi quanto? Supponiamo di dover scegliere una coppia sensore-ottica in funzione di una certa montatura. Tocca trovare una relazione tra la dimensione del pixel e la focale dello strumento in modo che, una volta scelto un sensore, si stabilisce numericamente la focale e poi l'apertura che è limitata dalla portata della montatura.

Danilo:
si stabilisce la focale di ripresa e quindi le dimensioni dei pixel della camera.
Ma ti assicuro che non c'è motivo di impiccarsi per questo, dato che in astrofotografia ci sono problemi molto + importanti del campionamento , specie alle focali elevate.Nel mio caso, che riprendo mediamente a focali oscillanti tra i 2700 e 4000 mm, non dovrei poter fare nulla , dato che sovracampiono ampiamente con la ST8 in binning 1X1 , a 0.5- 0.7 arcsec/pixel.
Ti consiglio per iniziare una focale oscillante tra i 600 ed i 1000 mm, alla portata di numerose montature, ed una camera reflex e/o una camera ccd a pixel medio-piccoli come la ST 8300 Sbig, o simili.

_________________
Fulvio Mete
_________________
Siti web:

http://www.lightfrominfinity.org

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