Ciao.
Non sono prettamente un fotometrista ma mi sono dilettato in visuale per l'AAVSO e recentemente anche con un po' di fotometria CCD di stelle variabili sempre per l'AAVSO (da cui le mie iniziali PGU, divenute anche il mio nickname

). Posso dirti della mia modesta ed umile epserienza.
Intanto volevo un attimo correggere ras-algehu. Il sistema più diffuso di fotometria, quello che coinvolge i filtri fotometrici della banda "sensibile", diciamo così, all'occhio umano, per quello che so, è il sistema standard di
Johnson (J) che consirera i tre filtri di misurazione U B e V. ll sistema "C"
Cousin (scritto così) interviene solo per le bande R e I (infrarosso).
Poi vi sono svariati altri sistemi e bande spettrali, con relativi filtri, di misurazione, più "professionali".
Disponiobile ad essere rettificato o smentito
su questa materia.
Tornando alla tua domanda: io, quando ho voluto cimentarmi in fotometria di variabili ho chiesto ad un amico astrofilo, di vecchia data, cacciatore di supernove e variabilista-fotometrista, tale Stefano Moretti di Forlì, quale fosse il modo migliore di avvicinarsi alla disciplina della fotometria di variabili e con quali fltri.
Ti rigiro il suo consiglio ad anni di distanza: mi disse CCD non antiblooming e filtri fotometrici
B e V di Johnson della Schuler. Poi: meglio un riflettore puro, non catadiottrico. Quest'ultimo consiglio comunque credo non sia vincolante.
La camera adatta ce l'hai, e qui siamo OK. Io ad esempio non ce l'avrei ma mi arrangio (tanto... non lo faccio di professione e può andare bene lo stesso entro certi limiti e con certe precauzioni).
In sostanza solo il filtro V può bastare, ma affiancato ad un filtro B fai per bene il pieno, e sei completo. Con il solo V, che counque è il filtro più ulitizzato, almeno nelle situazioni più generali, potresti molto presto avere l'esigenza del B. Ti cosiglio quindi di prendere sicuramente entrambi, e poi ovviamente il resto (U + R+I) se ti dedicherai con serietà alla materia.
Con i due principali B e V puoi ad esempio arrivare a conoscere subito l'indice di colore B-V, in certi casi valore astrofisico fondamentale e per certe misure di certe variabili (soprattutto le simbiotiche e le cataclisimiche/eruttive) valore fondamentale richiesto, più che la singola misura assoluta di magnitudine.
Per quanto riguarda invece le caratteristiche tecniche: i miei filtri che sono Schuler 1,25" hanno uno spessore, con barilotto di 8mm, e non mi entrano nella slitta (purtroppo ho solo quella) portafiltri della Astronomik. Fai bene i tuoi calcoli con la tua ruota!

Il solo vetro fotometrico invece ha uno spessore di 5,2mm. Quindi non sono certo come i normali filtri interferenziali o colorati che conosciamo.
Non ti so dire dei filtri fotometrici baader, ma diffido parecchio. Credo infatti che se non hanno una costruzione ed uno spessore
specifico non sono considerati puri filtri di standard Johnson e quindi le misure potrebbero essere non standardizzate con quelle provenienti dalla comunità di fomometristi. Potrebbero addirittura non essere accettate. Ma informati, se possibile, in altri ambiti.
Anche per queste ultime informazioni che ho scritto sono disponibile a rettifiche e smentite. E' solo un'idea che mi sono fatto.
Infine: per questi due filtri B e V che dispongo ora io mi sono rivolto direttamente negli USA a Don Goldman, alla Astrodon, ma era il periodo in cui erano ancora economici e non erano ancora importati in Italia (non so in Svizzera o altri paesi limitrofi). Nella gererale schizofrenia degli amiericani, che ti danno il massimo per poi non fidarsi e rifilarti sonore fregature, in quella occasione ho trovato il tipo molto disponibile, amichevole, molto preciso e solerte, e a quanto ho visto, quella volta, ho anche risparmiato un bel po'. Ottimo servizio.
Ciao
